QUELLE VOLTE IN CUI L’ACNE E’ UN SINTOMO IMPORTANTE ……… LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO

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ovaio policisticoL’ovaio policistico (PCOs) è una sindrome causata da uno squilibrio ormonale che altera il regolare funzionamento delle ovaie. Il nome “policistico” deriva infatti dall’aspetto delle ovaie che sono piene di piccole cisti a contenuto liquido.

Poniamo quindi attenzione a quei cicli irregolari e a quell’acne fastidiosa……

QUAL’E’ LA CAUSA DELL’OVAIO POLICISTICO?

La PCOs  è frequente e colpisce dal 5 al 10 % delle donne in età riproduttiva. L’eziopatogenesi (causa) della PCOs dipende da molti fattori che interagiscono fra di loro, probabilmente per un’alterazione genetica, e non è ancora chiaro quale sia l’evento che innesca la redonnaazione a catena:

  • L’iperandrogenismo (aumento degli ormoni maschili)

  • L’aumento dell’ormone dell’ipofisi LH, che regola l’ovulazione e che a sua volta aumenta l’iperandrogenismo,

  • L’aumento degli estrogeni circolanti, che incrementano a loro volta la produzione di LH.

Anche l’iperinsulinemia (aumento dell’insulina nel sangue), spesso presente nelle pazienti con PCOs, contribuisce ad aumentare l’iperandrogenismo.

Tutto ciò altera il processo di maturazione dei follicoli ovarici e provoca la comparsa di disordini del ciclo mestruale e dell’ovulazione.

CHE SINTOMI SI POSSONO AVERE?

sintomi ovaio policisticoI sintomi della PCOs in genere iniziano gradualmente. Spesso si manifestano nell’adolescenza, dopo i primi cicli, con la comparsa di irregolarità mestruali. Possono peggiorare nel tempo, specialmente se il peso corporeo aumenta eccessivamente, sino alla manifestazione delle vere disfunzioni metaboliche che si evidenziano prevalentemente in età perimenopausale. Nel 50% dei casi è presente una familiarità.

I disturbi più frequenti comprendono:

  • irregolarità mestruali (80% dei casi) quali oligomenorrea (cicli che ritardano), amenorreaacne e ovaio policistico (assenza del ciclo), metrorragia (sanguinamento irregolare) ,
  • sintomi legati all’iperandrogenismo (60% dei casi) quali irsutismo (aumento della peluria soprattutto a livello del viso, torace, schiena, stomaco ), acne, seborrea e alopecia (caduta dei capelli) . La seborrea è dovuta alla produzione eccessiva di secreto da parte delle ghiandole sebacee a causa dell’iperandrogenismo. L’acne, invece, è causata dall’occlusione dei pori cutanei a causa dell’eccesso di sebo, con conseguente infiammazione e formazione di pus all’interobesità e ovaio policisticono del poro stesso.
  • Obesità (50% dei casi) legata sia all’iperandrogenismo che all’iperinsulinemia, anche se molte donne magre possono avere la PCOs.
  • Infertilità, per ovulazione irregolare o assente, per aborti ripetuti,

Il protrarsi negli anni di questa situazione può provocare importanti alterazioni metaboliche, le più frequenti delle quali sono: l’intolleranza agli zuccheri, il diabete e le dislipidemie (alterazioni del colesterolo e trigliceridi).

Numerosi però sono i casi di policistosi ovarica che non sono accompagnati da significative manifestazioni iperandrogeniche ma che si limitano semplicemente a qualche irregolarità del ciclo, e che negli anni vanno verso un graduale miglioramento spontaneo.

COME SI FA LA DIAGNOSI?

Molto spesso i valori degli androgeni sono aumentati (testosterone libero, DHT, Δ4-androstenedione, DHEA-S),  le  SHBG sono più basse e il rapporto fra gli ormoni ipofisari FSH/LH è invertito. In alcuni casi c’è un innalzamento del valore della prolattina. La curva glicemica e insulinemica possono evidenziare la presenza di insulinoresistenza.

diagnosi ovaio policisticoL’ecografia pelvica spesso mostra un ovaio di dimensioni aumentate per la presenza di numerose piccole cisti di diametro intorno a 1 cm di diametro che altro non sono che follicoli in numero eccessivo, bloccati nel loro processo di maturazione verso l’ovulazione. La presenza di tale aspetto ecografico delle ovaie, però, va valutato con cautela, sia perché può esser riscontrato anche al di fuori della sindrome dell’ovaio policistico, sia perché il suo riscontro non implica necessariamente la presenza di una PCOs.

POSSO FARE PREVENZIONE?

La prevenzione va effettuata soprattutto nelle donne che hanno fattori di rischio per PCOs, ovvero familiarità, iniziali irregolarità mestruali, aumento della peluria prepuberale e sovrappeso.DIETA e ovaio policistico

Tale prevenzione è importante e si basa su una alimentazione controllata ipocalorica e sull’aumento dell’attività fisica, anche in quelle ragazze che, pur non essendo in sovrappeso, hanno una familiarità per PCOs. La dieta ipocalorica determina una riduzione dell’iperinsulinemia e del testosterone con regolarizzazione dei cicli nel 40-50% dei casi.

