E’ CANDIDA………MA NON INNOCUA! Ovvero, come fronteggiare gli attacchi di un fungo.

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Care amiche, ho ricevuto recentemente molte mail di ragazze che mi chiedono come fare a guarire da infezioni di candida recidivante......

 Flora microbica

La prima cosa da sapere è che la candida è un fungo saprofita abituale della nostra vagina. Cosa vuol dire saprofita? Vuol dire che la candida è un normale ospite della vagina e che è assolutamente normale che in vagina ce ne sia una certa quantità.

Non è possibile quindi eradicarla completamente e per sempre..... e non ce n’è neanche bisogno!

Perché, se la candida rimane in piccola concentrazione ed è in equilibrio con l’ecosistema vaginale, non provoca alcun fastidio, ma rimane parte, come commensacandida e vaginitele, della normale flora vaginale che è costituita prevalentemente da lattobacilli. 

Spesso però la situazione muta e si altera a causa di eventi esterni, i lattobacilli diminuiscono e si crea una situazione di calo delle difese immunitarie; allora i microrganismi patogeni aumentano di numero, prendono il sopravvento  e colonizzano tutta la vagina cominciando a dare sintomi, ovvero a dare vaginiti.

La candida è uno dei microrganismi che danno più frequentemente vaginite.

Quali sono i sintomi della vaginite da candida?

Il sintomo più tipico è il prurito, interno ed esterno, che può diventare veramente forte e imbarazzante.

rimedi candidaLa donna si lava frequentemente sperando di alleviare il prurito, ma questo non passa. Alcune arrivano a mettere del ghiaccio sulla vulva per diminuire questa sensazione fastidiosa! Bene, non fatelo mai, perché questo sì che provoca dei danni, delle ustioni da gelo, e una ulteriore irritazione.

Vagina con leucorrea a tipo "grumi di ricotta"
Vagina con leucorrea a tipo "grumi di ricotta"

La zona intima si infiamma e compaiono il rossore, il bruciore e le perdite biancastre, a grumi, tipo ricotta.

Spesso gli stessi sintomi vengono anche al partner! Infatti quest'ultimo può essere contagiato col rapporto sessuale e avere anche lui prurito, rossori diffusi, macchiette rosse e spellature a livello del glande.

Che cosa è successo dunque?

Il fungo, viracause candidato in una situazione di aggressività che gli viene consentita dalle mutate condizioni ambientali, diventa patogeno e si trasforma da lievito commensale (di forma ovoidale) in pseudo ifa o ifa  (con forma di filamento sottile) e produce enzimi che gli conferiscono una particolare adesività alla mucosa vaginale e sostanze che provocano irritazione. La mucosa viene invasa dalla candida e compare una intensa risposta immunitaria che si manifesta col rossore e bruciore.

Biofilm di Candida
Biofilm di Candida

Inoltre la candida, come altri microrganismi, ha la capacità di organizzarsi in biofilms, che sono costituiti da un materiale denso (slime) a matrice polisaccaridica prodotto dallo stesso fungo, in cui la candida si annida e prolifica, adesa alle mucose, protetta e inattaccabile dalle terapie e dalle difese immunitarie dell’ospite.

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L’assunzione di antibiotici per via sistemica (per bocca) è la causa più frequente di vaginite da candida antibiotico e candida

Ad esempio, abbiamo preso un ciclo di antibiotici per una infezione ai denti. L’antibiotico agisce ovviamente eliminando tutti i batteri che sono nel cavo orale (questo è l’effetto che volevamo ottenere quando abbiamo cominciato la terapia!). Ma al contempo elimina anche i batteri che sono in tutto il corpo, anche quelli buoni, per cui anche i lattobacilli intestinali e vaginali. 

Vaginite da Candida
Vaginite da Candida (particolare)

La candida invece no!

La candida non risponde e non viene attaccata dalle terapie antibiotiche, ma a questo punto, essendo stati uccisi tutti i competitors nell’ecosistema vaginale, dilaga e si prende quegli spazi che prima erano proprietà dei batteri buoni, provocando la vaginite. In corso di terapia antibiotica pertanto è consigliabile effettuare una cura per prevenire la candida. 

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Che altro può causare la vaginite da candida?

cause candida: rapporti sessualiLa candida può essere causata anche da attività che provocano irritazione della zona vulvare, come spinning e bicicletta, jeans stretti, salvaslip e indumenti sintetici (i famosi perizomi!), che danno sfregamento nelle zone intime delicate.

Il rapporto sessuale può essere una causa di vaginite da candida, sia per contagio diretto da parte del partner, sia soprattutto per le microabrasioni che a volte il rapporto può provocare all’ingresso vaginale, che induce un indebolimento delle difese locali.

cause candida: zuccheriUna alimentazione troppo ricca di lieviti, latticini e zuccheri può alterare il ph vaginale e la concentrazioni degli zuccheri in vagina, e diventare causa predisponente, come pure lo stress intenso e il calo delle difese immunitarie. Inoltre gravidanza e pillola anticoncezionale, che danno un aumento dei livelli plasmatici di estrogeni, possono predisporre alla candida.

rimedi candida

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Come possiamo correre ai ripari quindi?

Intanto facciamo la diagnosi corretta, perché spesso le vaginiti possono essere causate da altri tipi di microorganismi o da più tipi di germi.  le terapie contro la candida non sono efficaci per i batteri, e vice versa!

Per cui andiamo dalla ginecologa e lasciamole fare la diagnosi, che a volte può essere semplice, ma a volte ha bisogno di approfondimenti diagnostici:

Striscio Batterioscopico
Striscio Batterioscopico
    • striscio batterioscopico a fresco (per evidenziare i lieviti in gemmazione o le pseudoife),

  • valutazione del ph vaginale (perché la candida prolifica in ambiente acido mentre i batteri in ambiente basico),

  • tamponi vaginali appropriati (benchè possano risultare negativi anche se la candida è presente!).

Lichen Scleroatrofico Vulvare
Lichen Scleroatrofico Vulvare

Ma soprattutto sarà necessario fare la diagnosi differenziale con altre patologie non infettive che possono presentare alcuni aspetti in comune con la vaginite da candida, come la vulvodinia e il lichen sclero-atrofico (attenzione al prurito e al bruciore che persistono a lungo nonostante le terapie effettuate per debellare la candida!!).

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terapia candida sporadica

CHE TERAPIA?

Per la candida sporadica La terapia potrà essere semplicemente vaginale, con l’applicazione di ovuli (che di solito hanno una maggiore concentrazione del principio terapeutico rispetto alle creme) o creme antimicotiche (derivati azolici: econazolo, miconazolo, sertaconazolo, fenticonazolo ecc.) che in genere risolvono la situazione.

Una terapia interessante, ed efficace anche nella candida resistente agli azolici, è l’applicazione giornaliera, per almeno una settimana, di lipogel a base di acido borico, betaglucano e lattoferrina, che ha un’azione micostatica, lenitiva e immunostimolante. Molte sono le terapie alternative a base di prodotti naturali proposte, come i semi di pompelmo, il tea tree oil, la calendula, l'acido caprilico (per la candida intestinale) ecc.

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La situazione si complica quando la candida diventa recidivante.

Quando la candida comincia a tornare e ritornare, i sintomi non sono più così netti e riconoscibili, diventano più simili a quelli delle vaginiti batteriche, il prurito può essere presente ma spesso compare più bruciore, le perdite possono essere scarse, più omogenee e perdere l’aspetto tipico "a ricotta". I rapporti sono generalmente molto dolorosi, c’è come un senso di secchezza, di qualcosa che si strappa durante la penetrazione….

