La vulvodinia è una condizione complessa, spesso invisibile e difficile da diagnosticare, caratterizzata da dolore cronico vulvare senza evidenti cause identificabili. Per le pazienti questa esperienza può essere frustrante e debilitante, influenzando profondamente la qualità della vita.
Infatti la vulvodinia è una malattia difficile da affrontare, non solo per il dolore fisico che provoca ma anche per le emozioni che porta con sé. Molte donne che ne soffrono raccontano di sentirsi sole, non comprese o, peggio, svalutate quando cercano un aiuto. Ecco perché il rapporto con il medico diventa un elemento fondamentale per affrontare questa sfida: non si tratta solo di trovare la cura giusta, ma di sentirsi ascoltate, rispettate e sostenute lungo tutto il percorso.
Le Sfide del Rapporto Medico-Paziente nella Vulvodinia
La vulvodinia comporta diverse sfide nella gestione del rapporto medico-paziente. Il dolore può essere invisibile, spesso senza segni clinici evidenti, portando le pazienti a sentirsi non credute o sottovalutate. E’ una patologia che ha una diagnosi ritardata, possono passare anni prima che una paziente riceva una diagnosi corretta, consultando più specialisti senza risultati concreti. Il forte impatto sulla vita emozionale può generare ansia, depressione e sentimenti di isolamento, rendendo necessario un approccio sensibile ed empatico. Essendo un argomento intimo e delicato, parlare del dolore vulvare e delle difficoltà sessuali può essere imbarazzante per la paziente, per cui un ambiente rispettoso è essenziale.
Un rapporto Medico-Paziente efficace nella Vulvodinia
Una relazione medico-paziente di qualità è essenziale per gestire la vulvodinia in modo efficace. Esistono degli elementi chiave da valutare in questo rapporto:
- _ L’ empatia. La paziente deve sentirsi compresa, ascoltata e accolta senza giudizio. Sentirsi dire “Capisco quanto possa essere difficile per lei” aiuta a instaurare fiducia e confermare l’esperienza della paziente. Il medico dovrebbe ascoltare la storia della paziente senza interromperla, dedicandole il tempo necessario. Poter raccontare i sintomi, le paure e l’impatto che la vulvodinia ha sulla vita quotidiana è fondamentale. Un medico attento non minimizzerà ciò che si prova, ma aiuterà a sentirsi comprese.
- _ Un aspetto cruciale del rapporto medico-paziente nella vulvodinia riguarda la conferma dell’esperienza della paziente. Frasi come: “Il suo dolore è reale, e lavoreremo insieme per alleviarlo”, “Non è sola, ci sono trattamenti che possono aiutarla”, riducono il senso di isolamento e creano una relazione di fiducia.
- _Una comunicazione chiara e aperta. Bisogna utilizzare un linguaggio semplice per spiegare la condizione, evitando termini tecnici confusi. Dare spazio alle domande della paziente e rispondere in modo dettagliato. La vulvodinia è una condizione complessa e molte pazienti arrivano alla visita senza sapere esattamente cosa stia accadendo.
- Un buon medico spiegherà cos’è la vulvodinia e perché provoca dolore, i possibili fattori che contribuiscono ai sintomi, le opzioni terapeutiche disponibili, spiegandone i pro e i contro. Comprendere la propria condizione è il primo passo per affrontarla con più serenità.
- _ Un ascolto attivo. E’ indispensabile raccogliere con attenzione la storia clinica e personale della paziente. Non interrompere e dare tempo alla donna di esprimere le proprie preoccupazioni. Parlare del dolore vulvare e delle difficoltà sessuali può essere imbarazzante, ma un medico empatico creerà un ambiente in cui ci si senta al sicuro, non giudicate o ignorate.
- _ Il coinvolgimento della paziente nel processo decisionale è molto importante, discutendo le opzioni terapeutiche e spiegandone benefici o rischi. Coinvolgere la paziente nella scelta del trattamento aumenta inoltre l’aderenza alla terapia e la fiducia nel processo terapeutico. Un medico che coinvolge nel processo decisionale permette di essere parte attiva del percorso di cura. Questo significa discutere insieme le opzioni disponibili e scegliere quelle che meglio si adattano alle proprie esigenze e al proprio stile di vita
- _ La vulvodinia non si risolve con una sola visita. Un medico attento accompagnerà la donna lungo tutto il percorso, monitorando i progressi e adattando il trattamento se necessario.
- _ Bisogna spiegare la multidimensionalità della condizione, comprendendo che la vulvodinia non è solo un problema fisico, ma coinvolge anche aspetti psicologici, relazionali e sociali.
