OSTEOPOROSI IN MENOPAUSA? …NO GRAZIE!

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osteoporosi e menopausaL'osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla diminuzione della densità dell’osso e dal deterioramento della sua microarchitettura, che provocano un aumento della fragilità e una predisposizione alle fratture ossee, soprattutto dell'anca, della colonna vertebrale e del polso.

COME E' FORMATO L'OSSO?

L’osso normale è costituito da proteine, collagene e calcio. Devi sapere che le nostre ossa, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non sono inerti ma sono organi “vivi”, sottoposti per tutta la vita a un continuo  processo metabolico di rimodellamento. Ogni anno circa il 10% della nostra massa ossea complessiva viene rinnovata, tramite meccanismi di neo-formazione da una parte e di riassorbimento dall’altra. Durante la vita questi due processi rimangono sostanzialmente incause osteoporosi nella donna equilibrio, con una prevalenza della neo-formazione in età giovanile, e un aumento del riassorbimento dopo i 35 anni. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale.

Gli estrogeni svolgono un ruolo centrale nel metabolismo osseo, promuovendone la crescita mediante il riassorbimento del calcio a livello renale e intestinale, e favorendo l’attivazione della vitamina D.

Due sono le cause principali di osteoporosi nella donna, che rappresentano più del 95% dei casi: LA MENOPAUSA, che provoca il calo degli estrogeni, e L'INVECCHIAMENTO.

L'OSTEOPOROSI MENOPAUosteoporosi e menopausaSALE si verifica tra i 51 e i 75 anni. All'inizio della menopausa il calo degli estrogeni  provoca un’accelerata perdita ossea (la perdita può aumentare di dieci volte, al tasso di 3-5%/anno) per circa 5-7 anni, per poi andare lentamente stabilizzandosi.

L'OSTEOPOROSI SENILE si verifica principalmente in persone di età maggiore di 60 anni ed è due volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini. E’ associata con i normali processi di invecchiamento.

MA COME ARRIVIAMO AD AVERE L'OSTEOPOROSI?

Cause osteoporosi

La possibilità di sviluppare l'osteoporosi risulta dalla combinazione di tre fattori:

  • l’entità del nostro capitale osseo individuale, raggiunto intorno ai 25-30 anni, detto "picco di massa ossea". Ovvero quanto robuste sono le nostre ossa.
  • la velocità con cui procede la perdita di massa ossea (in menopausa o con l’età avanzata).
  • la durata di questa perdita, che ovviamente dipende dalla longevità dell'individuo, (più a lungo si vive e maggiore è la perdita ossea) e che nelle donne è tanto più rilevante quanto più la menopausa è precoce.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l'osteoporosi non dà nessun segnale premonitore, e si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture "da fragilità ossea": fratture del polso, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali. 

FATTORI DI RISCHIO PER LE DONNE IN MENOPAUSA
fumo e osteoporosi

  • anamnesi familiare di severa osteoporosi.
  • menopausa prima di 45 anni.
  • magrezza eccessiva
  • età superiore a 65 anni
  • periodi di amenorrea premenopausale superiori a 6 mesi
  • inadeguato apporto di calcio
  • carenza di vitamina D
  • fumo > 20 sigarette/die
  • abuso di alcol

COME PUOI FARE PREVENZIONE?

Nessuna delle attuali terapie per l’osteoporosi è perfetta. In altre parole, è difficile riuscire a ricostruire in modo completo delle ossa che sono state indebolite nella loro struttura dall’osteoporosi. Perciò la prevenzione, effettuata attraverso cambiamenti dello stile di vita, è importante tanto quanto il trattamento.

  • smettere di fumare fumare un pacchetto di sigarette al giorno può condurre di per se a una perdita della massa ossea del 5-10%. Il fumo inoltre diminuisce i livelli di estrogeni nell’organismo e può provocare la riduzione della massa ossea prima della menopausa. Il fumo può portare alla comparsa di menopausa precoce
  • diminuire l’uso di alcool
  • effettuare regolarmente attività fisica
  • avere un’alimentazione equilibrata comprensiva di Calcio. Alle donne in post menopausa sono necessari 1200 mg al giorno di Calcio (un bicchiere di latte fornisce circa 300 mg di calcio e una coppa di yogurt circa 450 mg). Da non sottovalutare l'apporto di calcio che fornisce l'acqua! (A Roma 1 litro di acqua potabile contiene circa 100 mg di calcio - La Ferrarelle contiene 377 mg al litro!)
  • avere un adeguato apporto di Vitamina D. La vitamina D viene ottenuta da due fonti: assunzione alimentare, che tuttavia costituisce una minima quota, e produzione cutanea che dipende dall’esposizione solare. Molto spesso è necessario assumere farmaci a base di vitamina D