Anche qui la diagnosi è fondamentale.

E poi che fare?

A questo punto la sola terapia vaginale non basta (anche se a mio avviso rimane comunque un pilastro della terapia della candida ricorrente!).

La terapia sistemica (ossia per bocca) ha un ruolo importante nella prevenzione delle recidive e inoltre ha lo scopo di bonificare anche gli eventuali foci presenti nell’intestino.

terapia farmacologica candidaSul bugiardino di alcuni farmaci troverete che la posologia consigliata per la terapia della candidosi complicata è una sola compressa di fluconazolo per bocca. Purtroppo ormai non è quasi mai così, perché attualmente la candida, come altri batteri, ha sviluppato una notevole resistenza alle terapie convenzionali utilizzate da molto tempo, e una terapia breve difficilmente sortisce effetto neccessario. In più, alcune specie di candida come C. krusei, C. glabrata e C. lusitaniae hanno una resistenza innata o acquisita agli azoli ed altri antifungini. 

Fluconazolo
Fluconazolo

Per cui, per la cura della candida recidivante spesso è necessario "andarci giù un po’ pesanti”, utilizzando farmaci sistemici a lungo, con richiami settimanali anche per mesi.

La terapia di prima scelta è il Fluconazolo somministrato giornalmente in compresse di 100, 150 o 200 mg. 

Gli schemi posologici possono variare molto, iniziando con una somministrazione di attacco di una compressa per 10 gg, e poi proseguendo con singole somministrazioni settimanali, per 3/6 mesi.

Come seconda scelta si può usare l’itriconazolo compresse da 100 mg,  2 compresse al dì, a stomaco pieno perché si assorbe meglio, per 3 giorni ogni 15 giorni per 3/6 mesi.

Acetilcisteina
Acetilcisteina

E’ utile anche l’assunzione di sostanze ad azione mucolitica per sciogliere i biofims micotici che sono adesi alla mucosa vaginale e che sono in parte causa della ricorrenza dell’infezione. 

Nel caso in cui sia evidente che la causa scatenante della candida ricorrente è il rapporto sessuale, con un nesso di causa ed effetto, può essere una scelta terapeutica ragionevole l’applicazione in vagina di una o due dosi di crema a base di acido borico dopo il rapporto. 

Ma soprattutto è necessario andare a ricostruire, con la somministrazione protratta nel tempo di probiotici e lattobacilli, quell’ecosistema vaginale e intestinale che, essendo alterati, hanno permesso l’instaurarsi di una micosi recidivante. 
yogurt e candidaUna curiosità: molte donne utilizzano in vagina yogurt bianco senza zucchero per ripristinare la flora batterica lattobacillare.

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settimane di gravidanza

Quando arrivi alla fine della gravidanza una delle tue principali preoccupazioni è: come sarà il mio parto? Come farò a capire che sta iniziando?

Molte donne sperimentano dei chiari e comprensibili sintomi all’inizio del travaglio di parto, mentre altre sono in uno stato molto più confuso. Nessuno sa chiaramente che cosa fa iniziare il meccanismo del parto o quando, ma la comparsa di alcuni cambiamenti fisici può indicare che il parto sta arrivando. Questi segni sono rappresentati da:

  • L’impegno della testa fetale
  • La perdita del tappo mucoso
  • Le contrazioni uterine
  • L’appianamento e dilatazione del collo uterino
  • La rottura delle acque

L’IMPEGNO DELLA TESTA FETALEparto naturale

Il processo mediante il quale il bambino si insinua e si spinge all’interno della tua pelvi prima del parto si chiama IMPEGNO. L’impegno della testa fetale può avvenire alcune settimane prima del parto oppure poche ore prima. Poiché durante l’impegno della testa del bambino l’utero spinge sulla vescica, puoi avvertire più frequentemente il bisogno di urinare e puoi sentire un peso molto in basso nella vagina.

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LA PERDITA DEL TAPPO MUCOSO

Il tappo mucoso è un accumulo di muco denso che si forma nel canale cervicale (nel collo dell'utero) durante la gravidanza. Quando il collo uterino (cervice) comincia ad allargarsi il muco viene spinto in vagina e tu vedrai fuoriuscire delle perdite gelatinose e capirai che il collo uterino ha cominciato a dilatarsi. I’aspetto del tappo mucoso può essere chiaro, rosa o leggermente striato di sangue. Il parto può iniziare subito dopo la perdita del tappo mucoso oppure 1-2 settimane più tardi.

data partoLE CONTRAZIONI UTERINE

Le contrazioni uterine servono a dilatare la cervice e spingere il bambino all’esterno fuori dall’utero. Durante le contrazioni uterine l’addome diventa duro, mentre fra una contrazione e l’altra, poichè l’utero si rilassa, l’addome ritorna morbido. La contrazione viene percepita in modo molto diverso da ciascuna donna e anche diversamente da un parto all’altro. Generalmente però le contrazioni da parto generano un dolore sordo e fastidioso nella regione lombare e nel basso addome, con un aumento della pressione nella pelvi. Le contrazioni hanno una andamento a “onda”, dalla parte alta dell’utero sino alla parte bassa. Molte donne descrivono le contrazioni come una sorta di crampo mestruale forte.

Qual’e’ la differenza fra vero e falso travaglio? Prima che il vero travaglio cominci tu puoi avere dei “falsi dolori” da travaglio. Questi dolori data presunta partosono provocati da contrazioni chiamate ”di Braxton Hicks”. Queste contrazioni uterine irregolari sono perfettamente normali, sono preparatorie al vero travaglio, e possono comparire dal secondo trimestre, sebbene siano più comuni nel terzo trimestre di gravidanza. Le contrazioni di Braxton Hicks possono essere descritte come un irrigidimento della zona addominale che va e viene. Non sono ravvicinate, non aumentano camminando, la loro durata e il dolore non aumentano con il passare del tempo, a differenza delle vere contrazioni del travaglio di parto.

Come faccio a capire quando arriva il vero travaglio? Per capire se sta arrivando il vero travaglio chiediti alcune cose: Quanto spesso vengono le contrazioni?  Cambiano con il movimento? Quanto sono forti? Dove senti dolore?

Nel falso travaglio le contrazioni sono spesso irregolari e non sono ravvicinate, possono fermarsi quando cammini, riposi, o quando cambi posizione, sono generalmente deboli e non diventano più forti col passare del tempo. Oppure possono essere più forti all’inizio e poi diventare più deboli. Le contrazioni vengono generalmente avvertite nella zona addominale anteriore o nella zona pelvica.

Nel vero travaglio le contrazioni vengono a intervalli irregolari e durano circa 30-70 secondi. Con il passare del tempo divengono più ravvicinate, continuano anche se ti muovi e cambi posizione, generalmente iniziano nella zona lombare bassa e si irradiano verso la parete addominale anteriore.

travaglioCOS’E’ L’APPIANAMENTO E LA DILATAZIONE DELLA CERVICE?

