
L’atrofia vulvare è una condizione molto più comune di quanto si creda. Spesso viene banalizzata come semplice “secchezza intima”, ma in realtà rappresenta un vero e proprio processo di deterioramento dei tessuti vulvari e vaginali, legato principalmente alla carenza di estrogeni. È un problema che riguarda milioni di donne, soprattutto in menopausa, ma può manifestarsi anche in altre fasi della vita: dopo il parto, in allattamento, in seguito a trattamenti oncologici, o in presenza di disfunzioni ormonali. E i suoi effetti vanno ben oltre il disagio fisico.
Gli estrogeni: guardiani della salute vulvo-vaginale
Il tessuto vulvare è un organo dinamico, altamente sensibile alla regolazione ormonale. Gli estrogeni, in particolare, sono i principali responsabili della sua integrità strutturale e funzionale. Stimolano la proliferazione dell’epitelio, la produzione di glicogeno, la vascolarizzazione, la secrezione mucosa, l’elasticità e l’idratazione. In presenza di un adeguato stimolo estrogenico, la mucosa vulvare appare trofica, spessa, ben lubrificata e resistente.
Quando però gli estrogeni calano – come accade fisiologicamente in menopausa o in modo iatrogeno – questo delicato equilibrio si spezza.
Cosa accade nei tessuti: una catena di eventi degenerativi
- Assottigliamento epiteliale: la mucosa diventa sottile, fragile e poco protetta. Le cellule non si rinnovano più con la stessa velocità e le difese locali si riducono.
- Riduzione del glicogeno: con meno glicogeno, i lattobacilli (batteri “buoni” che proteggono la vagina) non riescono a proliferare. Il pH si alza, il microbiota si altera, e si favorisce la colonizzazione da parte di microrganismi patogeni.
- Alterazioni vascolari: il flusso sanguigno diminuisce, portando meno ossigeno e nutrienti. Questo compromette la salute e la rigenerazione cellulare.
- Perdita di elasticità: la degradazione delle fibre elastiche e del collagene porta a un tessuto più rigido, meno capace di adattarsi agli stimoli meccanici.
- Infiammazione cronica subclinica: l’ambiente tissutale si altera, predisponendo a microtraumi, irritazioni, arrossamenti e sensazioni dolorose.
Tutto questo si traduce in una sintomatologia molto fastidiosa: secchezza, bruciore, prurito, senso di corpo estraneo, dolore durante i rapporti (dispareunia), perdite ematiche post-coitali, maggiore vulnerabilità alle infezioni. Non solo: la qualità della vita, la sessualità, il benessere psicologico e la relazione con il proprio corpo possono essere profondamente compromessi.
Atrofia vulvare e qualità della vita
Molte donne faticano a parlare di questi sintomi. Per vergogna, per pudore, o perché li considerano una “normale” conseguenza dell’età. Ma normalizzare il disagio non significa risolverlo. Al contrario, il mancato riconoscimento e trattamento dell’atrofia vulvare può peggiorare progressivamente la situazione. La mucosa atrofica non guarisce spontaneamente e tende a cronicizzare, soprattutto se non si interviene per tempo.
Prevenzione e trattamento: non è mai troppo tardi per iniziare
Oggi disponiamo di numerose opzioni terapeutiche, personalizzabili in base alle esigenze e alle controindicazioni della paziente. Tra le più efficaci:
- Terapia estrogenica locale (in crema, ovuli, compresse o anello vaginale): è il trattamento gold standard, sicuro anche a lungo termine, in assenza di controindicazioni oncologiche.
- Terapie non ormonali: lubrificanti, idratanti, acido ialuronico, polinucleotidi, estratti vegetali, che migliorano la qualità dei tessuti anche in assenza di estrogeni.
- Terapie rigenerative: radiofrequenza, biostimolazione con acido ialuronico e polinucleotidi, PRP (plasma ricco di piastrine), che stimolano la produzione endogena di collagene e migliorano il trofismo mucoso.
- Fisioterapia del pavimento pelvico: in caso di dolore o dispareunia, può aiutare a rilassare la muscolatura, ripristinare la funzionalità e favorire la risposta sessuale.
- Educazione sessuale e supporto psicologico, soprattutto nei casi in cui l’atrofia interferisce con l’intimità o con la percezione del proprio corpo.
La salute vulvare è parte della salute femminile
L’atrofia vulvare non è solo un “problema intimo”: è un campanello d’allarme della salute ginecologica complessiva. Prendersi cura dei propri genitali esterni significa anche difendere la propria identità, la propria sessualità e la propria libertà. Per questo è fondamentale che le donne ricevano informazioni corrette, diagnosi precoci e trattamenti mirati.
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