L'atrofia vulvare è una condizione multifattoriale determinata principalmente dalla carenza di estrogeni, tipica della menopausa ma non solo, che influisce profondamente sulla struttura e sulla funzione della mucosa vulvare.
Vari elementi come la compromissione della proliferazione epiteliale, la riduzione del glicogeno con l'alterazione del microbiota, le modificazioni vascolari e la riduzione della componente elastica inducono atrofia vulvare e una serie di sintomi che incidono significativamente sulla qualità della vita delle pazienti.
Comprendere i meccanismi fisiopatologici sottostanti è essenziale per sviluppare strategie terapeutiche efficaci, che includano trattamenti ormonali, terapie rigenerative e misure preventive mirate a preservare la salute dei tessuti genitali e migliorare il benessere complessivo delle pazienti.
⋄ L'Epitelio e l'Atrofia Vulvare
A livello cellulare, gli estrogeni promuovono la proliferazione delle cellule epiteliali, favorendo il mantenimento di uno strato epiteliale spesso e funzionale.
L'epitelio vulvare, sotto l'influenza estrogenica, si rinnova continuamente attraverso un delicato equilibrio tra proliferazione e desquamazione cellulare.
Le cellule epiteliali superficiali della mucosa vulvare, che costituiscono lo strato più esterno dell'epitelio squamoso cheratinizzato, forniscono una protezione meccanica contro traumi e infezioni.
La carenza di estrogeni sconvolge questo equilibrio, provocando una riduzione della cheratinizzazione e un'alterazione del processo di esfoliazione cellulare. L'epitelio diventa più sottile e meno resistente agli stress meccanici, con una maggiore predisposizione a microtraumi e infezioni.
⋄ Il Ruolo del Glicogeno e il Mantenimento del Microbiota
Le cellule epiteliali mature contengono elevate concentrazioni di glicogeno, che viene rilasciato durante il processo di esfoliazione cellulare.
Il glicogeno è un polisaccaride (zucchero) complesso che riveste un ruolo cruciale nel mantenimento dell'equilibrio della flora vulvo-vaginale in quanto funge da nutriente per i lattobacilli del microbiota locale.
I lattobacilli infatti metabolizzano il glicogeno e producono l'acido lattico necessario per mantenere il pH vulvo-vaginale acido. Questo meccanismo contribuisce a creare un ambiente vaginale ostile alla proliferazione di microrganismi patogeni.
Inoltre, un microbiota sano, supportato dalla presenza di glicogeno, è essenziale per la produzione locale di sostanze antimicrobiche.
La carenza di estrogeni determina la riduzione del contenuto di glicogeno nelle cellule epiteliali, provocando una disbiosi del microbiota con riduzione dei lattobacilli, una conseguente drastica diminuzione della produzione di acido lattico e l'aumento del pH vaginale. Tutto ciò favorisce la proliferazione di batteri e lieviti opportunisti, tra cui Gardnerella vaginalis e Candida.
L'alterazione del microbiota può inoltre indurre uno stato di infiammazione cronica di basso grado che contribuisce all'indebolimento della barriera epiteliale e provoca ulteriore riduzione delle difese immunitarie vulvari.
Quando l'infiammazione persiste, la vulnerabilità della mucosa vulvare aumenta, causando sintomi quali bruciore, prurito e la maggiore predisposizione alle infezioni ricorrenti.
⋄ La Vascolarizzazione della Mucosa 
La vascolarizzazione della mucosa vulvare è un elemento essenziale per il mantenimento della sua funzionalità. Gli estrogeni svolgono un ruolo determinante favorendo la vasodilatazione e la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questo garantisce un adeguato apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti, preservandone l'integrità e la capacità rigenerativa.
Con la riduzione dei livelli di estrogeni si verifica un progressivo processo di vasocostrizione che compromette l'afflusso di sangue alla mucosa vulvare. Questa alterazione influisce negativamente sulla nutrizione cellulare e sulla capacità rigenerativa dei tessuti, accelerando il processo di atrofia vulvare.
Si viene infatti a determinare una carenza di ossido nitrico che porta alla riduzione del calibro dei vasi sanguigni, limitando ulteriormente il flusso ematico locale e aggravando la sofferenza cellulare. La formazione di nuovi vasi sanguigni risulta compromessa, con diminuzione della rigenerazione tissutale.
Un ulteriore effetto negativo è la comparsa di atrofia del tessuto connettivo perivascolare: le fibre di collagene ed elastina che circondano i vasi sanguigni subiscono un processo di degradazione, indebolendo la stabilità della rete vascolare e aggravando la perdita di elasticità dei tessuti.
La ridotta perfusione sanguigna provoca un incremento della secchezza e della fragilità della mucosa, che perde la sua capacità di trattenere acqua e diventa progressivamente più sottile. Ciò determina anche una maggiore predisposizione ai microtraumi, aumentando il rischio di lesioni e infiammazioni croniche.
⋄ L’ Elasticità della Mucosa nell'Atrofia Vulvare
Come abbiamo visto, in condizioni normali la mucosa vulvare è strutturata per mantenere una superficie elastica e idratata.
L'elasticità della mucosa vulvare dipende in particolare dalla presenza di componenti strutturali fondamentali come collagene ed elastina . Queste molecole conferiscono ai tessuti la capacità di resistere alle sollecitazioni meccaniche e di mantenere un livello ottimale di idratazione. Gli estrogeni regolano la sintesi di queste sostanze, assicurando il corretto equilibrio tra produzione e degradazione.
