La Chlamydia Trachomatis: il nemico invisibile della fertilità

Che cos’è la Chlamydia Trachomatis?

La Chlamydia Trachomatis è un microrganismo che si diffonde attraverso il contatto sessuale.

La Chlamydia si localizza a livello del collo uterino, nel canale cervicale, può infettare l’uretra e coinvolgere l’endometrio, le tube, le ovaie e il peritoneo.  Può infettare anche la gola se trasmessa attraverso un rapporto orale. 

In rari casi può essere trasmessa dalla madre al neonato attraverso il parto vaginale (trasmissione verticale), interessando principalmente le mucose oculari e del naso-faringe.

Nel 70 % dei casi l’infezione è completamente asintomatica: se non viene riconosciuta e curata può portare la donna a infertilità.

Che possibilità ho di contrarre la Chalmydia T.?

La Chlamydia trachomatis è l’infezione batterica sessualmente trasmessa (IST) più diffusa a livello mondiale.

Secondo il rapporto 2021 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si stima che ogni anno si verifichino circa 129 milioni di nuovi casi di infezione da Chlamydia trachomatis a livello mondiale.

I Centers for Disease and Prevention americani e il National Health Service inglese segnalano un’incidenza del  10% di infezione di Chlamydia tra le donne sessualmente attive al di sotto dei 25 anni. 

In Italia questa infezione non è sottoposta a notifica obbligatoria per cui non è possibile avere una valutazione precisa.

Secondo i rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Sistema di Sorveglianza delle IST nel 2022 i casi notificati nei centri sentinella sono stati 3.185, rappresentando circa il 13,7% di tutte le IST batteriche diagnosticate.

Tuttavia, si stima che i casi reali siano almeno 10–20 volte superiori, con una prevalenza del 3–5% nelle donne sessualmente attive inferiore a 25 anni.

Il 53,4% dei casi di Chlamydia è stato segnalato in uomini eterosessuali, il 14,5% in maschi che fanno sesso con maschi (Msm) e il 32,2% in donne.

Nella maggior parte dei casi l’infezione interessa le adolescenti e le giovani sessualmente attive.

diffusione della chlamydia

Poiché circa il 70% delle donne e il 50% degli uomini infetti sono asintomatici, l’assenza di sintomi favorisce la trasmissione inconsapevole e ritarda il trattamento, aumentando il rischio di complicanze a lungo termine.

L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è ridurre del 90% le infezioni da Chlamydia e Gonorrea entro il 2030 attraverso screening, accesso universale alla diagnostica molecolare e tracciamento dei partner.

Impariamo a conoscere i sintomi della Chlamydia T:

Il sospetto diagnostico di infezione è posto più facilmente nel maschio che nella femmina. Le eventuali manifestazioni cliniche compaiono dopo una-tre settimane dalla contrazione dell’infezione

Sintomi nelle donne

sintomi della clamydia nelle donne
  • Cervicite (infiammazione del collo dell’utero): leucorrea mucopurulenta, sanguinamento post-coitale o intermestruale.
  • Uretrite: disuria (bruciore urinario), pollachiuria, sensazione di peso sovrapubico.
  • Dolore pelvico persistente o intermittente, spesso legato all’evoluzione verso una malattia infiammatoria pelvica (PID).
  • Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali).
  • Sanguinamenti anomali, anche in assenza di mestruazioni.
  • Infertilità tubarica: può essere la prima manifestazione clinica nei casi non diagnosticati.
  • Gravidanze ectopiche, legate a danno tissutale tubarico da infezione cronica non trattata.

NB: molte donne scoprono l’infezione solo durante indagini per infertilità o screening prenatale.

Sintomi negli uomini

uretrite da Chlamydia
  • Uretrite: secrezione uretrale trasparente o mucopurulenta, spesso modesta (soprattutto al mattino).
  • Disuria, bruciore o fastidio alla minzione.
  • Dolore testicolare o gonfiore (epididimite), talvolta associato a febbricola.
  • Dolore inguinale.
  • In alcuni casi, l’infezione può complicarsi in prostatite o infertilità maschile (oligo-asteno-teratozoospermia).

Infezioni anorettali, orofaringee e congiuntivali

  • Anorettali (più frequenti in maschi omosessuali e donne con rapporti anali): dolore anale, prurito, perdite mucose, tenesmo, sanguinamento rettale; spesso asintomatiche.
  • Faringee: raramente sintomatiche; occasionalmente faringodinia o linfadenopatia laterocervicale.
  • Congiuntivite da Chlamydia: può comparire per auto-inoculazione, con secrezione mucopurulenta, arrossamento oculare, fotofobia.
  • Neonatale: in caso di trasmissione perinatale può causare congiuntivite neonatale (5–12 giorni dopo il parto) e polmonite interstiziale tra 4–12 settimane di vita.

Ma cosa succede se trascuriamo l’infezione da Chlamydia e non facciamo la terapia necessaria?

 La temibile malattia infiammatoria pelvica (PID)

malattia infiammatoria pelvica PID

Se non trattata, l’infezione può progredire causando conseguenze importanti. La complicanza più tipica è la malattia infiammatoria pelvica (pelvic inflammatory disease  o PID) che può avere un’incidenza fino al 30% nelle donne affette da cervicite da Chlamydia.