CHE  TERAPIA  FARE?
La terapia è mirata alla correzione dei sintomi presenti, ovvero alla regolazione dei cicli mestruali, alla cura dell’irsutismo, alla diminuzione del peso e all’induzione dell’ovulazione nelle pazienti che vogliono avere una gravidanza.

Se l’obiettivo principale da raggiungere è la regolarizzazione del ciclo mestruale la terapia consiste nell’assunzione di estrogeni con un progestinico che abbia anche caratteristiche antiandrogene per regolarizzare il ciclo e ridurre i segni dell’iperandrogenismo (acne soprattutto). Una soluzione che non è una cura vera e propria. La pillola, infatti, è una terapia sintomatologica, nel senso che non guarda alla causa, ma solo alle conseguenze della malattia. Serve a mettere a riposo l’ovaio, che così non produce più ormoni androgeni. Dopo la sospensione la sintomatologia potrebbe ricomparire.

Un nuovo approccio terapeutico prevede anche il trattamento dell’insulino-resistenza. La metformina sembra aumentare, in tempi brevi e indipendentemente dalla perdita di peso, la frequenza delle ovulazioni spontanee

Nel caso si voglia ottenere una gravidanza è necessario utilizzare dei farmaci per indurre un’ovulazione. Il clomifene è uno dei farmaci che viene normalmente utilizzato a questo scopo.images

"TUTTI GLI UOMINI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO LA BARBA, E LA MAGGIOR PARTE DELLE DONNE "

 

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PISOLINO POMERIDIANO E… IPERTENSIONE SANGUIGNA! NOTIZIA FLASH

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Il pisolino pomnap2eridiano e’ associato alla diminuzione della pressione sanguigna e alla riduzione delle medicine antiipertensive!

Questi sono i risultati di uno studio presentato all'ultimo Meeting annuale della European Society of Cardiology su 386 pazienti di mezz'età affetti da ipertensione.

I risultati mostrano che le penap2rsone che fanno regolarmente il pisolino pomeridiano hanno una diminuzione media del 5% della pressione sistolica sanguigna nelle 24 ore rispetto ai soggetti che non dormono il pomeriggio. I livelli di velocità dell’onda sfigmica sono più bassi dell’11% e il diametro dell’atrio sinistro ridotto del 5%.

Inoltre le persone che fanno regolarmente il pisolino pomeridiano usano una minore quantità di farmaci antiipeertensivi!

PERCHE’ DOBBIAMO TUTTE FARE IL PAP TEST!

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come funziona il pap testIl pap test è un esame di screening per il cancro del collo dell’utero (cervice).  

Un test di screening è un esame eseguito a tappeto su tutta la popolazione a rischio, che al momento del test non presenta alcun sintomo, né segno clinico di malattia. Il termine pap test deriva dal cognome del medico che ha inventato questa metodica nel 1943, il greco Dott. Papanicolau, di cui “pap” è un’abbreviazione.Dott. Papanicolau

E’ importante che tu sappia che il cancro della cervice si può prevenire! Il Pap Test può salvare la vita di una donna.  L’80% delle donne che ha avuto un cancro invasivo della cervice non aveva fatto un pap test negli ultimi 5 anni!

Il pap test è un esame semplice, veloce e essenzialmente indolore. Evita di avere rapporti nelle 12 ore prima del pap test e di usare ovuli o creme vaginali i giorni precedenti. Uno speculum viene inserito nella vagina e leggermente aspeculumperto per evidenziare il collo dell’utero. Generalmente l’inserimento non provoca dolore se viene applicato un po’ di gel lubrificante sul bordo dello speculum. Vengono eseguiti sul collo dell'utero 2 prelievi di cellule: uno esterno, con una spatola piatta strusciata delicatamente sulla cervice; e uno interno, mediante un piccolo spazzolino inserito e ruotato nel canale cervicale. La spatola e lo spazzolino si strisciano su un vetrino e si fissano con uno spray isolante, oppure si immergono in una soluzione che viene centrifugata e usata per allestire il vetrino. Il vetrino viene analizzato con un microscopio per evidenziare le eventuali anomalie cellulari presenti nel campione.

Alcune recenti linee guida internazionali  consigliano di:

  • iniziare l’esecuzione del pap test a partire dai 21 anni di età o entro i 3 anni dall’inizio dei rapporti sessuali.spatole2
  • ripetere il pap test almeno ogni tre anni e comunque secondo il consiglio del ginecologo.
  • smettere di fare il pap test in donne di età superiore a 65 – 70 anni se hanno avuto almeno 3 pap test normali nei precedenti 10 anni.
  • smettere di fare il pap test in donne che hanno avuto l’asportazione completa dell’utero (isterectomia totale) a meno che non ci siano state alterazioni importanti del pap test, cancro della cervice o altre neoplasie pelviche.