Durante il travaglio di parto la tua cervice diventa sempre più sottile e sempre più corta, stirandosi e aprendosi intorno alla testa del bambino, come un imbuto. L’accorciamento e assottigliamento  è detto APPIANAMENTO, ed è misurato in percentuale, da 0% a 100%. Quando la cervice ha uno spessore dimezzato il suo appianamento è del 50%. Quando è completamente assottigliata è del 100%. Già settimane prima del travaglio il ginecologo ti può comunicare che è presente un iniziale appianamento del collo uterino. Questo meccanismo è preparatorio al travaglio e generalmente è causato dalle contrazioni di Brackston Hicks di cui abbiamo parlato. Lo stiramento e l’apertura della tua cervice è detta DILATAZIONE ed è misurata in centimetri; la dilatazione è completa a 10 cm. L’appianamento e la dilatazione sono l’effetto diretto di valide contrazioni uterine sulla cervice. I’andamento del travaglio è misurato dal progressivo appianamento e dalla dilatazione della cervice che permetteranno il passaggio del bambino nella vagina.

COSA SUCCEDE SE MI SI ROMPONO LE ACQUE?

Quando si rompono le membrane amniotiche (il sacco pieno di liquido che circonda il bambino in gravidanza) puoi avere la sensazione di una improvviso fiotto di liquido che esce rapidamente dalla vagina o di uno sgocciolio di liquido che scivola sulle gambe. Questo liquido è generalmente privo di odore e può essere chiaro o leggermente giallino. Se si rompono le acque ti consiglio di scrivere l’orario della rottura, quanto liquido è uscito, che tipo di liquido è, e poi chiamare il tuo ginecologo. Sebbene il travaglio possa non partire immediatamente dopo la rottura, il parto avverrà entro 24 ore. Infine ricorda che non tutte le donne hanno la rottura spontanea delle acque durante l'inizio del travaglio. In molti casi sarà il ginecologo a rompere le membrane quando sarai già ricoverata in ospedale, a travaglio avanzato .

COME FACCIO A CAPIRE QUANDO DEVO ANDARE IN OSPEDALE?

Quando pensi che il tuo “vero” travaglio sia iniziato comincia a controllare la durata delle contrazioni. Le contrazioni iniziano lievi, non molto dolorose, generalmente partono ogni 15 – 20 minuti e durano da 60 a 90 secondi. Poi le contrazioni diventano più regolari sino ad avere un intervallo di 5 minuti. Tu dovresti andare all’ospedale quando hai contrazioni forti, che durano 45 – 50 secondi e partono ogni 4 – 5 minuti.

COSA POSSO FARE PER MIGLIORARE I DOLORI DEL TRAVAGLIO?

Durante il primo stadio del travaglio di parto (detta fase latente) la cosa migliore è rimanere a casa e aspettare. Ci sono alcuni accorgimenti che ti possono aiutare:

  • Cerca di distrarti, fai una passeggiata, guarda un film ecc.
  • Fatti un bagno (meglio di no se le tue acque si sono rotte) o una doccia calda
  • Prova a dormire o fare un pisolino. Hai bisogno di accumulare energia per il travaglio di parto!

QUANDO DOVREI CHIAMARE IL MIO GINECOLOGO O ANDARE IN OSPEDALE?

Quando tu capisci di essere nella fase attiva del travaglio  devi chiamare il ginecologo o contattare l’ospedale. Lo devi chiamare anche se:

  • pensi che ti si siano rotte le acque
  • stai sanguinando
  • ti sembra che il bambino si stia muovendo meno del solito
  • le tue contrazioni sono veramente dolorose e insopportabili, e sono ritmiche, ogni 5 minuti, da almeno un’ora.

E POI??? .....IN BOCCA AL LUPO!!

COSA POSSO FARE PER MIGLIORARE I DOLORI DEL TRAVAGLIO?

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GRAVIDANZA DOPO 40 ANNI

Qualche volta mi sento chiedere da donne di quaranta anni: “Quanto posso aspettare ancora, prima di fare un figlio?”

ASPETTARE ANCORA?? A QUARANT'ANNI??

Forse l’argomento merita qualche chiarimento.

La fertilità cambia nel corso della vita. Questo è un dato di cui dovremmo essere consapevoli!

Nelle ragazze, l'inizio del periodo riproduttivo è caratterizzato dalla comparsa della prima mestruazione e della ovulazione; dopo la menopausa la donna non ha più l'ovulazione. Generalmente il potenziale riproduttivo diminuisce a mano a mano che l'età avanza, e si calcola che la fertilità diminuisca drasticamente 5 - 10 anni prima della comparsa della menopausa.

Nella società odierna sta diventando sempre più frequente posticipare l’età della prima gravidanza. Le cause socio-culturali sono varie: dal cambiamento dello stile di vita al prolungarsi degli studi, dalla difficoltà a trovare un lavoro alla crisi economica incombente, ecc. Ma, anche se oggi le donne sono più longeve, hanno una maggiore attenzione alla loro salute e sono più sane, il miglioramento della condizione di vita non modifica affatto il declino naturale della fertilità legata all'età. E questo declino può avvenire molto prima di quanto le donne possano immaginare….

Il feto femmina, intorno alla 20ª settimana di gestazione, ha la massima quantità di ovociti della sua vita (uovo femminile, 6-7 milioni). Già alla nascita, però, la bambina ha una quantità di ovociti nettamente inferiore alla fase fetale (1-2 milioni).  Con il passare degli anni, il numero di ovociti nelle ovaie diminuisce per un processo naturale di degenerazione (atresia). Superati i 30 anni, una donna conserva solamente il 12% degli ovociti iniziali; a 40 anni la percentuale scende al 3-4% per diventare quasi nulla dopo i 45 anni.

Il periodo riproduttivo migliore della donna è dai 20 ai 30 anni. La fertilità diminuisce gradualmente dopo i trent'anni, in particolare dopo i trentacinque. Una donna sana e fertile di trent'anni ha il 20 % di possibilità di avere una gravidanza per ogni tentativo mensile. All'età di 40 anni la chance di avere una gravidanza ad ogni ciclo  è inferiore al 5 %. La diminuzione della quantità di ovociti è detta “riduzione della riserva ovarica”. La riserva ovarica diminuisce drasticamente molto prima dell’inizio della menopausa e la maggior parte delle donne dopo i 45 anni non riuscirà ad avere più una gravidanza. Queste percentuali sono estremamente reali, sia per il concepimento naturale che per le tecniche di procreazione assistita come la fertilizzazione in vitro. Sebbene le storie che compaiono sui media e sui siti gossip inducano a credere che sia sempre possibile, con il ricorso a tecniche di procreazione assistita (FIVET, ICSI ecc.), avere una gravidanza, l'età della donna condiziona pesantemente il successo di questi trattamenti. Infatti dopo i 45 anni gli ovociti perdono totalmente la loro capacità riproduttiva e le gravidanze si ottengono generalmente mediante l'ovodonazione (cioè ricevendo l'ovulo da una donna donatrice giovane). La perdita della capacità riproduttiva età-dipendente è strettamente correlata al declino della qualità e della quantità degli ovociti.RIUSCIRE AD AVERE UN BAMBINO

Il peggioramento qualitativo degli ovociti legato all'età provoca, oltre a una diminuzione della percentuale delle gravidanze, anche un aumento del numero degli aborti spontanei. Si verifica infatti una maggiore frequenza di alterazioni genetiche chiamate aneuploidie (presenza di un numero irregolare di cromosomi nell’ovocita) il che significa che, se la fertilizzazione ha successo, l'embrione avrà comunque delle alterazioni cromosomiche. Ben conosciuta è la sindrome di Down in cui l'embrione ha un cromosoma 21 in più. La maggior parte di questi casi con un numero di cromosomi alterato esita in aborti.

Qual'è dunque l'età massima per avere un figlio?