Il collagene, in particolare di tipo I e III, garantisce resistenza meccanica e coesione strutturale alla mucosa, rendendola robusta e capace di sopportare stress meccanici. Le fibre di elastina, situate nella lamina propria, conferiscono flessibilità ai tessuti, permettendo loro di ritornare alla forma originale dopo un allungamento o una compressione.
La carenza di estrogeni altera profondamente questa architettura tissutale, portando a una progressiva riduzione della produzione di collagene ed elastina .
L'attività delle metalloproteinasi (MMPs), enzimi responsabili della degradazione di collagene ed elastina, aumenta significativamente in assenza di estrogeni, causando una riduzione della densità delle fibre di supporto.
Questo fenomeno si traduce in una rigidità crescente della mucosa, che perde elasticità e diventa meno capace di sopportare le sollecitazioni meccaniche quotidiane.
⋄ L'Acido Ialuronico nell'Atrofia Vulvare
Anche la matrice extracellulare, costituita da acido ialuronico e proteoglicani, gioca un ruolo essenziale nel mantenimento dell'idratazione e del turgore tissutale, poiché queste molecole trattengono grandi quantità di acqua, dando plasticità alla mucosa.
Con la riduzione del livello di estrogeni, la matrice extracellulare subisce alterazioni che compromettono ulteriormente la sua funzione protettiva in quanto la diminuzione di acido ialuronico e proteoglicani riduce la capacità della mucosa di trattenere acqua e di mantenere il turgore.
Di conseguenza, i tessuti diventano meno flessibili e più vulnerabili a microfessurazioni e ulcerazioni, favorendo la comparsa di secchezza e riducendo la capacità della mucosa di resistere agli agenti irritanti.
La perdita di elasticità della mucosa vulvare ha conseguenze dirette sulla sua capacità di adattarsi agli stress meccanici quotidiani, come quelli legati ai rapporti sessuali o all'uso di assorbenti interni. La mucosa diventa più suscettibile a microtraumi e irritazioni, provocando una sintomatologia dolorosa che può manifestarsi sotto forma di dispareunia, ovvero dolore durante i rapporti sessuali.
Per contrastare questi effetti ed evitare l'atrofia vulvare, diventa essenziale un approccio terapeutico mirato, volto a ripristinare l'idratazione e la resistenza tissutale, al fine di preservare la funzionalità e il benessere della mucosa vulvare.
Le Manifestazioni Cliniche dell’Atrofia Vulvare e le Implicazioni per la Qualità della Vita
Le alterazioni strutturali e biochimiche della mucosa vulvare, legate alla carenza di estrogeni che tipicamente si verifica nella menopausa, si traducono in sintomi evidenti e spesso debilitanti, dovuti alla progressiva riduzione della sua capacità di adattamento e protezione.
Secchezza, Fragilità, Bruciore, Prurito nell'Atrofia Vulvare
L'assottigliamento dell'epitelio e la ridotta proliferazione cellulare contribuiscono a una maggiore fragilità della mucosa, predisponendola a lesioni anche in seguito a minimi traumi meccanici. A ciò si aggiunge una progressiva riduzione della lubrificazione naturale, poiché il metabolismo alterato delle cellule epiteliali compromette la produzione delle secrezioni fisiologiche.
Tra le manifestazioni più comuni vi è la secchezza vulvare, una condizione derivante dalla ridotta idratazione e dalla perdita di acido ialuronico. Questo sintomo è frequentemente associato a prurito e bruciore, determinati dall'aumentata sensibilità della mucosa e dallo stato infiammatorio cronico che si sviluppa a seguito dell'alterazione del microbiota.
La Dispareunia
La dispareunia, ovvero il dolore durante i rapporti sessuali, rappresenta un'altra conseguenza diretta della perdita di elasticità e della fragilità tissutale. La mucosa assottigliata e meno lubrificata non è in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche, provocando disagio e microtraumi che possono peggiorare nel tempo.
Le Infezioni
Inoltre, la riduzione della funzione protettiva favorisce la comparsa di infezioni ricorrenti, tra cui vaginosi batteriche e candidosi, aggravando ulteriormente la sintomatologia delle pazienti.
Anche l'aspetto esteriore subisce modificazioni visibili: con la comparsa di atrofia vulvare le grandi e piccole labbra possono apparire appiattite o retratte, mentre l'introito vaginale può risultare ridotto, conferendo alla zona un aspetto invecchiato.
Tutte queste alterazioni incidono profondamente sul benessere fisico e psicologico delle donne affette da atrofia vulvare, limitandone la vita sociale e affettiva. Per questo motivo, è essenziale intervenire con strategie mirate volte a preservare l'integrità e la funzionalità della mucosa, migliorando la qualità della vita delle pazienti.
Conclusioni
L'atrofia vulvare è una condizione multifattoriale determinata principalmente dalla carenza di estrogeni, che influisce profondamente sulla struttura e sulla funzione della mucosa vulvare. La compromissione della proliferazione epiteliale, la riduzione del glicogeno, l'alterazione del microbiota, le modificazioni vascolari e la riduzione della componente elastica portano a una serie di sintomi che incidono significativamente sulla qualità della vita delle pazienti. La comprensione dei meccanismi fisiopatologici sottostanti è essenziale per sviluppare strategie terapeutiche efficaci, che includano trattamenti ormonali, terapie rigenerative e misure preventive mirate a preservare la salute dei tessuti genitali e migliorare il benessere complessivo delle donne. TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE:
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