Anche le donne che hanno fatto il vaccino per il Papillomavirus devono seguire queste raccomandazioni mentre chi ha avuto una precedente diagnosi di lesioni precancerose o le donne immunodepresse (come le HIV positive) devono fare il pap test più frequentemente. Il pap test si può fare anche durante la gravidanza.

Se hai più di 30 anni può essere consigliabile associare al pap test il tampone HPV DNA TEST per la ricerca del Papillomavirus (virus che può causare il cancro della cervice uterina) per migliorare il valore predittivo del test.

La sensibilità del pap test (che indica quanti esami anormali vengono erroneamenteIn cosa consiste il pap test classificati come normali, o falsi negativi) è abbastanza buona. E' comunque un dato di fatto che su 100 pap test eseguiti vi possono essere 5-30% di risposte sbagliate ovvero di risposte falsamente negative in cui l'alterazione cellulare è già presente.

La sua specificità (che indica quanti esami normali vengono classificati come anormali o falsi positivi) è migliore, anche se non perfetta, con un 5-15% di test erroneamente positivi.

Per questo motivo è assolutamente importante fare il pap test regolarmente considerando che il cancro della cervice ha una crescita pittosto lenta.

Il pap test non è idoneo per la diagnosi di altri tumori come il cancro dell’ovaio, della vagina o dell’endometrio. Questo tipo di malattie vengono diagnosticate con la visita ginecologica annuale associata all’ ecografia endovaginale.

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La crioconservazione degli ovociti: cosa è e a che cosa serve, che rischi ha?
Recentemente le società Apple e Facebook si sono offerte di pagare il costo della crioconservazione (congelamento) degli ovociti come benefit per le loro dipendenti donne.

La comunicazione delle due compagnie è arrivata nel 2013 contemporaneamente all’annuncio, da parte della American Society of Reproductive Medicine (ASRM) e della Society for Assisted Reproductive Technology (SART), che la tecnica di crioconservazione degli ovociti non è più considerata sperimentale.

Questa offerta è ritenuta, da alcuni esperti del settore, una grande opportunità per la donna di scegliere quando avere un figlio. Secondo alcuni studiosi la crioconservazione degli ovociti è una sorta di “investimento riproduttivo” che può essere riscosso più tardi nella vita, se necessario, e che toglie alla donna la pressione di avere un figlio in tempi stretti per potersi dedicare con più serenità alla carriera. Tale pratica dovrebbe essere effettuata intorno ai 35 anni in donne che non hanno programmato di avere un figlio a breve termine.OROLOGIO BIOLOGICO

Ma la situazione non è così semplice e trasparente e ha sollevato molte controversie etiche.

The American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) afferma che non ci sono ancora evidenze sufficienti a supportare il congelamento degli ovociti in donne che decidano di posporre la gravidanza per ragioni non mediche.

Il costo di questa procedura è molto alto: 10000 dollari per ogni raccolta di uova congelate, con un addizionale di 500 dollari o più all’anno per la conservazione, e un costo di circa 5000 dollari per ogni tentativo di fertilizzazione in vitro.

Molti studiosi ritengono che, se la crioconservazione degli ovociti può essere una opportunità importante per alcune donne, estendere questa procedura a tutte non è una ragionevole scelta. Il congelamento degli ovociti è una pratica nuova. Molte domande devono ancora avere una risposta. Qual è l’età giusta in cui effettuare la crioconservazione? Quanto a lungo gli ovociti possono essere conservati? Quante donne useranno effettivamente i loro ovociti conservati? Qual è il rapporto rischio/beneficio della procedura per ogni donna ad ogni età? Noi non conosciamo il rischio a lungo termine per la salute dei figli nati con questo metodo. Ci sono inoltre maggiori rischi ad intraprendere una gravidanza in età più avanzata, quali diabete gestazionale e ipertensione.

Questa tecnica è molto costosa, consuma tempo e grandi risorse, per la donna è stressante sia fisicamente che emozionalmente.RISCHI CRIOCONSERVAZIONE OVOCITI Perchè giustificarne l’utilizzo su vasta scala? In realtà c’è il forte sospetto che queste compagnie offrano la crioconservazione degli ovociti perchè vogliono che le loro dipendenti non vengano distratte dalla carriera a causa dell’arrivo di un figlio. Congelare le tue uova è un modo efficace per gestire la tua carriera e la tua maternità.

Al contrario, le donne oggi andrebbero educate al concetto che la fertilità è una condizione che ha un termine, inizia a diminuire dopo i 35 anni, e, se è possibile, è meglio provare ad avere un figlio prima, piuttosto che dopo.

E TU CHE COSA NE PENSI?

 

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MOZART

PIÙ DELLA PREDISPOSIZIONE NATURALE CONTANO L'APPLICAZIONE E L'ESERCIZIO!

Il talento non è tutto per chi insegue l'eccellenza nel suonare uno strumento. Più della predisposizione naturale al pentagramma contano l'applicazione e l'esercizio. Sono loro che nel tempo plasmano le funzioni musicali del cervello, tanto che la perfezione si sfiora solo dopo 18 mila ore di studio costante e indefesso.