COME FACCIAMO LA DIAGNOSI?

diagnosi osteoporosi

Attualmente l’esame di riferimento per la diagnosi di osteoporosi è rappresentato dalla Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) DEXA del femore e della colonna lombare. L’esame dura solo 15 minuti ed espone la paziente ad una dose di radiazioni minima (meno di un decimo delle radiazioni di un RX del torace). Il rischio di frattura aumenta di 2,6 volte per ogni riduzione della SD (deviazione standard) della densità minerale ossea e presenta una impennata esponenziale per valori al di sotto della -2.5 SD. La DEXA “total body” non è indicata per la valutazione del rischio di frattura.

L’esame RX dello scheletro evidenzia una condizione di osteoporosi solo quando la perdita di massa ossea ha raggiunto il 30% e pertanto non ha una sensibilità sufficiente per una diagnosi precisa e tempestiva.

CHE TERAPIA FARO?
terapia per osteoporosi

I bifosfonati  (alendronato, risendronato, ibandronato e zolendronato), che inibiscono il riassorbimento dell'osso, sono i farmaci che hanno dato sino ad oggi i migliori risultati nel trattamento dell’osteoporosi.  La calcitonina ha mostrato un’azione terapeutica nettamente inferiore ai bifosfonati. I SERM attualmente non hanno spazio nella terapia dell’osteoporosi. Il denosumab (Prolia), un  farmaco recentemente approvato, è un anticorpo iniettabile che blocca il riassorbimento dell’osso e rinforza l’osso aumentando la sua densità, riducendo le fratture. E’ somministrato per iniezione sottocutanea due volte l’anno ed è raccomandato in pazienti con osteoporosi ad alto rischio di frattura o in pazienti intolleranti ad altre terapie. Il denosumab, che è un farmaco molto costoso, può causare un aumentato rischio di infezioni e bassi livelli ematici di calcio (ipocalcemia). Potrebbe diventare, ove fossero confermate le sue caratteristiche farmacologiche, una valida alternativa all'uso dei bifosfonati.

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rimedi perdite di urine
Un problema molto comune, specialmente fra le persone più anziane, ma che può essere molto imbarazzante…..

 

cause incontinenza urinaria

L’INCONTINENZA URINARIA È LA PERDITA INVOLONTARIA DI URINA DALL’ URETRA (quando perdi urina involontariamente!).

E’ più comune nelle donne che negli uomini (almeno il doppio): 2 donne su 10, dalla età media in su, riferiscono di avere problemi di incontinenza urinaria.

Esistono due principali tipi di incontinenza urinaria femminile, che sono provocati da meccanismi completamente diversi, che hanno sintomi differenti, ed è molto importante riuscire a distinguerli per poter effettuare la terapia appropriata.

L’INCONTINENZA DA SFORZO (O DA STRESS)

L’INCONTINENZA DA SFORZO (O DA STRESS) È LA PERDITA URINARIA CHE COMPARE  QUANDO TOSSISCI, RIDI, STARNUTISCI O SALTELLI, o comunque durante un’attività che provochi un aumento della pressione addominale (e di conseguenza un aumento di pressione sulla vescica).
La causa di questa incontinenza è  legata principalmente all’ alterazione  delle strutture muscolo-fasciali del pavimento pelvico che, chiudendo inferiormente il bacino come un piatto sostengono la vescica e stringono, con un’ efficace morsa, il collo vescicale e l’uretra prossimale.

Parto e incontinenza vaginaleIl parto vaginale è la causa più importante del danneggiamento di questi muscoli (ma a volte anche l’eccessivo aumento del peso corporeo, o la tosse cronica, ecc.). Come conseguenza di questa alterazione muscolare la vescica scivola verso il basso e Il collo vescicale tende ad aprirsi con facilità  all’aumento della pressione addominale (ad esempio per la tosse) provocando la fuoriuscita di urina.