L’infezione da Chlamydia si instaura nel tratto genitale inferiore (cervice, uretra). In assenza di trattamento, i microrganismi ascendono attraverso il canale cervicale, raggiungendo l’endometrio, le tube e il peritoneo pelvico.

ll processo infiammatorio e di riparazione cicatriziale (con produzione di sierosità all’interno della pelvi che provoca aderenza e stiramento delle tube ovaie e utero) può comportare un danno permanente con:

  • Danni all’epitelio tubarico e chiusura delle tube
  • Formazione di aderenze
  • Idratosalpinge o ascesso tubo-ovarico
  • gravidanze extrauterine. Il rischio di gravidanza extra-uterina nelle donne che hanno avuto una PID è 7-10 volte maggiore di quello di donne senza una storia di PID
  • Infertilità (nel 10-20% dei casi di PID)
  • dolore cronico. Nel 15% delle donne che hanno contratto una PID si sviluppa a lungo termine un dolore pelvico cronico che probabilmente è correlato alle aderenze pelviche delle ovaie e delle tube.

La PID è una malattia importante, che spesso richiede ospedalizzazione, somministrazione endovenosa degli antibiotici e attenta sorveglianza per le complicazioni dovute a infezioni ricorrenti.

Quali sono i fattori associati al rischio di contrarre la Chlamydia T.

  • età inferiore a 25 anni
  • nuovo partner negli ultimi sei mesi
  • partners con infezioni sessualmente trasmesse in atto o negli ultimi sei mesi
  • mancato o discontinuo o non corretto uso del profilattico
  • precedente infezione sessualmente trasmessa.
  • cervicite muco-purulenta in atto

Attenzione! La Chlamydia non può essere trasmessa in questi modi!!

come si trasmette la clamydia
  • Dal contatto con un wc, una piscina o una sauna utilizzati da una persona infetta
  • Dal contatto con una superficie su cui ha tossito o starnutito una persona infetta
  • Dalla vicinanza di una persona infetta.
  • Condividendo il luogo di lavoro con una persona infetta

Come si può prevenire la diffusione della Chlamydia T?

come proteggersi dalla chlamydia
  •  Usando il profilattico, maschile o femminile
  • Consultando il ginecologo se si pensa di aver contratto l’infezione o si è a rischio di contrarla.
  • Limitando il numero dei partners sessuali
  • Decidendo, se si ha un nuovo partner, di eseguire entrambi il test diagnostico prima di cominciare ad avere rapporti sessuali. 
  • Eseguendo regolarmente lo screening per Chlamydia se si è comprese nel gruppo di donne ad alto rischio di infezione.
  • Parlandone con le persone. Parlare della Chlamydia, del rischio di infezione, dei fattori di rischio, dei benefici di uno screening regolare, dell’importanza del profilattico. Le malattie sessualmente trasmesse sono più comuni laddove è maggiore l’ignoranza della malattia.

Che test usiamo per la diagnosi della Chlamydia?

test per la chlamydia

I tests molecolari NAAT sono lo standard diagnostico d’elezione per la Chlamydia trachomatis.

  • hanno una sensibilità: >95%
  • hanno una specificità: >98%
  • Rilevano DNA o RNA batterico

Nelle donne:

La diagnosi si effettua ricercando la presenza della Chlamydia tramite un tampone inserito a livello del canale cervicale.

  • Il Test sulle urine primo getto. La ricerca può essere eseguita sulle urine primo getto. I risultati però hanno dimostrato una sensibilità leggermente inferiore rispetto a quelli ottenuti sulle secrezioni cervico-vaginali.
  • Il pap-test non è di alcun aiuto ai fini della diagnosi di Chlamydia.

Negli uomini

La diagnosi si effettua ricercando la presenza della Chlamydia con:

  • Il Tampone uretrale. La diagnosi si effettua inserendo un tampone a livello della parte terminale dell’uretra.
  • Il Test sulle urine primo getto è comunemente usato nell’uomo. Sebbene sia meno sensibile del tampone uretrale è un test di facile esecuzione e meno doloroso.
  • Il Test sul liquido seminale. La Chlamydia viene ricercata anche sullo sperma.

La ricerca degli anticorpi anti-chlamydia nel sangue non è utile nella diagnosi di infezione del tratto urogenitale a causa della bassa sensibilità e specificità del test.

Per quanto tempo posso diffondere l’infezione da Chlamydia?

come ho preso la clamidia?

Una persona infetta continua a diffondere la Chlamydia finchè non si sottopone a una adeguata terapia.

Una pregressa infezione conferisce l’immunità verso successive infezioni da Chlamydia?

test per la clamydia

Una pregressa infezione non rende il soggetto immune da una successiva infezione da Chlamydia.

Cosa può succedere se ho la Chlamydia e sono in gravidanza?

In gravidanza l’infezione da Chlamydia può provocare la rottura prematura delle membrane amniotiche e il parto pretermine.

E’ necessario informare i precedenti partners?

infezione del partner clamydia

I precedenti partners (incontrati fino a 2 mesi prima del contagio) di un soggetto infetto dovrebbero essere informati del rischio di aver preso l’infezione, offrendo loro un trattamento antibiotico preventivo e/o  i test diagnostici.

Le donne asintomatiche devono controllarsi? lo screening della chlamydia

Nelle donne in età giovanile o che non hanno ancora avuto figli è necessario fare diagnosi precoce delle forme asintomatiche, ancora di più se si è iniziata l’attività sessuale prima dei 18 anni o se si sono avuti più di 3 partners senza utilizzare il preservativo.

A tal scopo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sono in atto numerosi programmi di screening per la diagnosi precoce dell’infezione nei soggetti a rischio mediante l’esecuzione di test diagnostici per Chlamydia

Qual’ è il trattamento appropriato per l’infezione da chlamydia?

come curare la clamydia

Il trattamento è antibiotico.

  • Gli antibiotici di scelta sono generalmente la Doxiciclina, Cefalosporine, Metronidazolo.
  • I pazienti che effettuano il trattamento dovrebbero avere rapporti protetti fino alla negativizzazione del test diagnostico.
  • Comunque è possibile contrarre nuovamente l’infezione se il partner non ha eseguito anch’esso il trattamento.

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