È di essenziale importanza che le donne che desiderano una gravidanza siano informate e consapevoli dell’impatto dell’età sulla fertilità. Le donne con più di 37 anni che stanno provando ad avere una gravidanza dovrebbero intraprendere un percorso diagnostico e terapeutico già dopo sei mesi di fallimento, o anche prima se esiste una precisa indicazione clinica.

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L’ABORTO SPONTANEO: UN INCIDENTE IN GRAVIDANZA

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ABORTOTi è capitato per la prima volta, ma se ti guardi intorno e chiedi a qualche amica, scopri che tante hanno avuto un aborto spontaneo! E ora, cosa succederà? C’è qualcosa in te che non funziona? E’grave? Potrai mai avere un bambino?

Rilassiamoci e cerchiamo di dare qualche risposta.

L'ABORTO SPONTANEO

L’ aborto spontaneo è l’interruzione della gravidanza prima della 25° settimana di gestazione. Si calcola che circa il 50 % di tutte le gravidanze (conosciute o ancora sconosciute, cioè prima del ritardo mestruale), e il 15 – 25 % delle gravidanze già diagnosticate, esiti in aborto spontaneo.

Quindi è molto frequente!

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LE CAUSE DELL’ABORTO SPONTANEO RIMANGONO MOLTO SPESSO SCONOSCIUTE.

ABORTO PRECOCEL'ABORTO PRECOCE (primi 2 – 3 mesi di gravidanza)

La maggior parte degli aborti (80%) avviene nei primi 3 mesi di gravidanza. L'aborto precoce è causato, nella maggior parte dei casi, dalla presenza nel bambino di alterazioni genetiche o cromosomiche, non ereditarie, cioè non trasmesse dai genitori, che compaiono a caso durante la replicazione delle cellule embrionali.

L’interruzione della gravidanza avviene molto presto, e in questi casi a nulla valgono le terapie, il riposo a letto o altro per evitare l’aborto! Tu non hai nessuna responsabilità e nessuna colpa. Non rimproverarti nulla! L’aborto in questi casi era inevitabile perché dipendeva da un’alterazione genetica così importante da essere incompatibile con la vita del bambino.

ABORTO TARDIVO  (14 – 24 settimane)

La causa di aborto dopo le 14 settimane può essere una malattia materna:

  • infezioniABORTO E TIROIDE
  • diabete
  • malattie della tiroide
  • problemi ormonali
  • malattie immunitarie
  • alterazioni dell’utero
  • Denutrizione
  • obesità
  • uso di alcol o droghe
  • età materna avanzata
  • traumi
  • pressione sanguigna altaABORTO TARDIVO
  • medicine incompatibili con la gravidanza
  • Qualche volta nel secondo trimestre di gravidanza, il problema può essere legato alla incompetenza cervicale, cioè a un collo uterino che si dilata e provoca l’aborto.

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TIPI DI ABORTO SPONTANEO

Esistono diversi tipi di aborto spontaneo:

  • L’aborto interno, in cui anche se la gravidanza si è interrotta, l’embrione o il feto è presente e non ha attività cardiaca. Spesso non ci sono sintomi di sanguinamento o dolore e la diagnosi avviene durante un’ecografia di controllo. Il blighted ovum, detto anche uovo vuoto, è un tipo di aborto interno in cui c’è stato l’impianto dell’uovo fecondato nell’utero ma non si è mai verificato lo sviluppo dell’embrione.
  • L’aborto incompleto, in cui le membrane si sono rotte e parte del materiale fetale e ovulare è stato espulso, ma nell’utero rimangono dei residui più o meno adesi alle pareti.
  • L’aborto completo, in cui il prodotto del concepimento è stato completamente espulso e l’utero è vuoto.

La minaccia d'aborto invece è una condizione in cui i sintomi (dolore pelvico e lombare, perdita di sangue dall'utero), pur essendo il collo uterino chiuso e il feto vitale. fanno temere l'imminenza di un aborto

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I SINTOMI POSSONO ESSERE:

 

I sintomi classici sono:SANGUINAMENTO VAGINALE - ABORTO

  • Dolori addominali lievi o severi
  • Crampi
  • Dolore lombare
  • Macchie di sangue
  • Forte sanguinamento vaginale
  • Espulsione di coaguli o materiale ovulare
  • Spesso...NESSUN SINTOMO!

Molto spesso infatti la gravidanza si è interrotta ma possono passare anche settimane prima che compaiano i classici sintomi di aborto! Questo avviene perché gli ormoni prodotti dall’ovaio e dalla placenta continuano a mantenere il sacco gestazionale intatto nell’utero, anche se l’embrione non c’è, o se c’è, non è più vivo.

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COME SI FA LA DIAGNOSI

La diagnosi può essere semplice nei casi evidenti, ma a volte è complicata e richiede l’esecuzione di più controlli ravvicinati per chiarire se la gravidanza si sia realmente interrotta. La tua ginecologa ti farà fare il test delle BHCG sul sangue, una visita ginecologica accurata e l’ecografia endovaginale.

Cosa ci dicono questi esami?

BHCG E ABORTOLa BHCG si esegue mediante un prelievo di sangue che valuta l'ormone prodotto dal trofoblasto, la piccola placenta che si forma inizialmente. Se il valore è alto per l’epoca

gestazionale, bene! se è basso...

In realtà un singolo valore di BHCG non ha un netto significato predittivo, e nella maggior parte dei casi sono necessari dosaggi ripetuti per analizzare se la BHCG cresce bene,  se cresce poco o se addirittura diminuisce, a indicare la presenza di aborto in atto.

L’ecografia ci fa vedere cosa sta succedendo nell’utero. C'è il sacco gestazionale in utero? Il sacco gestazionale è grande a sufficienza o è piccolo? Si vede l’embrione? E se l’embrione si vedeECOGRAFIA ABORTO, ha il battito cardiaco? Ci sono raccolte di sangue nell’utero? Studi scientifici hanno dimostrato che, fra la dimensione del sacco gestazionale, i valori della BHCG e la mancanza di vitalità dell’embrione, esiste una stretta correlazione che permette di fare diagnosi di aborto spontaneo.

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SE VIENE DIAGNOSTICANO UN ABORTO SPONTANEO, COME SI PROCEDE?RSCHIAMENTO ABORTO

Se l’aborto è completo il materiale abortivo è stato completamente espulso. Spesso c’è un sanguinamento e un dolore pelvico che ricordano la mestruazione. L’ecografia documenta l’assenza di materiale nella cavità uterina e i sintomi regrediscono nel giro di pochi giorni. In questo caso non sono necessarie procedure chirurgiche.

 

Nella maggior parte dei casi però l'aborto è incompleto, cioè nella cavità uterina rimangono residui di materiale abortivo. La rottura del sacchetto gestazionale e le contrazioni uterine hanno parzialmente espulso i residui ma spesso parte del materiale placentare rimane adeso alle pareti dell’utero. Si rende quindi necessario effettuare un raschiamento per pulire l’utero e svuotarlo completamente.

Anche nel caso di aborto interno è necessario, dopo aver dilatato il collo dell’utero, effettuare l’estrazione del materiale abortivo. Se l’epoca gestazionale non è molto avanzata, il materiale viene rimosso con una cannula aspiratrice e poi si esegue un controllo dell'utero con l’ecografia per vedere che non siano rimasti residui. Se la gravidanza invece ha superato le 9-10 settimane, si somministrano per via vaginale dei farmaci chiamati prostaglandine che dilatano il canale cervicale e stimolano le contrazioni uterine, e poi si fa la revisione chirurgica. La procedura viene effettuata in day hospital e la ripresa delle normali attività è rapida.