Questo  tipo di incontinenza può provocare una perdita di urina di piccola o media quantità.

NELL’INCONTINENZA DA URGENZA INVECE HAI UNA PERDITA URINARIA ACCOMPAGNATA DA UN IMPROVVISO, FORTE E IRREFRENABILE STIMOLO A URINARE, PER IL QUALE NON FAI IN TEMPO A RAGGIUNGERE IL BAGNO! 

Questo forte stimolo può essere presente anche se la vescica è poco piena. Oppure a volte può comparire quando la donna beve o tocca l’acqua fredda. La causa di questa incontinenza non è legata all’alterazione del piano di sostegno, bensì nasce da un problema intrinseco del muscolo detrusore vescicale (il sottile strato muscolare che circonda come una guaina la superficie della vescica) che diventa “iperattivo”, ovvero si contrae improvvisamente, acause incontinenza donnanche a vescica semivuota, senza che la donna possa esercitarvi il suo controllo. La vescica perde la sua capacità comportarsi come un capiente serbatoio per la raccolta delle urine.

Questo tipo di incontinenza è più frequente nelle donne anziane. Può provocare la fuoriuscita di poche gocce, ma a volte lo stimolo irrefrenabile dato dalla contrazione vescicale può produrre la perdita completa delle urine.

I sintomi tipici sono: bisogno improvviso e urgente di urinare (URGENZA), bisogno di urinare molto frequentemente piccole quantità di urina (FREQUENZA), bisogno di alzarsi la notte per urinare spesso, due volte o più (NICTURIA), bisogno di urinare di nuovo anche se si è appena svuotato la vescica.

COME FACCIAMO LA DIAGNOSI?

percentuali incontinenza nelle donneMolto spesso la diagnosi è facile in quanto, se hai una perdita urinaria solo quando tossisci o starnutisci (stress test positivo) è una incontinenza da sforzo; se la tua perdita compare all’improvviso, accompagnata da stimolo irrefrenabile, senza che venga compiuto alcuno sforzo o spinta, hai una incontinenza da urgenza. Molto utile è scrivere un diario minzionale in cui annoti qucause incontinenza nella donnaando e come avvengono gli episodi di incontinenza.

A volte le cose non sono così semplici perché i sintomi possono essere misti o dubbi e allora è necessario eseguire alcuni tests diagnostici specifici sofisticati per valutare il funzionamento della vescica e dell’uretra. L’esame urodinamico, in particolare la cistomanometria, si effettua introducendo un piccolo catetere in vescica e studiando la pressione vescicale a vari gradi di riempimento.


CHE POSSIAMO FARE ALLORA?rimedi incontinenza: cibo

Il trattamento della incontinenza da urgenza è inizialmente comportamentale e mira a riabituare la vescica a urinare a tempi prestabiliti, evitando di andare in bagno appena si avverte lo stimolo (bladder retraining). Devi eliminare le sostanze stimolanti in eccesso (caffè, te, cioccolata, vino rosso) e ridurre la quantità di liquidi da bere nella seconda parte della giornata (per ridurre le minzioni notturne). La terapia medica è piuttosto efficace, e consiste nell’uso di farmaci ad effetto antispastico che riducono le contrazioni non inibite della vescica (principalmente anticolinergici: solifenacina, ossibutinina).

rimedi incontinenza: interventoIl trattamento della incontinenza da sforzo può essere anch’esso riabilitativo, in cui devi fare degli esercizi muscolari che rinforzino il piano del pavimento pelvico (esercizi di Kegel). Se la riabilitazione fallisce o l’incontinenza è severa,  devi ricorrere al trattamento  chirurgico che generalmente è molto efficace. Lo scopo della terapia chirugica e quello di riposizionare in alto l’uretra e il collo vescicale per mantenerli chiusi durante gli TVTaumenti della pressione addominale. Le tecniche che attualmente più utilizziamo, miniinvasive, prevedono l'uso di una benderella di materiale protesico sottouretrale (TVT, TOT); durante l'aumento della pressione addominale l'uretra scende verso il basso e si appoggia sulla benderella, chiudendosi.

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Alzheimer“A chi la tocca la tocca”, dice Tonio parlando della peste nera nel romanzo “I Promessi Sposi”.

