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MOZART

PIÙ DELLA PREDISPOSIZIONE NATURALE CONTANO L'APPLICAZIONE E L'ESERCIZIO!

Il talento non è tutto per chi insegue l'eccellenza nel suonare uno strumento. Più della predisposizione naturale al pentagramma contano l'applicazione e l'esercizio. Sono loro che nel tempo plasmano le funzioni musicali del cervello, tanto che la perfezione si sfiora solo dopo 18 mila ore di studio costante e indefesso.

La leVIOLINO2zione di umiltà per chi pensa che l'orecchio o il genio innato possano imporsi da sé arriva da uno studio milanese, condotto dal Centro per le neuroscienze dell'università
Bicocca in collaborazione con professori e allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi (pubblicato su Frontiers in Auditory Cognitive Neuroscience)

Per giungere a questa conclusione, gli scienziati sono entrati nelle classi di violino e clarinetto del Conservatorio, osservando da vicino lo sviluppo dei neuroni specchio audiovisuomotori: il sistema cerebrale che permette a un professionista delle note di collegare il gesto al suono non solo quando è lui a impugnare lo strumento, ma anche quando osserva un altro che lo fa.

I primi effetti della modificazione cerebrale sono osservabili dopo 4-6 anni di studio intensivo e continuano progressivamente dopo il diploma e il master: veder suonare attiva anche il saper suonare ed evoca il suono associato al gesto. Fino a 3 anni di studio la percentuale di errore di un musicista è vicina al 50%, mentre solo dopo aver conseguito il diploma (almeno 12-18 mila ore di studio), la percentuale di errore scende sotto il 10%, come per i professori".

TESTA"Il cervello di un musicista è in grado di ricordare milioni e milioni di note musicali, di produrre 1.200 movimenti al minuto e di percepire differenze infinitesime nelle altezze dei suoni. Ma questa capacità", fatta di più "abilità che si intrecciano tra loro in modo multimodale", puntualizzano gli esperti, "richiede un complesso apprendimento da parte del cervello, che interessa numerose regioni visive, uditive e motorie, e che continua anche dopo 12, 15 e addirittura 18 anni di studio".

Come a dire che nessun musicista, nemmeno il più geneticamente dotato, finisce mai di imparare e migliorare. La differenza la fa l'allenamento.

AdnKronos Salute 25 maggio 2015 -

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