Il ciclo mestruale generalmente ricompare dopo 4/5 settimane.

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SI PUÒ PREVENIRE UN ABORTO?PREVENZIONE ABORTO

Purtroppo non è possibile perchè molto spesso non ci sono segni premonitori, si scopre di avere abortito quando la gravidanza si è già interrotta e non se ne può fermare il decorso. Nella maggior parte dei casi non è possibile capire le cause del singolo aborto e non sono necessari ulteriori accertamenti. Invece nei casi di aborto ripetuto è opportuno fare esami approfonditi alla ricerca di alterazioni che possano evidenzire una causa materna da curare (infezioni, malattie autoimmunitarie, malattie della tirode ecc)

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MA E' IMPORTANTE RICORDARE CHE:

SPORT ABORTO

  • l’esercizio fisico e i rapporti sessuali non provocano aborto;
  • lavorare non fa male al bambino tranne che per alcuni lavori a rischio.
  • Avere avuto 1 solo aborto non aumenta il rischio di abortività. Infatti solo 1 donna su 100 successivamente avrà 3 o più aborti (aborto ripetuto) e comunque almeno il 60 % di queste donne con abortività ripetuta riuscirà ad avere una gravidanza a termine.

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POTRO’ AVERE UN BAMBINO DOPO UN ABORTO?

GRAVIDANZA ABORTOCerto che si!

Avere avuto un aborto non significa avere problemi di fertilità.

Quasi il 90 % delle donne che ha avuto un aborto riuscirà ad avere una gravidanza normale e un figlio.

 

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IL PAP TEST, L’HPV TEST E LA COLPOSCOPIA. 10 RISPOSTE VELOCI

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  1. A cosa serve il Pap test

Il Pap test è un test di screening (screening significa che viene effettuato anche nelle donne sane), che viene effettuato analizzando le cellule prelevate dal collo dell’utero.  Questo test evidenzia le alterazioni cellulari che nel tempo potrebbero condurre al tumore del collo dell’utero.

  1. Come si fa il Pap test

Il ginecologo preleva delicatamente con una spatola e un bastoncino un po' di materiale dal collo dell'utero e dalCOME SI FA IL PAP TEST canale cervicale. Poi in laboratorio questo prelievo viene guardato al microscopio per studiare le cellule del collo dell’utero

  1. Striscio o Pap-test sono la stessa cosa?

Sì, spesso i due termini vengono usati per dire la stessa cosa. A volte però per striscio si  intende solo l’esame che si fa per vedere se c’è un’infezione vaginale.

  1. Con il Pap-test si vede la presenza del virus HPV?

No, il virus HPV non si vede con il Pap-test. Però il Pap-test può farci vedere le alterazioni cellulari dovute alla presenza del virus.

  1. Che cos'è invece il test per la ricerca del papilloma virus (HPV TEST)?PAP TEST E PAPILLOMA VIRUS

E’ un esame che si esegue in modo simile al Pap-test. Il materiale prelevato però non viene letto al microscopio, come nel Pap-test, ma analizzato in laboratorio per la ricerca del virus. La differenza fra i due è che il pap test fa vedere se ci sono alterazioni delle cellule del collo dell’utero ma non ci dice se il virus è presente, mentre l'HPV TEST ci fa vedere se il virus è presente ma non ci dice se ci sono le alterazioni cellulari.

  1. Perché oggi si può fare lo screening per i tumori del collo dell’utero con il test HPV al posto del Pap-test?

Perché ultimamente molti studi hanno evidenziato che il test HPV trova più lesioni del collo dell’utero di quante ne trovi il Pap test e quindi sembra essere più protettivo. Il Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 prevede che entro il 2018 tutti i programmi di screening italiani passino dal Pap test al test HPV come test primario per le donne dai 30-35 anni.

  1. Perché però lo screening con HPV è raccomandato solo nelle donne VISITA E PAP TESTdopo i 30-35 anni?

Perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto più frequenti e nella maggior parte dei casi guariscono spontaneamente. Per cui lo screening con HPV eseguito nelle donne al di sotto i 30-35 anni ci farebbe trovare, e quindi trattare, un numero eccessivo di lesioni che invece sarebbero regredite spontaneamente. Pertanto sotto i 30-35 anni è raccomandato lo screening con il Pap-test. Se nel tuo Pap-test saranno trovate delle alterazioni, sarai invitata a fare una colposcopia

  1. Che cosa è la colposcopia?COLPOSCOPIA PAP TEST

La colposcopia è un controllo simile alla visita ginecologica: il ginecologo usa uno strumento chiamato colposcopio, che serve a illuminare il collo dell’utero e a vederlo ingrandito. Se il ginecologo vede delle alterazioni fa una biopsia, cioè un piccolo prelievo di tessuto dal collo dell’utero. In genere la colposcopia non è dolorosa. Con la biopsia potresti sentire un piccolo fastidio, come una puntura o un lieve dolore.

  1. Mi hanno tolto l’utero: devo fare il Pap test?

No, perché i tumori della vagina, che possono essere provocati dal virus, sono molto rari.

  1. Ci sono esami del sangue specifici per il virus HPV?

No, nella pratica corrente non ci sono esami del sangue specifici per il virus HPV.

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HPV - PAPILLOMA VIRUS

1.  Come si prende l’infezione da HPV?

L’infezione si prende quasi esclusivamente per via sessuale, sebbene sia - almeno teoricamente - possibile anche la trasmissione attraverso l'uso promiscuo di biancheria intima infetta; inoltre, anche se rara, è possibile la trasmissione materno-fetale al momento del  parto.

2. E' necessario un rapporto sessuale completo?

Non sempre è necessario. Infatti, l’infezione da HPV è molto frequente e viene facilmente trasmessa tra uomini e donne e fra partners dello stesso sesso, anche in assenza di penetrazione. Non si possono escludere vie indirette di infezione, dato che il virus è stato trovato anche nella bocca e sotto le unghie.

 3.  All’infezione sono esposte solo le donne?

No, la possono avere sia gli uomini sia le donne. Però il virus HPV più raramente provoca manifestazioni nell’uomo.HPV E RAPPORTI SESSUALI

4.  Un uomo come prende l’infezione

Generalmente per via sessuale, come la donna

5.  Dopo quanto tempo guarisce l’infezione da HPV?

La maggior parte delle infezioni scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni. Una persona rimane portatrice finché l’infezione non va via.

6.  Esistono portatori sani che trasmettono l’infezione ma non manifestano mai la malattia?

Questo è proprio il caso più frequente! In genere infatti sia HPV CONDILOMI l’uomo sia la donna non hanno manifestazioni evidenti dell’infezione, ma sono in grado di trasmetterla.

7. Ma io quando ho preso il virus HPV?

Non si può conoscere il momento esatto del contagio, che può risalire a molti anni prima. Si può infatti rimanere portatori del virus HPV per molti anni senza avere sintomi: una persona, cioè, non si accorge di avere l’infezione.

8. Il mio compagno mi può attaccare i condilomi?HPV TRADIMENTO

Sì, i condilomi possono essere trasmessi dal partner.

9. Se ho avuto un solo compagno da chi ho preso l’infezione?

Molto probabilmente hai preso l’infezione dal tuo compagno. Ma lui può avere contratto il virus molti anni prima di conoscerti. In qualche caso infatti sia gli uomini sia le donne possono rimanere portatori del virus per molti anni.