Sono passati oltre 400 anni dagli avvenimenti raccontati nel libro e il Morbo di Alzheimer è oggi visto come la peste del 1600: “a chi la tocca la tocca”! Senza speranza e senza riparo!

In realtà sappiamo moltissimo sull’Alzheimer e, se non siamo in grado ancora di curarlo, sappiamo come prevenirlo e probabilmente anche come diagnosticarlo in fase precoce.

Innanzitutto che cosa è l’Alzheimer?cosa è l’Alzheimer

È una forma di demenza degenerativa  progressiva invalidante, che di solito si presenta oltre i 65 anni di età. Oggi in Italia sono affetti da Alzheimer circa 800 mila persone. È stato stimato (Brookmeyer 2006) che entro i prossimi 40 anni nel mondo 1 persona su 85 ne sarà affetta.

La malattia è caratterizzata dalla presenza nel cervello di accumuli extracellulari di una sostanza detta proteina beta-amiloide. Tali accumuli, che si organizzano in placche, sono specifici della malattia e, depositandosi nel tessuto cerebrale provocano un’alterazione della vascolarizzazione e la morte delle cellule. Ma la ricerca ha evidenziato un fatto sorprendente. Si è potuto dimostrare che queste placche, anche se piccolissime, si possono già rintracciare nel cervello di soggetti di 20 anni perfettamente normali dal punto di vista cognitivo.

L’importante ruolo della prevenzione

Ricercatori del King’s College di Londra hanno dichiarato che, con una idonea prevenzione, l’incidenza della malattia nel mondo potrebbe diminuire di circa il 9% entro il 2050. Sono stati presi in considerazione  sette fattori di rischio per la malattia: fumo, obesità, diabete, ipertensione, depressione, mancanza di sport, basso livello educazionale. E’ stato calcolato che tutti questi fattori insieme sono responsabili di circa il 50%  dei casi di Alzheimer nel mondo.come prevenire l’Alzheimer

Il Prof. Tagliavini, dell’Istituto Besta di Milano, ha dichiarato che dall’Alzheimer ci si può difendere come dal cancro, cioè iniziando a correggere i fattori di rischio suesposti mentre la malattia non è ancora evidente.

E’ importante sapere che l’ipertensione o il diabete non trattati provocano un danno vascolare cerebrale, così come la sedentarietà, il fumo e una dieta squilibrata. In particolare, per quanto riguarda la dieta, l’assunzione di  acidi grassi insaturi (i famosi omega 3) almeno una volta a settimana e il consumo di molta frutta e verdura sembra preservare i centri della memoria e delle funzioni cognitive. Stesso discorso per alcune vitamine, soprattutto la D, che introdotta attraverso latte, latticini, uova e pesce in forma inattiva, deve poi essere attivata con l’esposizione della pelle alla luce solare.

Ultimo e non meno importante fattore di prevenzione è l’attività fisica, la quale potenzialmente aumenta il numero di vasi cerebrali nelle aree deputate alla motricità, ma deputate anche alla memoria, all’emotività e al linguaggio. Lo sport che sembra avere un maggiore effetto preventivo è il tennis. Sembra infatti che in questo sport le funzioni cerebrali siano spinte al massimo (decisioni veloci, scelte tattiche, interpretazione dei messaggi che partono dall’avversario, valutazione della propria situazione fisica al momento, ecc.), tenendo attive e aumentando le connessioni neuronali .

Diagnosi precoce.

diagnosi AlzheimerOggi sappiamo che nel circa il 50% dei malati l’Alzheimer viene diagnosticato troppo tardi, cioè quando ormai troppe aree del cervello sono devastate dalla malattia.

Attualmente sono in fase sperimentale due test volti ad individuare precocemente le placche di amiloide nel tessuto cerebrale. Esistono infatti due zone nel cervello umano che possono essere considerate come delle “estroflessioni” di tessuto cerebrale esposto all’esterno: la mucosa olfattiva e la retina. All’ultimo Congresso Mondiale sull’Alzheimer sono stati presentati risultati molto lusinghieri circa la diagnostica precoce sulla retina. Si è visto che la quantità delle placche di amiloide che si formano nella retina, corrisponde più o meno alla percentuale di placche che si formano nel cervello.

Insomma, tutti risultati non conclusivi, ma……….grandi passi avanti!