La leVIOLINO2zione di umiltà per chi pensa che l'orecchio o il genio innato possano imporsi da sé arriva da uno studio milanese, condotto dal Centro per le neuroscienze dell'università
Bicocca in collaborazione con professori e allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi (pubblicato su Frontiers in Auditory Cognitive Neuroscience)

Per giungere a questa conclusione, gli scienziati sono entrati nelle classi di violino e clarinetto del Conservatorio, osservando da vicino lo sviluppo dei neuroni specchio audiovisuomotori: il sistema cerebrale che permette a un professionista delle note di collegare il gesto al suono non solo quando è lui a impugnare lo strumento, ma anche quando osserva un altro che lo fa.

I primi effetti della modificazione cerebrale sono osservabili dopo 4-6 anni di studio intensivo e continuano progressivamente dopo il diploma e il master: veder suonare attiva anche il saper suonare ed evoca il suono associato al gesto. Fino a 3 anni di studio la percentuale di errore di un musicista è vicina al 50%, mentre solo dopo aver conseguito il diploma (almeno 12-18 mila ore di studio), la percentuale di errore scende sotto il 10%, come per i professori".

TESTA"Il cervello di un musicista è in grado di ricordare milioni e milioni di note musicali, di produrre 1.200 movimenti al minuto e di percepire differenze infinitesime nelle altezze dei suoni. Ma questa capacità", fatta di più "abilità che si intrecciano tra loro in modo multimodale", puntualizzano gli esperti, "richiede un complesso apprendimento da parte del cervello, che interessa numerose regioni visive, uditive e motorie, e che continua anche dopo 12, 15 e addirittura 18 anni di studio".

Come a dire che nessun musicista, nemmeno il più geneticamente dotato, finisce mai di imparare e migliorare. La differenza la fa l'allenamento.

AdnKronos Salute 25 maggio 2015 -

NOTIZIA FLASH:IL NEONATO AUTISTICO PERCEPISCE PIU’ DETTAGLI IN CIO’ CHE OSSERVA!

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autismo nei bambiniGli autistici sono spesso descritti come persone che "percepiscono il mondo in modo diverso”. Infatti tendono ad avere una aumentata percezione dei dettagli di ciò che osservano.

Un esempio sono le rappresentazioni molto accurate di paesaggi urbani disegnate a memoria dall’artista autistico Stephen Wiltshire.

In uno studio pubblicato sulla rivista di Cell Press Current Biology a giugno 2015, i ricercatori del Centre for Brain and Cognitive Development di Birkbeck, University of London, hanno dimostrato che queste differenze nelle capacità percettive sono presenti in una fase molto precoce dell’infanzia, prima della comparsa dei tipici sintomi clinici di autismo. I ricercatori sostengono che i cambiamenti nella percezione del bambino sono una caratteristica fondamentale del disturbo. La maggior parte degli studi precedenti si sono invece focalizzati sulle difficoltà di linguaggio e di interazione sociale. 

I ricercatori hanno effettuato questa scoperta studiando bambini ad alto rischio di autismo in base alla diagnosi dello stesso disturbo ad un fratello maggiore. Circa il 20% dei fratelli più piccoli riceve la stessa diagnosi di autismo e un altro 30% mostra sintomi di elevati livelli del disturbo.

Per testare le capacità percettive dei neonati i ricercatori hanno usato un oculometro, per registrare dove si dirigevano gli sguardi dei piccoli mentre venivano presentate loro delle lettere proiettate su uno schermo.

Lo studio ha mostrato che i neonati che a 9 mesi di età avevano un potenziamento della capacità di ricerca visiva avevano più sintomi emergenti di autismo a 15 mesi e a 2 anni.

Ora i ricercatori vorrebbero indagare cos’è esattamente che rende i bambini autistici migliori nelle ricerche visive. Infine, vorrebbero studiare i legami tra percezione o attenzione aumentata e difficoltà nell’interazione sociale, nell’apprendimento e nella comunicazione.

CHI NON HA MAI SENTITO PARLARE DI FIBROMI UTERINI? …..

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miomi


I fibromi uterini sono tumori benigni che nascono dalla parete muscolare dell’utero. Vengono chiamati anche fibromiomi o miomi e sono estremamente comuni, sicuramente i più comuni tumori della pelvi femminile. Possono essere singoli o multipli, piccoli o grandi. A volte possono essere di dimensioni enormi….

DOBBIAMO QUINDI PREOCCUPARCI SE LI ABBIAMO??

fibromi uteriniL’incidenza dei fibromi uterini è molto alta e più del 30% delle donne che arriva all’età di 50 anni ha questa patologia. La presenza di recettori ormonali nel tessuto fibromatoso li rende sensibili all’influenza degli estrogeni, per cui tendono ad aumentare di dimensioni durante il corso della vita fertile. Dopo la menopausa i fibromi si rimpiccioliscono, raramente scompaiono completamente, e comunque generalmente il loro sviluppo si arresta. Nella maggior parte dei casi la crescita dei fibromi uterini è piuttosto lenta, ma a volte può essere molto rapida.