10. Devo dire al mio compagno che ho questa infezione, e lui deve fare qualche controllo?

Decidi tu se parlarne con il suo compagno, non è così indispensabile: il virus HPV provoca manifestazioni nell’uomo più raramente. Eventualmente parlane con il tuo ginecologo.HPV PRESERVATIVO

11. Come mai nel caso del papilloma virus il preservativo è meno efficace che in altre infezioni?

Probabilmente perché il virus HPV si trova anche sulla pelle non protetta dal preservativo, nella bocca e sotto le unghie.

12. L’infezione da virus HPV è più frequente adesso o c’è sempre stata?

L’infezione c’era anche prima, ma solo da pochi anni è stato scoperto che il virus HPV può causare il tumore del collo dell’utero e sono stati sviluppati test utili per la sua diagnosi.

13. E’ necesario che io modifchi il mio stile di vita?

Se fumi devi sapere che il fumo di tabacco è un importante fattore di rischio per le le sioni pretumorali e per il tumore del collo dell’utero, quindi è fondamentale smettere di fumare.

14. Le donne che hanno rapporti sessuali con altre donne e le donne bisessuali possono prendere l'infezione da HPV? HPV OMOSESSUALE

 Sì, alcuni studi fatti con donne che avevano rapporti sessuali con altre donne e con donne bisessuali hanno trovato che tra il 3% e il 30% di loro aveva un test HPV positivo. Quindi l’infezione da HPV si può prendere anche attraverso rapporti sessuali tra donne, anche se il rischio di prenderla attraverso rapporti sessuali con uomini è probabilmente maggiore.

15. Dopo la menopausa si può prendere ancora l’infezione da HPV?

Sì, anche se l’infezione è molto più rara dopo la menopausa, sia perché le occasioni di contagio sono meno frequenti, sia perché la conformazione del collo dell’utero cambia rendendolo meno esposto alle infezioni.

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PAPILLOMA VIRUS HPV

  1. Che cosa è l’HPV?

L’HPV (papilloma virus umano) è un virus che provoca un’infezione molto frequente della zona genitale maschile e femminile.

  1. Quali sono gli effetti dell’infezione da HPV nella donna?

Nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve spontaneamente senza dare nessun sintomo o segno. La maggioranza delle donne non si accorge nemmeno di avere contratto l’infezione. In alcuni casi invece l’infezione provoca delle lievi alterazioni alle cellule del collo dell’utero che vengono scoperte dal Pap-test.

  1. Quanto tempo durano le alterazioni cellulari?

Le alterazioni cellulari in genere si risolvono da sole nel giro di qualche mese. In pochi casi però possono diventare lesioni del collo dell’utero, chiamate displasie.LESIONE DA HPV

  1. Che cosa succede se le displasie provocate dall’HPV non vengono trattate?

La maggior parte delle displasie guarisce spontaneamente, ma alcune, se non curate, possono progredire e diventare tumori. Questo però è un evento molto raro e che richiede generalmente molti anni. Ecco perché è importante fare i controlli regolarmente.

  1. Le alterazioni cellulari sono sempre provocate dal virus HPV o possono essere dovute ad altri motivi?

FUMO E HPV

Oltre che al virus HPV alcune alterazioni cellulari possono essere dovute a un processo infiammatorio o a un particolare stato ormonale, per esempio la menopausa.

  1. Le displasie sono sempre provocate dal virus HPV o possono essere dovute ad altri motivi?

Generalmente le lesioni sono provocate dal virus HPV. Però, poiché solo pochissime donne che hanno il virus sviluppano una displasia, sicuramente il sistema immunitario, il fumo e altri fattori, hanno un ruolo importante.

  1. E’ possibile capire quali lesioni guariranno e quali no?

Gli studi attuali ancora non ci permettono di capire con certezza quali lesioni guariranno e quali no. Si sono però alcuni nuovi test che permettono di valutare l’aggressività del virus. L’importante è tenere sotto controllo tutte le lesioni e trattare solo quelle al di sopra di una certa gravità.

  1. L’HPV causa il tumore del collo dell’utero?

Sì, ma solo pochissime donne con infezione da HPV sviluppano un tumore del collo dell’utero. Inoltre ci vogliono molti anni perché le lesioni provocate dal virus si trasformino in tumore.

  1. Che cosa sono i condilomi genitali?CONDILOMI HPV

I condilomi genitali (chiamati anche condilomi floridi o condilomi acuminati o creste di gallo) sono delle piccole escrescenze che possono comparire sui genitali della donna e dell’uomo provocate dall’HPV. Possono dare bruciore e prurito ma non sono pericolose. 

  1. Il virus HPV che causa il tumore del collo dell’utero è lo stesso che fa venire i condilomi genitali?

Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che causano le verruche e i condilomi non provocano il tumore del collo dell’utero. Per questo motivo i virus HPV che causano il tumore del collo dell’utero sono chiamati virus ad alto rischio oncogeno, e quelli che causano i condilomi genitali sono chiamati virus a basso rischio oncogeno.

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LA TERAPIA DELLA DISMENORREA: ELIMINARE LE MESTRUAZIONI PER VIVERE UNA VITA SENZA DOLORE

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DOLORE MESTRUALE"Durante le gare di nuoto alle Olimpiadi di Rio del 2016, la nuotatrice cinese Fu Yuanhui dichiarò che la sua cattiva prestazione atletica nella finale della staffetta 4×100 mista era stata causata dall’arrivo delle mestruazioni cominciate la notte precedente la gara". 

La testimonianza di questa campionessa sottolinea come per molte donne la mestruazione rappresenti ogni mese un’esperienza dolorosa e invalidante, che  spesso comporta l’assunzione di molti medicinali e la perdita di giorni di scuola, di lavoro e di vita. 

La causa della dismenorrea sembra essere un aumento anomalo di prostaglandine (sostanze ad azione pro infiammatoria) nel sangue mestruale, che provoca costrizione dei vasi uterini e crampi dell’utero. Le prostaglandine in eccesso inoltre, riassorbite nel circolo sanguigno, possono dare sintomi associati come diarrea, nausea e mal di testa. Il malessere può essere tale da provocare persino svenimento e costringere a letto per giorni.

CHE ARMI ABBIAMO CONTRO LA DISMENORREA?

DOLORE MESTRUALE CURAI farmaci di prima scelta sono rappresentati dai FANS, sigla che sta per farmaci antiinfiammatori ad azione non steroidea (non cortisonici), proprio per la loro attività anti-prostaglandinica. Questi farmaci bloccano la reazione a cascata nella formazione delle prostaglandine e dei loro mediatori chimici; devono quindi essere assunti il prima possibile, prima che la concentrazione di prostaglandine aumenti eccessivamete, la loro produzione sia inarrestabile e il dolore mestruale diventi insopportabile. Se assunti in ritardo sono meno efficaci anche a dosaggio più alto, e gravati di maggiori effetti collaterali.

Spesso però, nonostante le terapie antidolorifiche, il ciclo mestruale e la dismenorrea possono portare nella vita quotidiana una serie di disagi DOLORE MESTRUALE SINTOMIinsopportabili … allora che fare?

In questi casi il blocco dell’ovulazione e/o la soppressione del ciclo mestruale sono una valida scelta terapeutica per il trattamento della dismenorrea.