L’USO ECCESSIVO DEL CELLULARE AUMENTA IL RISCHIO DI CANCRO DEL CERVELLO. NOTIZIA FLASH

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Conseguenze uso cellulareRecenti studi hanno evidenziato  che l'uso a lungo termine di telefoni cellulari e di telefoni cordless è associato a un aumentato rischio di tumore cerebrale maligno. Al contrario, l'uso prolungato del cellulare non sembra provocare un incremento dei tumori cerebrali benigni.Danni del cellulare sul cervello

L'enorme aumento di comunicazioni wireless, dovuta all'uso di dispositivi di comunicazione personale (quali telefoni cellulari, cordless e Bluetooth), provoca una maggiore esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza. Questi campi elettromagnetici generati dai cellulari investono principalmente  il cervello, che è  l'organo piu vicino e più esposto, in particolare  dal lato in cui viene appoggiato il telefono.

Il rischio di tumore cerebrale, in primo luogo il glioma del lobo temporale. risulta triplicato nei soggetti che usano un telefono wireless per più di 25 anni, ed è anche maggiore nelle persone che hanno iniziato ad usare il cellulare prima dei venti anni, a causa della maggiore sottigliezza delle ossa del cranio e del minore volume del cervello degli adolescenti.celulare e tumore al cervello

Il Prof Hardell del dipartimento di oncologia dell'Universita di Orebro, Svezia, in accordo con l’AIRC, afferma che i medici dovrebbero dare un chiaro segnale di allarme riguardo la presenza di questo rischio, e discutere con i pazienti le misure precauzionali da prendere. Queste precauzioni includono: privilegiare l'uso dell'altoparlante viva-voce del  cellulare (piuttosto che il telefono appoggiato sulla zona temporale e auricolare),  e abituarsi a usare in misura maggiore i messaggi di testo invece delle chiamate telefoniche.

 Pathophysiology October 28, 2014

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PRIMA DI UN BAMBINO…….

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come rimanere incinta

Hai deciso che vuoi avere un bambino e che comincerai ad avere rapporti sessuali liberi…. Stai iniziando un’avventura meravigliosa!

Cosa fare? C’è bisogno di una preparazione? Quando avere i rapporti utili per il concepimento? Quanto ci vorrà a rimanere incinta?

La decisione di avere un figlio, scelto consapevolmente e al momento giusto,  parte con un controllo preconcezionale che ha lo scopo di verificare il tuo stato di salute,  perchè tu sei “l’incubatrice”, tu sei la portatrice della gravidanza: il bambino che crescerà in te può essere danneggiato da tuoi eventuali problemi di salute.

La prima cosa da fare è un carico  di acido folico iniziando 3 mesi prima del concepimento. acido folico e gravidanza

Una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni riguarda la prevenzione dei difetti di chiusura del tubo neurale (sistema nervoso del feto)  mediante l’assunzione di acido folico. In questa patologia il canale della colonna vertebrale, invece di essere chiuso, è aperto verso l’esterno (spina bifida), provocando la fuoriuscita più o meno importante del midollo spinale e dei suoi rivestimenti (meningi). Questa grave malattia può essere fortemente  invalidante per il bambino, provocando alterazioni motorie degli arti  sino alla paralisi completa. Con soli 400 microgrammi di acido folico al giorno per tre mesi noi possiamo fare una importantissima prevenzione di questa malattia.

Grande importanza riveste lo studio di alcune malattie virali o da protozoi. Devi effettuare un test detto TORCH (acronimo di toxoplasmosi, rosolia, citomegalovirus e herpes virus) per accertare se esista o meno una immunità acquisita verso queste patologie (ovvero se le hai già avute e non rischi di riprenderle in gravidanza) che possono provocare gravi malformazioni fetali sino all’aborto.

Importanti sono il test per HIV, per alcune malattie sessualmente trasmesse e per l'epatite B e C. E' consigliabile controllare i valori ormonali della tiroide in quanto le alterazioni della funzionalità tiroidea possono dare aumento dell’abortività e infertilità.

Lo studio della situazione ormonale o genetica  non è necessario in una gravidanza non a rischio, come non è necessario effettuare controlli del partner, se asintomatico.