IN OGNI CASO, PICCOLI O GRANDI, NON SONO LESIONI PRECANCEROSE E RIMANGONO SEMPRE FORMAZIONI BENIGNE!

QUALI FATTORI SEMBRANO AUMENTARE IL RISCHIO DI SVILUPPARE UN FIBROMA UTERINO?

La causa certa della crescita dei fibromi non è conosciuta. La maggior parte dei ricercatori ritiene che nella genesi dei fibromi si coinvolta l’azione degli estrogeni e del progesterone, visto che i fibromi possono crescere in gravidanza e quando il livello ormonale è alto, mentre si riducono in menopausa. Altri fattori che influenzano la crescita sono:

  • L’età. I fibromi compaiono e si sviluppano con l’avanzare dell’età. La maggiore incidenza si ha in età fertile, fra i 40 e i 50cause dei fibromi uterini anni.
  • La storia familiare. La donna la cui madre ha i fibromi dell’utero ha un rischio triplicato di sviluppare la stessa patologia.
  • L’etnia. Le donne afro-americane hanno un maggiore rischio rispetto alle donne bianche.
  • L’obesità. Le donne sovrappeso hanno un maggior rischio di sviluppare fibromi. Le donne obese hanno un rischio triplicato rispetto alla media.
  • Le abitudini alimentari. Il consumo di carne rossa aumenta il rischio di fibromi uterini. Al contrario un’alimentazione ricca di verdure sembra diminuirlo.

I FIBROMI VENGONO CLASSIFICATI IN BASE ALLA LORO POSIZIONE ALL’INTERNO DELL’UTERO.

Il 95% dei fibromi uterini nasce dal corpo dell’utero. Essi vengono classificati in base alla loro estrinsclassificazione fibromi uteriniecazione rispetto all’utero:

  • Sottosierosi. Questi fibromi crescono sviluppandosi verso la parte esterna dell’utero, al di sotto della tunica sierosa che lo riveste. Sono quelli che generalmente danno meno sintomi.
  • Sottomucosi. Si sviluppano verso la cavità interna dell’utero, al di sotto dell’endometrio. Sono quelli che più facilmente danno sanguinamento irregolare o ciclo abbondante.
  • Intramurali. Lo sviluppo rimane all’interno delle pareti dell’utero e costituiscono la maggior parte dei fibromi.
  • Infralegamentari. Si sviluppano al di fuori delle pareti dell’utero, estrinsecandosi all’interno dei foglietti del legamento largo uterino. Più frequentemente danno dolori pelvici.

I fibromi possono essere peduncolati (ovvero attaccati all’utero mediante un peduncolo) e possono dare più dolori a causa della possibile torsione del peduncolo; oppure sessili (la massa del fibroma parte direttamente dall’utero).

CHE SINTOMI POSSONO DARE I NOSTRI FIBROMI?

La maggior parte dei fibromi uterini è asintomatica (più del 50%). A volte possono essere presenti sintomi di svariata entità:

  • Cicli emorragici e lunghisintomi fibroma uterino
  • Dolori mestruali
  • Senso di peso nell’area addominale
  • Gonfiore addominale
  • Minzioni frequenti (andare spesso in bagno a urinare)
  • Dolori ai rapporti sessuali
  • Dolori al fondoschiena
  • Problemi di infertilità (raro; solo i fibromi sottomucosi possono provocare problemi di impianto della gravidanza)
  • Complicazioni durante la gravidanza (contrazioni uterine, maggior rischio di parto cesareo)

COME FACCIAMO LA DIAGNOSI DI FIBROMI UTERINI?
ecografia pelvica roma

Facciamo la diagnosi con la visita ginecologica e soprattutto con l’ecografia pelvica endovaginale. Devi fare entrambe almeno una volta l’anno per verificare le condizioni dell’utero e delle ovaie. A volte può essere necessario, in presenza di fibromi di grosse dimensioni, eseguire anche l’ecografia pelvica sovrapubica, quella che si faceva una volta a vescica piena. Raramente, quando ci sono importanti dubbi diagnostici sulla natura e sull’invasività della massa pelvica, può essere necessario eseguire una risonanza magnetica nucleare (RMN).

CHE TERAPIA FARAI?

La terapia medica serve a controllare i sintomi più fastidiosi provocati dalla crescita dei fibromi uterini (antiemorragici per le perdite ematiche troppo abbondanti, antidolorifici per i dolori, terapie ormonali per il controllo dei cicli, supplementi di ferro per l’anemizzazione  ecc.).

Se i sintomi diventano severi e non possono essere migliorati dalla terapia medica, o se i fibromi sono cresciuti troppo, può essere consigliata la terapia chirurgica.

La miomectomia è la rimozione del singolo o dei singoli fibromi senza asportazione del tessuto sano. E’ il trattamento di scelta che effettuiamo per chi deve avere figli o che comunque vuole mantenere l’utero (se è possibile!). La scelta del trattamento chirurgico (in isteroscopia, laparoscopia o laparotomia) dipende dalle dimensioni e dalla localizzazione dei fibromi. Però ricorda che disterectomiaopo la miomectomia, nell’utero possono comparire nuovi fibromi che possono provocare nuovi disagi!