IL BLOCCO DELL’OVULAZIONE

TERAPIA DELLA DISMENORREA PILLOLA ANTICONCEZIONALEUn recente studio svedese ha dimostrato che la pillola contraccettiva ha un'efficace azione analgesicao per i dolori del ciclo mestruale. Questo è stato il primo studio che ha accertato un effetto di cui si parlava da tempo ma che non era ancora stato dimostrato. La pillola infatti inibisce lo sviluppo follicolare, blocca l’ovulazione e riduce la crescita dell’endometrio in fase premestruale, diminuendo pertanto la produzione di prostaglandine e la quantità del flusso.

Nel 80-90% delle pazienti che presentano dismenorrea la pillola anticoncezionale estro-progestinica ha una buona efficacia. Sono indicate soprattutto le pillole da 28 compresse mensili che hanno solo 2 o 4 pillole inattive e una pausa breve, che non permettono all’endometrio di ispessirsi e provocano un flusso leggero.

E SE LA PILLOLA NON FUNZIONA SUFFICIENTEMENTE? …

SOPPRESSIONE DELLA MESTRUAZIONE

SOPPRIMIAMO LA MESTRUAZIONE!

Effettivamente, nei casi di dismenorrea grave, la soppressione ormonale delle mestruazioni dà la risposta terapeutica migliore.

Ci sono vari modi per non fare arrivare il flusso. Il modo più semplice è quello di prendere la pillola in modo continuo senza fare pause.

Normalmente, se assumo una pillola contraccettiva da 21 compresse, finita l’assunzione, prima di ricominciare il nuovo blister, faccio una pausa di 7 gg che provocherà un abbassamento del livello ormonale con conseguente flusso mestruale da privazione. Eliminando questa pausa, il flusso mestruale con i suoi sgradevoli sintomi non arriverà! Se uso l’anello vaginale (che è sempre un contraccettivo ormonale, badate bene!) e non faccio la pausa di 7 gg fra una introduzione e l’altra dell’anello in vagina, la mestruazione non comparirà! Se prendo una pillola contraccettiva da 28 giorni, salto le ultime 2 o 4 compresse “inattive” (pillole placebo) e continuo iniziando un nuovo blister, il ciclo non arriverà!

Esistono pillole che sono state studiate proprio per la soppressione del ciclo mestruale e funzionano assumendo continuativamente 84 giorni di pillole attive seguite da sette giorni di pillole placebo. In questo modo consentono di avere il ciclo ogni 3-4 mesi riducendo i periodi mestruali da tredici l’anno a quattro. Scusate se è poco!

Da ultimo, la spirale al progesterone generalmente, nel giro di pochi mesi, provoca la comparsa di cicli scarsi e saltuari e la diminuzione della dismenorrea.

Insomma, il segreto è non sospendere mai (o quasi mai) l’assunzione del contraccettivo ormonale!

soppressione della mestruazioneSpesso però, l’opposizione all’uso di questi metodi nasce da lontano, da pregiudizi o false convinzioni su i possibili danni alla salute della donna causati dalla contraccezione ormonale e dalla soppressione della mestruazione.

ALLORA SAPPI CHE:

  • non è vero che se il ciclo mestruale arriva regolarmente vuol dire che la donna è sana.
  • non è vero che il flusso di sangue che viene durante l’assunzione della pillola è come una vera mestruazione e che quindi sopprimerlo può causare danni. E’ semplicemente una perdita di sangue dovuta al calo ormonale: che ci sia o non ci sia è ininfluente. Nel passato per la pillola è stata formulata questo tipo di posologia con la sospensione perché vedere l’arrivo del flusso rassicurava la donna e le dava la certezza di non essere rimasta incinta.
  • Non è vero che più mestruazioni vengono e migliore è la salute della donna. Nel passato le donne avevano molti più figli e allattavano molto di più, per cui al massimo un donna aveva in media 160 cicli nella sua vita, e questo era il vero ritmo “naturale”! Oggi figli non se ne fanno quasi più nè tanto meno si allatta, e questo provoca una media di 400 cicli nella vita (tanti!), con tutti i risvolti negativi che questo può dare, dolori inclusi e maggiore rischio di cancro mammario.

 LA DISMENORREA SI PUO’ CURARE!

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cura della dismenorrea

 

LA DISMENORREA: ASPETTANDO CON TERRORE L’ARRIVO DEL CICLO MESTRUALE

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DISMENORREA La dismenorrea è un forte dolore mestruale, che si presenta subito prima del ciclo o durante il flusso, causato da crampi dell’utero.

Se hai la dismenorrea puoi avvertire:

  • Fitte dolorose, spasmi o crampi al basso ventre, in vagina o lateralmente nella zona delle ovaie, costanti o a ondate.
  • un dolore che si può irradiare alla parte bassa della schiena, alla zona renale e alle cosce.
  • Un dolore che può essere accompagnato da spossatezza, irritabilità, nausea, vomito, mal di testa e diarrea.

Sappi che la dismenorrea è molto comune, e nel 20% delle donne può arrivare a essere così forte da rendere impossibili le normali attività della vita quotidiana. 

PERCHE’ VIENE LA DISMENORREA?

dismenorrea flusso mestrualeIn fase premestruale, il calo ormonale che provoca la mestruazione, induce a livello uterino uno stato infiammatorio controllato che ha il compito di provocare il distacco dell’endometrio (la mucosa interna che riveste la cavità uterina) dalle pareti dell'utero, la sua espulsione nel flusso mestruale e la susseguente rigenerazione endometriale.

La causa della dismenorrea sembra essere un aumento eccessivo locale di sostanze infiammatorie (in particolare di prostaglandine) che si liberano dallo sfaldamento endometriale. Questo aumento di prostaglandine causa costrizione dei vasi utercrampi mestrualiini, ipossia tissutale, crampi dell’utero e intenso dolore nel basso ventre, in particolare nella fase iniziale del ciclo. Secondo alcuni autori infatti, le intense contrazioni uterine finiscono col bloccare o ridurre significativamente l'afflusso di sangue all'utero, scatenando una sintomatologia dolorosa simile a quella dell'angina pectoris, in cui l'ostruzione delle coronarie riduce l'apporto di ossigeno e nutrienti al miocardio provocando dolori oppressivi al petto. Sempre le prostaglandine possono provocare, durante il ciclo, diarrea nausea e mal di testa associati alla dismenorrea.

La prima cosa importante da capire quando hai forti dolori mestruali è se la dismenorrea è veramente l’unico disturbo che hai (dismenorrea primaria) o se la dismenorrea è conseguenza di altre malattie ginecologiche (dismenorrea secondaria)! 

LA DISMENORREA PRIMARIA

E chiamata primaria perché non ha causa apparente, ovvero non è associata ad alcuna patologia pelvica identificabile.

Si presenta prevalentemente in età adolescenziale.assenza da scuola e dismenorrea

  • La dismenorrea primaria è la causa più comune di assenza da scuola delle adolescenti.

Comincia poco dopo l’arrivo della prima mestruazione (menarca), in genere 6 – 12 mesi dopo, quando iniziano i cicli ovulatori veri e propri. Il dolore compare con l’arrivo del ciclo e può durare 24 – 72 ore. La dismenorrea primaria tende a migliorare verso i 30 anni e con le gravidanze (ma non mi sentirei di consigliare una gravidanza al solo scopo di ridurre la dismenorrea!).

LA DISMENORREA SECONDARIA

E’ chiamata secondaria perché è causata da alcune malattie pelviche che è importante diagnosticare. Frequentemente compare più tardi rispetto alla prima mestruazione, verso i 30 – 40 anni o più.