I rapporti sessuali che devi avere al fine del concepimento sono quelli che hai nel periodo dell’ovulazione, che in una donna che presenta cicli regolari è intorno al 14° giorno dall’inizio della mestruazione. Non è consigliabile avere rapporti sessuali tutti i giorni in quanto il liquido seminale dell'uomo si impoverisce e si altera qualitativamente.

Idealmente, per la fecondazione, si dovrebbero avere un primo rapporto verso il 12° giorno e un secondo rapporto verso il 14° giorno del ciclo. In questo modo gli spermatozoi, che hanno una capacità fecondante che va da 2 a 3/4 giorni, possono raggiungere l’ovocita sia se si ha un’ovulazione precoce che un’ovulazione tardiva. In generale però, se avete rapporti regolari un paio di volte alla settimana, è sufficiente a avere una buona chance di fertilità mensile.

clearblue4Se il tuo ciclo mestruale non è regolare può essere più difficile identificare il momento dell’ovulazione. In questo caso è appropriato utilizzare degli appositi sticks o apparecchi elettronici che evidenziano l’innalzamento degli ormoni dell’ovulazione nelle urine, ed avere rapporti mirati al momento giusto. Ti consiglio però di non assumenre l’atteggiamento mentale del rapporto a comando, “dobbiamo farlo perché sto ovulando”, poichè questo tende ad alterare il buon equilibrio sessuale della coppia.

Il tempo medio necessario  per rimanere incinta è intorno a 6/ 8 mesi, con rapporti liberi e regolari.problemi di infertilità

Quanto puoi ragionevolmente aspettare se, nonostante i tentativi di avere una gravidanza, non succede nulla?

DIPENDE DALLA TUA ETA'

Al di sotto dei 35 anni possiamo aspettare tranquillamente un anno prima di cominciare a fare accertamenti sulla fertilità. Al di sopra dei 35 anni è bene consultare il ginecologo dopo 6 mesi di insuccessi con rapporti sessuali regolari.

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ovulazione

Ogni donna ha nelle sue ovaie un numero limitato di ovociti (uova).

follicoliNel corso della vita fertile ogni mese centinaia di ovociti, sotto la stimolazione dell’ormone iposifario follicolo-stimolante, iniziano il loro percorso di sviluppo verso l’ovulazione, ma solo uno riuscirà ad arrivare a maturazione completa per essere fecondato. I restanti andranno incontro ad un meccanismo di blocco, involuzione e atresia.

Si compie così mensilmente uno sterminio, una “distruzione di massa” che provoca il progressivo impoverimento della riserva ovarica di ovociti.

Nonostante la donna abbia un patrimonio iniziale di circa 1 - 2 milioni di ovociti, dopo i 45 anni il numero diventa esiguo. L’ovulazione diventa irregolare e saltuaria e la diminuzione dei cicli ovulatori provoca il calo degli ormoni ovarici, estrogeni e progesterone. ovaie in menopausa

Infine arriva la menopausa, eco follicoli perchè le ovaie non hanno più uova.

La menopausa è…... l’esaurimento delle ovaie!

Generalmente è un processo graduale, preceduto da un periodo di transizione detto premenopausa che può durare anche anni. Questa fase è caratterizzata dalla alterazione dei cicli mestruali, che possono diventare più ravvicinati o più distanziati, più lunghi ed abbondanti o più brevi. Fino a che il ciclo si arresta completamente. La scomparsa del ciclo può essere improvvisa e definitiva, ma più spesso è preceduta da un progressivo diradamento delle mestruazioni sino alla loro scomparsa completa. Nelle donne fumatrici il processo di invecchiamento ovarico è accelerato.

Menopausa significa arresto delle mestruazioni: la parola deriva dal greco men (mese) e pausis (fine). Si definisce menopausa l’assenza del ciclo per un periodo di 12 mesi. L’età media è 51 anni, ma nella maggior parte dei casi si manifesta dai 45 ai 55 anni. Si definisce invece menopausa precoce la scomparsa dei cicli prima dei 40 anni, ed è una situazione presente nel 1 % dei casi.