L’isterectomia è invece la rimozione dell’intero utero (non delle ovaie!!) in laparoscopia o laparotomia. E’ l’unico modo sicuramente definitivo che abbiamo per curare i fibromi. Può essere necessario quando i fibromi sono particolarmente grossi o numerosi. La scelta del tipo di intervento deve essere sempre discussa con noi ginecologi.

Una tecnica meno utilizzata è la embolizzazione dell’arteria uterina, che provoca il blocco dell’irrorazione sanguigna dell’utero e la sua involuzione.

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NOTIZIE FLASH: CAFFE’ E CANCRO DELLA MAMMELLA

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benefici del cafè sul tumore al senoL’ASSUNZIONE DI CAFFE', NELLE PAZIENTI OPERATE PER CANCRO DELLA MAMMELLA IN TRATTAMENTO CON TAMOXIFENE, POTREBBE DIMEZZARE IL RISCHIO DI RECIDIVA DEL TUMORE

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Universita' di Lund, in Svezia, ha evidenziato che le donne operate per cancro al seno che prendono tamoxifene potrebbero dimezzare il loro rischio di tamoxifene e tumore a senorecidiva tumorale bevendo caffe'.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Cancer Research.

In circa 500 donne, operate per cancro della mammella e trattate con tamoxifene, il consumo di caffe' e' stato valutato secondo tre diverse categorie:

  • consumo basso (meno di una tazza al giorno)
  • consumo moderato (2-4 tazze al giorno)
  • consumo elevato (cinque o piu' tazze al giorno).

I ricercatori hanno scoperto che le donne trattate con tamoxifene che appartenevano al gruppo con consumtumore al senoo di caffe' moderato o alto avevano la meta' del rischio di recidiva del cancro al seno rispetto a coloro che avevano un consumo di caffe' basso o assente.

Per di piu', i ricercatori hanno evidenziato che le donne trattate con tamoxifene che hanno consumato almeno due tazze di caffe' al giorno avevano tumori piu' piccoli. L’acido caffeico e la caffeina, associate all’uso del tamoxifene, sembrano ridurre la replicazione cellulare e la sopravvivenza delle cellule maligne.

OSTEOPOROSI IN MENOPAUSA? …NO GRAZIE!

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osteoporosi e menopausaL'osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla diminuzione della densità dell’osso e dal deterioramento della sua microarchitettura, che provocano un aumento della fragilità e una predisposizione alle fratture ossee, soprattutto dell'anca, della colonna vertebrale e del polso.

COME E' FORMATO L'OSSO?

L’osso normale è costituito da proteine, collagene e calcio. Devi sapere che le nostre ossa, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non sono inerti ma sono organi “vivi”, sottoposti per tutta la vita a un continuo  processo metabolico di rimodellamento. Ogni anno circa il 10% della nostra massa ossea complessiva viene rinnovata, tramite meccanismi di neo-formazione da una parte e di riassorbimento dall’altra. Durante la vita questi due processi rimangono sostanzialmente incause osteoporosi nella donna equilibrio, con una prevalenza della neo-formazione in età giovanile, e un aumento del riassorbimento dopo i 35 anni. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale.

Gli estrogeni svolgono un ruolo centrale nel metabolismo osseo, promuovendone la crescita mediante il riassorbimento del calcio a livello renale e intestinale, e favorendo l’attivazione della vitamina D.

Due sono le cause principali di osteoporosi nella donna, che rappresentano più del 95% dei casi: LA MENOPAUSA, che provoca il calo degli estrogeni, e L'INVECCHIAMENTO.

L'OSTEOPOROSI MENOPAUosteoporosi e menopausaSALE si verifica tra i 51 e i 75 anni. All'inizio della menopausa il calo degli estrogeni  provoca un’accelerata perdita ossea (la perdita può aumentare di dieci volte, al tasso di 3-5%/anno) per circa 5-7 anni, per poi andare lentamente stabilizzandosi.

L'OSTEOPOROSI SENILE si verifica principalmente in persone di età maggiore di 60 anni ed è due volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini. E’ associata con i normali processi di invecchiamento.

MA COME ARRIVIAMO AD AVERE L'OSTEOPOROSI?

Cause osteoporosi

La possibilità di sviluppare l'osteoporosi risulta dalla combinazione di tre fattori:

  • l’entità del nostro capitale osseo individuale, raggiunto intorno ai 25-30 anni, detto "picco di massa ossea". Ovvero quanto robuste sono le nostre ossa.
  • la velocità con cui procede la perdita di massa ossea (in menopausa o con l’età avanzata).
  • la durata di questa perdita, che ovviamente dipende dalla longevità dell'individuo, (più a lungo si vive e maggiore è la perdita ossea) e che nelle donne è tanto più rilevante quanto più la menopausa è precoce.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l'osteoporosi non dà nessun segnale premonitore, e si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture "da fragilità ossea": fratture del polso, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali. 