- _ Poiché la vulvodinia è una condizione complessa, è importante che il medico comunichi con onestà che il percorso terapeutico potrebbe richiedere tempo. che potrebbe essere necessario provare diverse opzioni prima di trovare la combinazione più efficace, che il miglioramento è spesso graduale.
La Collaborazione Multidisciplinare
Un buon rapporto medico-paziente prevede anche la collaborazione con altri specialisti come fisioterapisti per trattare le alterazioni funzionali del pavimento pelvico, psicologi o sessuologi per affrontare l’impatto emotivo e relazionale del dolore.
Altri medici specialisti che possono essere coinvolti nel processo diagnostico e terapeutico sono gli urolologi e i dermatologi, se necessario. La paziente deve essere coinvolta in ogni fase di questa collaborazione, comprendendo il ruolo di ciascun professionista.
Errori da Evitare nel Rapporto con le Pazienti con Vulvodinia
Minimizzare il dolore, dire “È solo nella sua testa” o “Imparerà a conviverci”, evocare dubbi sull’origine del dolore sono atteggiamenti deleteri. Anche se non ci sono cause visibili, il dolore deve essere sempre riconosciuto come reale. Inoltre la mancanza di empatia, una relazione fredda o impersonale, può portare la paziente a sentirsi trascurata o non compresa.
Conclusioni
La vulvodinia non è una condizione visibile. Non ci sono segni evidenti come un’infezione o una ferita che possano spiegare il dolore. Questo può far sentire le pazienti incomprese, soprattutto quando il dolore viene minimizzato o ignorato. Un medico che prenda sul serio i tuoi sintomi, ti ascolti con attenzione e ti accompagni con empatia può fare una grande differenza. Nella gestione della vulvodinia, il rapporto medico-paziente è un elemento centrale per il successo terapeutico. La fiducia, l’empatia e la comunicazione chiara sono essenziali per creare un ambiente in cui la paziente si senta ascoltata e supportata. Grazie a un approccio multidisciplinare e personalizzato, è possibile non solo alleviare il dolore, ma anche migliorare la qualità della vita della paziente, restituendole la serenità e il controllo sulla propria salute.
Dove senti fatica lascia andare. Lascia andare le troppe spiegazioni. Chi ti ama sa, non ha bisogno di giustificazioni. Lascia andare chi non è capace di gioire per te. Lascia andare le persone che aspettano sempre sia tu a cercarle. Lascia andare la polvere sui mobili e i panni da lavare.
Pulisci piuttosto i pensieri e profuma l'anima. Fatti del bene, cammina nel bosco, viaggia dentro un libro, ascolta musica e canta. Esci, chiudi la porta e pensa un po' a te, che la polvere sul pavimento ti aspetterà anche domani ma tu no, non puoi aspettare più.
Lascia andare i pettegolezzi, i pensieri inutili, le parole taglienti della gente. Lascia andare i giudizi sbagliati, che chi non ha camminato con le tue scarpe non può sapere perché usi quel passo. Lascia andare i desideri in eccesso.
Tieniti piccoli sogni importanti, obiettivi vicini, tieniti tempo e lascia andare l'invidia, che dietro ad ogni vita ci sono pensieri e dolori, anche dietro a quella che sembra perfetta.
Lascia andare i tuoi figli per la loro strada, rimani un passo indietro pronta ad aiutarli se te lo chiederanno. Non ti stupire delle pagine bianche. Dove tu non avrai soluzioni loro ti aiuteranno a scrivere. Perché essere genitori si impara e si impara con i figli per mano.
Lascia andare la gonna stretta che vuoi chiudere a forza. Accetta la persona che sei adesso. La tua taglia in più comprende esperienze, storie, emozioni che hanno il diritto di star comode dentro di te. Lascia andare la perfezione che non è di questo mondo, non è del tuo corpo. Non è e basta. Il modo imperfetto è quello delle favole dove tutto si può inventare " C'era una volta un mago..." e c'eri una volta tu.
Impara a raccontarti per capire la favola che sei stata, senza nemmeno rendertene conto. Figlia, studentessa, amica, donna in carriera, single per scelta, madre severa, moglie tradita, amante.
Ora lascia andare e amati, perdonati, appoggia i pesi, chiedi aiuto, respira. Ringrazia per la tua libertà. Per la libertà di scegliere. Di parlare. Di studiare. Di sposarti, di ripensarci, di farlo ancora. Dai valore a ciò che hai. Dai valore a te stessa, Lascia andare i pesi e vola.
Che dal cielo tutto ha un'altra prospettiva.
Irene Renei
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