Non esiste un test affidabile per prevedere quando arriverà la menopausa, e il suo inizio non è correlato all’età in cui inizia il primo ciclo mestruale. Piuttosto, una certa familiarità esiste con l’età di comparsa della menopausa nella madre.

ovariectomia bilateraleUn caso a parte è l’ovariectomia bilaterale. L’asportazione chirurgica delle ovaie provoca l’azzeramento immediato degli ormoni ovarici e degli ovociti e di conseguenza l’immediata comparsa della menopausa. L’asportazione del solo utero invece, non alterando la produzione degli ormoni femminili, non provocherà la menopausa con i suoi relativi sintomi, ma semplicemente l’assenza del flusso mestruale derivante dallo sfaldamento dell’endometrio (mucosa interna che ricopre la cavità uterina). Le ovaie continueranno a lavorare regolarmente; il corpo nel suo insieme: pelle, mammelle, capelli, peluria, ossa, mucosa vaginale ecc., continuerà a beneficiare dell’effetto positivo degli estrogeni e del progesterone prodotti.

La diagnosi di menopausa è molto semplice e si effettua mediante il dosaggio plasmatico dell’ormone Follicolostimolante (FSH). L’FSH, prodotto dall’ipofisi, in menopausa aumenta notevolmente, nel tentativo di stimolare le ovaie che non rispondono più.

Sintomo tipico della menopausa è la comparsa di vampate di calore e forti sudorazioni notturne, che possono durare da pochi secondi ad alcuni minuti.  La donna può essere costretta a cambiare i propri indumenti notturni bagnati di sudore, il sonno è molto disturbato ed è presente forte stanchezza durante il giorno. A volte questi sintomi si presentano prima della scomparsa definitiva del ciclo. Non c’è modo di prevedere quando le vampate eSintomi menopausa le sudorazioni finiranno, sebbene tendano a migliorare col passare del tempo. Nel 80% dei casi dureranno meno di 5 anni; nel 10% dureranno più di 10 anni.  

Tutti i tessuti estrogeno-dipendenti (e sono tanti nella donna: pelle, mucose, ossa, organi genitali, vescica e uretra, ecc.) risentono del calo ormonale e vanno in parziale atrofia. Questo indebolimento può indurre anche un'esagerata suscettibilità alle infezioni (la famosa cistite ricorrente in menopausa!) e la sindrome urgenza/frequenza, ovvero il bisogno improvviso e irrefrenabile di urinare accompagnato dall’aumentata frequenza delle minzioni.

Tipica è la comparsa di secchezza vaginale, a volte accompagnata da prurito, bruciore e difficoltà ad avere rapporti, che evocano dolore. L’atrofia vaginale infatti provoca un assottigliamento dei tessuti, una diminuzione dell’elasticità e dell’umidità naturale della vagina.

Il calo degli estrogenosteoporosi e gravidanzai influenza anche il metabolismo osseo provocando la perdita del calcio con la comparsa di Osteoporosi. l'osteoporosi provoca una ingravescente fragilità dell'osso, come se questo fosse diventato una struttura “di vetro”, che può fratturasi anche a causa di traumi poco importanti.  Il processo che provoca osteoporosi può progredire per anni in modo silenzioso poiché non provoca sintomi, sino alla comparsa improvvisa di una frattura. L’esame di scelta per la diagnosi di osteoporosi è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC DEXA Dual-energy X-ray absorptiometry) che misura la densità minerale ossea a livello di quelle zone  dove più frequentemente compare la frattura in menopausa: la colonna vertebrale e il femore.libido e menopausa

Altri sintomi della menopasua possono essere: calo della libido, aumento di peso, insonnia, depressione ecc.

La terapia ormonale sostitutiva (TOS o HRT) in menopausa si basa sulla assunzione di quegli ormoni (estrogeni e/o progesterone) che il nostro corpo non produce più.

E' una terapia che da molti benefici (soprattutto sulle vampate, la secchezza vaginale, l’osteoporosi e l’umore), ma anche qualche rischio in più (aumento relativo di incidenza di cancro della mammella e aumento del rischio di trombosi vascolari profonde, ictus e infarti). La comunità scientifica consiglia di utilizzarla in caso di effettiva necessità (rappresentata fondamentalmente dalle vampate e sudorazioni notturne). Per gli altri sintomi è possibile utilizzare singoli farmaci per ogni singolo disturbo o patologia. terapia secchezza vaginale

Diverso è il caso delle terapia vaginale locale, che è particolarmente consigliata per la secchezza vaginale. E' una terapia totalmente innocua e si basa sulla applicazione in vagina di ovuli o creme a base di estrogeni associati a gel lubrificanti, che non hanno un significativo assorbimento sistemico e quindi non comportano nessun rischio per la salute della donna.