FATTORI DI RISCHIO PER LE DONNE IN MENOPAUSA
fumo e osteoporosi

  • anamnesi familiare di severa osteoporosi.
  • menopausa prima di 45 anni.
  • magrezza eccessiva
  • età superiore a 65 anni
  • periodi di amenorrea premenopausale superiori a 6 mesi
  • inadeguato apporto di calcio
  • carenza di vitamina D
  • fumo > 20 sigarette/die
  • abuso di alcol

COME PUOI FARE PREVENZIONE?

Nessuna delle attuali terapie per l’osteoporosi è perfetta. In altre parole, è difficile riuscire a ricostruire in modo completo delle ossa che sono state indebolite nella loro struttura dall’osteoporosi. Perciò la prevenzione, effettuata attraverso cambiamenti dello stile di vita, è importante tanto quanto il trattamento.

  • smettere di fumare fumare un pacchetto di sigarette al giorno può condurre di per se a una perdita della massa ossea del 5-10%. Il fumo inoltre diminuisce i livelli di estrogeni nell’organismo e può provocare la riduzione della massa ossea prima della menopausa. Il fumo può portare alla comparsa di menopausa precoce
  • diminuire l’uso di alcool
  • effettuare regolarmente attività fisica
  • avere un’alimentazione equilibrata comprensiva di Calcio. Alle donne in post menopausa sono necessari 1200 mg al giorno di Calcio (un bicchiere di latte fornisce circa 300 mg di calcio e una coppa di yogurt circa 450 mg). Da non sottovalutare l'apporto di calcio che fornisce l'acqua! (A Roma 1 litro di acqua potabile contiene circa 100 mg di calcio - La Ferrarelle contiene 377 mg al litro!)
  • avere un adeguato apporto di Vitamina D. La vitamina D viene ottenuta da due fonti: assunzione alimentare, che tuttavia costituisce una minima quota, e produzione cutanea che dipende dall’esposizione solare. Molto spesso è necessario assumere farmaci a base di vitamina D

COME FACCIAMO LA DIAGNOSI?

diagnosi osteoporosi

Attualmente l’esame di riferimento per la diagnosi di osteoporosi è rappresentato dalla Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) DEXA del femore e della colonna lombare. L’esame dura solo 15 minuti ed espone la paziente ad una dose di radiazioni minima (meno di un decimo delle radiazioni di un RX del torace). Il rischio di frattura aumenta di 2,6 volte per ogni riduzione della SD (deviazione standard) della densità minerale ossea e presenta una impennata esponenziale per valori al di sotto della -2.5 SD. La DEXA “total body” non è indicata per la valutazione del rischio di frattura.

L’esame RX dello scheletro evidenzia una condizione di osteoporosi solo quando la perdita di massa ossea ha raggiunto il 30% e pertanto non ha una sensibilità sufficiente per una diagnosi precisa e tempestiva.

CHE TERAPIA FARO?
terapia per osteoporosi

I bifosfonati  (alendronato, risendronato, ibandronato e zolendronato), che inibiscono il riassorbimento dell'osso, sono i farmaci che hanno dato sino ad oggi i migliori risultati nel trattamento dell’osteoporosi.  La calcitonina ha mostrato un’azione terapeutica nettamente inferiore ai bifosfonati. I SERM attualmente non hanno spazio nella terapia dell’osteoporosi. Il denosumab (Prolia), un  farmaco recentemente approvato, è un anticorpo iniettabile che blocca il riassorbimento dell’osso e rinforza l’osso aumentando la sua densità, riducendo le fratture. E’ somministrato per iniezione sottocutanea due volte l’anno ed è raccomandato in pazienti con osteoporosi ad alto rischio di frattura o in pazienti intolleranti ad altre terapie. Il denosumab, che è un farmaco molto costoso, può causare un aumentato rischio di infezioni e bassi livelli ematici di calcio (ipocalcemia). Potrebbe diventare, ove fossero confermate le sue caratteristiche farmacologiche, una valida alternativa all'uso dei bifosfonati.

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QUELLE FASTIDIOSE PERDITE DI URINA….CHE FARE?

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Cinzia Pajoncini - MioDottore.it

rimedi perdite di urine
Un problema molto comune, specialmente fra le persone più anziane, ma che può essere molto imbarazzante…..

 

cause incontinenza urinaria

L’INCONTINENZA URINARIA È LA PERDITA INVOLONTARIA DI URINA DALL’ URETRA (quando perdi urina involontariamente!).

E’ più comune nelle donne che negli uomini (almeno il doppio): 2 donne su 10, dalla età media in su, riferiscono di avere problemi di incontinenza urinaria.

Esistono due principali tipi di incontinenza urinaria femminile, che sono provocati da meccanismi completamente diversi, che hanno sintomi differenti, ed è molto importante riuscire a distinguerli per poter effettuare la terapia appropriata.