L'attività fisica regolare e la corretta alimentazione hanno un effetto protettivo verso i disturbi cardiovascolari (che aumentano nella donna in menopausa), le alterazioni dell'umore e  l'osteoporosi. 

In presenza di sintomi fastidiosi legati alla menopausa è assolutamente indispensabile consultare il proprio ginecologo e non attuare terapie “fai da te”.

La comparsa della menopausa non esime dall’eseguire i routinari controlli ginecologici quali il pap test, l’ecografia endovaginale, l’ecografia mammaria e la mammografia.

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tumori orofaringei

Negli ultimi anni si è manifestato nei giovani un aumento dell'incidenza di tumori orofaringei (parte posteriore  della gola, base della lingua e tonsille).

E’ stato dimostrato che queste neoplasie non sono correlate con il consumo di alcool e di tabacco come quelle che si sviluppano nelle persone più anziane, ma sono legate alla presenza del Papilloma Virus Umano (HPV), lo stesso agente responsabile del cancro della cervice. Nell’ultimo decennio il cancro dell’orofaringe causato da infezione da HPV  ha avuto un incremento di  circa 4 – 5 volte. Nella maggior parte dei casi il tipo virale è il 16, il più aggressivo. L’infezione da HPV non sembra essere invece un importante fattore di rischio per il cancro della parte anteriore della lingua e della restante cavità orale.

Alcuni studi  evidenziano che la presenza di HPV nel cavo orale è piuttosto comune: il 3-5% degli adolescenti e il 5-10 % degli adulti hanno una infezione orale da HPV; la frequenza è maggiore nell’uomo che nella donna.

Questa infezione sembra legata ad alcuni comportamenti sessuali, in particolare all’aumento dei rapporti orali e del numero dei partner sessuali. Nella maggior parte dei casi i pazienti non avvertono i sintomi della presenza del virus.

Nonostante la grande diffusione del virus nel cavo orale, in realtà solo una percentuale veramente esigua di soggetti svilupperà un cancro. Circa 1.4 donne per 100.000 (0.0014%) e 6.4 uomini per 100.000 (0.0064%) sviluppano un cancro dell’orofaringe .

MICHAEL DOUGLAS tumoreAttualmente la Food and Drug Administration (FDA) non ha ancora approvato formalmente un test diagnostico per la presenza di infezione da HPV del cavo orale (anche se esistono tamponi per HPV da effettuare nel cavo orale). Una misura profilattica per l’infezione può essere rappresentata dall’uso del condom nei rapporti orali. La vaccinazione anti HPV potrebbe essere uno strumento importante nella lotta contro questo tipo di cancro.

MICHAEL DOUGLAS HA MENTITO SULLA NATURA DEL SUO CANCRO ORALE!  NON ERA LEGATO ALL'INFEZIONE DA HPV. ERA UN CANCRO DELLA LINGUA!

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attività fisica e cancro al senoUna recente revisione sistematica sulla relazione fra attività fisica e carcinoma della mammella ha concluso che:

  • ad ogni età le donne che svolgono regolarmente attività fisica presentano una riduzione del rischio di sviluppare tale tumore pari al 15-20%  .

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NOTIZIA FLASH: LE SIGARETTE ELETTRONICHE NEI GIOVANI SONO DANNOSE?

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electronic-cigarettes-on-planes

L'utilizzo della sigaretta elettronica tra gli adolescenti sta crescendo rapidamente negli US, e il suo consumo non è attualmente soggetto a specifiche normative.

Questo studio dimostra che l'uso della sigaretta elettronica è associato a:

  • maggiore probabilità di fumare sigarette convenzionali, attualmente o in futuro;
  • maggiore probabilità di divenire fumatori abituali;
  • maggiore probabilità di pianificare di smettere di fumare, tra i fumatori attuali;
  • minore probabilità di astinenza da sigarette convenzionali, tra i fumatori non abituali.

L'utilizzo delle sigarette elettroniche non scoraggia il consumo di sigarette convenzionali tra gli adolescenti, ma anzi potrebbe favorirne l'uso.

Niaura RS, et al. JAMA Pediatr.