L’INCONTINENZA DA SFORZO (O DA STRESS)

L’INCONTINENZA DA SFORZO (O DA STRESS) È LA PERDITA URINARIA CHE COMPARE  QUANDO TOSSISCI, RIDI, STARNUTISCI O SALTELLI, o comunque durante un’attività che provochi un aumento della pressione addominale (e di conseguenza un aumento di pressione sulla vescica).
La causa di questa incontinenza è  legata principalmente all’ alterazione  delle strutture muscolo-fasciali del pavimento pelvico che, chiudendo inferiormente il bacino come un piatto sostengono la vescica e stringono, con un’ efficace morsa, il collo vescicale e l’uretra prossimale.

Parto e incontinenza vaginaleIl parto vaginale è la causa più importante del danneggiamento di questi muscoli (ma a volte anche l’eccessivo aumento del peso corporeo, o la tosse cronica, ecc.). Come conseguenza di questa alterazione muscolare la vescica scivola verso il basso e Il collo vescicale tende ad aprirsi con facilità  all’aumento della pressione addominale (ad esempio per la tosse) provocando la fuoriuscita di urina.

Questo  tipo di incontinenza può provocare una perdita di urina di piccola o media quantità.

NELL’INCONTINENZA DA URGENZA INVECE HAI UNA PERDITA URINARIA ACCOMPAGNATA DA UN IMPROVVISO, FORTE E IRREFRENABILE STIMOLO A URINARE, PER IL QUALE NON FAI IN TEMPO A RAGGIUNGERE IL BAGNO! 

Questo forte stimolo può essere presente anche se la vescica è poco piena. Oppure a volte può comparire quando la donna beve o tocca l’acqua fredda. La causa di questa incontinenza non è legata all’alterazione del piano di sostegno, bensì nasce da un problema intrinseco del muscolo detrusore vescicale (il sottile strato muscolare che circonda come una guaina la superficie della vescica) che diventa “iperattivo”, ovvero si contrae improvvisamente, acause incontinenza donnanche a vescica semivuota, senza che la donna possa esercitarvi il suo controllo. La vescica perde la sua capacità comportarsi come un capiente serbatoio per la raccolta delle urine.

Questo tipo di incontinenza è più frequente nelle donne anziane. Può provocare la fuoriuscita di poche gocce, ma a volte lo stimolo irrefrenabile dato dalla contrazione vescicale può produrre la perdita completa delle urine.

I sintomi tipici sono: bisogno improvviso e urgente di urinare (URGENZA), bisogno di urinare molto frequentemente piccole quantità di urina (FREQUENZA), bisogno di alzarsi la notte per urinare spesso, due volte o più (NICTURIA), bisogno di urinare di nuovo anche se si è appena svuotato la vescica.

COME FACCIAMO LA DIAGNOSI?

percentuali incontinenza nelle donneMolto spesso la diagnosi è facile in quanto, se hai una perdita urinaria solo quando tossisci o starnutisci (stress test positivo) è una incontinenza da sforzo; se la tua perdita compare all’improvviso, accompagnata da stimolo irrefrenabile, senza che venga compiuto alcuno sforzo o spinta, hai una incontinenza da urgenza. Molto utile è scrivere un diario minzionale in cui annoti qucause incontinenza nella donnaando e come avvengono gli episodi di incontinenza.

A volte le cose non sono così semplici perché i sintomi possono essere misti o dubbi e allora è necessario eseguire alcuni tests diagnostici specifici sofisticati per valutare il funzionamento della vescica e dell’uretra. L’esame urodinamico, in particolare la cistomanometria, si effettua introducendo un piccolo catetere in vescica e studiando la pressione vescicale a vari gradi di riempimento.


CHE POSSIAMO FARE ALLORA?rimedi incontinenza: cibo

Il trattamento della incontinenza da urgenza è inizialmente comportamentale e mira a riabituare la vescica a urinare a tempi prestabiliti, evitando di andare in bagno appena si avverte lo stimolo (bladder retraining). Devi eliminare le sostanze stimolanti in eccesso (caffè, te, cioccolata, vino rosso) e ridurre la quantità di liquidi da bere nella seconda parte della giornata (per ridurre le minzioni notturne). La terapia medica è piuttosto efficace, e consiste nell’uso di farmaci ad effetto antispastico che riducono le contrazioni non inibite della vescica (principalmente anticolinergici: solifenacina, ossibutinina).

rimedi incontinenza: interventoIl trattamento della incontinenza da sforzo può essere anch’esso riabilitativo, in cui devi fare degli esercizi muscolari che rinforzino il piano del pavimento pelvico (esercizi di Kegel). Se la riabilitazione fallisce o l’incontinenza è severa,  devi ricorrere al trattamento  chirurgico che generalmente è molto efficace. Lo scopo della terapia chirugica e quello di riposizionare in alto l’uretra e il collo vescicale per mantenerli chiusi durante gli TVTaumenti della pressione addominale. Le tecniche che attualmente più utilizziamo, miniinvasive, prevedono l'uso di una benderella di materiale protesico sottouretrale (TVT, TOT); durante l'aumento della pressione addominale l'uretra scende verso il basso e si appoggia sulla benderella, chiudendosi.

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