Il dolore a volte precedere di alcuni giorni l’inizio del ciclo e può durare fino alla fine della mestruazione. Può essere anche associata a dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali).

La dismenorrea secondaria è causata da:dismenorrea ed endometriosi

  • Endometriosi/adenomiosi 
  • Fibromi
  • Malattia infiammatoria pelvica
  • Dilatazione delle tube
  • Cisti ovariche
  • Varicocele pelvico
  • Aderenze fra organi pelvici
  • Stenosi del canale cervicale (che ostruisce il passaggio del flusso mestruale).

SEI PREDISPOSTA ALLA DISMENORREA?

I dati della letteratura scientifica individuano alcune cause predisponenti alla dismenorrea:

  • Età inferiore a 30 anni
  • Basso Body Mass Index (basso peso corporeo rispetto all’altezza)
  • Fumo
  • Alcool
  • Menarca precoce
  • Cicli mestruali lunghi
  • Flusso mestruale abbondante
  • Nulliparità (no gravidanze)
  • Sindrome premestruale
  • Depressione

dismenorrea e visita ginecologicaCOSA DEVE SAPERE IL GINECOLOGO PER FARE UNA CORRETTA DIAGNOSI?

Per capire quale è il tuo problema il ginecologo ti farà delle domande a proposito di:

  • L’età del menarca
  • La lunghezza dei cicli
  • Se il ciclo è regolare
  • La durata del flusso
  • Il tempo di comparsa del dolore rispetto al ciclo
  • La localizzazione del dolore
  • Se sei fumatrice
  • Se hai avuto rapporti
  • La tua storia ostetrica e contraccettiva
  • Se hai perdite vaginali, sanguinamenti anomali, dispareunia, dolore o sanguinamento rettale (tipico dell’endometriosi intestinale)

E poi farà una visita e un’ecografia transvaginale per vedere se ci sono perdite vaginali anomale, se c’è un imene imperforato o un setto vaginale (cosa che succede raramente), se è necessario fare tamponi per evidenziare infezioni, se l’utero è di dimensioni normali, se è fisso o mobile, se ci sono dolori alla palpazione, se ci sono noduli palpabili a livello del setto rettovaginale o dei legamenti uterosacrali (endometriosi), se ci sono masse anomale nella pelvi. In rari casi sarà necessario fare indagini più approfondite quali la laparoscopia diagnostica o la Risonanza Magnetica Nucleare.

A quel punto sarà in grado di diagnosticare se la dismenorrea è primaria o secondaria.

La seconda cosa importante da fare è... ovviamente scegliere la terapia adeguata per te!

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dismenorrea cura

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PARTICELLA VIRALE DI HPV
PARTICELLA VIRALE DI HPV

MILIONI DI DONNE OGNI ANNO  VENGONO IN CONTATTO CON L’HPV... IMPARIAMO AD AFFRONTARLO! 

L’HPV  è un virus molto diffuso: è il microorganismo più diffuso fra quelli sessualmente trasmessi.

Ci sono circa 200 tipi di HPV ma solo una quarantina di ceppi si contrae per contatto sessuale. Il nome completo del virus è Human Papilloma Virus: Human poiché è presente nel genere umano, Papilloma perchè tende a dare formazioni di aspetto papillomatoso detti condilomi o verruche.

LO SAPEVATE CHE…..è vero che il 70 % degli adulti in età fertile si infetta con l’HPV (TANTISSIMI!!), ma....

    • solo il 10 % di questi svilupperà una lesione da HPV....
    • e solo 7/8 donne su 100.000 avranno un cancro del collo dell’utero....
  • e solo 2/3 donne su 100.000 avranno un decesso per questa causa!

CHE POSSIBILITA' HO DI INFETTARMI CON L’HPV (uomo o donna)?

Una grande quantità di adulti sessualmente attivi (di entrambe i sessi) contrae l’HPV. Si stima che circa il 75% della popolazione in età riproduttiva sia stata infettata da uno o più ceppi di HPV. Malgrado ciò i dati scientifici dimostrano che i pazienti non sono consapevoli che questo virus si diffonde per trasmissione sessuale.

La cattiva notirischi hpvzia è che è possibile aver contratto l’HPV e non saperlo, perché questo virus è estremamente diffuso, nella maggior parte dei casi non dà sintomi evidenti e si propaga in modo invisibile.

La notizia buona è che nella maggior parte dei casi l'HPV non dà seri problemi di salute e guarisce spontaneamente nel giro di uno o due anni. Pertanto avere l’infezione da HPV non significa avere una malattia! E se non guarisce spontaneamente grazie alle difese del sistema immunitario.....facendo una buona prevenzione è sempre possibile intervenire in tempo per la cura delle lesioni.

COME POSSO INFETTARMI? HPV E RAPPORTI SESSUALI

L’HPV si diffonde per il contatto con un’area genitale  infetta, attraverso i rapporti sessuali o, più sporadicamente, con il sesso orale e toccando con le mani. Raramente è possibile prendere il virus dal contatto con la sabbia, asciugamani o biancheria intima infetta, palestre, docce ecc. Attualmente sembra che l'HPV non possa essere trasmesso con la saliva (per cui non si trasmette con i baci).

E’ più facile il contagio da donna a uomo che da uomo a donna. E’ molto più diffuso fra le adolescenti che fra le donne adulte o in menopausa (perchè le donne in menopausa hanno meno rapporti sessuali). A volte possono passare anni dal rapporto infettante prima che il virus dia le prime manifestazioni cliniche. Pertanto non è possibile risalire a quando è avvenuto il contagio in quanto il Papilloma virus  a volte rimane silente e asintomatico per anni nell'area genitale, e l'uomo o la donna possono essere PORTATORI SANI senza saperlo, finchè l'infezione non guarisce spontaneamente.

La condizione di portatori sani è la più frequente, ed è la ragione per cui, uomini e donne, non sapendo di avere l'infezione, possono inconsapevolmente diffondere il virus  con i rapporti sessuali non protetti! A maggior ragione, chi invece ha i condilomi, deve essere consapevole che ha un grande potenziale infettivo verso i partners!

CHI E' A RISCHIO DI AVERE L’HPV?

  • Chi ha avuto rapporti molto precoci
  • Chi ha avuto molti partners
  • Chi ha avuto un partner con molte relazioni precedenti
  • Chi fuma (rischio raddoppiato)
  • Gli uomini omosessuali, che hanno un’elevata prevalenza di HPV ano-genitale e lesioni da HPV
  • Le donne omosessuali (rischio che non viene percepito in modo chiaro, per cui spesso queste donne non si sottopongono a screening e attualmente presentano un aumento dell’incidenza di cancro del collo dell’utero)aa

COSA POSSO FARE PER DIMINUIRE IL RISCHcome prevenire hpvIO DI CONTRARRE  O TRASMETTERE L’HPV?

    • Si può decidere di non avere rapporti sessuali!!
    • Si può limitare il numero di partners
    • Si possono evitare partners che abbiano avuto un alto numero di relazioni rischio hpvprecedenti
  • Si deve usare il profilattico! anche se a volte le aree non coperte possono venire lo stesso in contatto con le mucose infette

DUE GRANDI FAMIGLIE : HPV BASSO RISCHIO E HPV ALTO RISCHIO

Gli HPV vengono suddivisi in  due grandi gruppi: basso rischio (LR) e alto rischio (HR).

    • Quelli a basso rischio (LR) sono così chiamati in quanto guariscono spontaneamente più di frequente e in meno tempo. La lesione clinica che possono dare è il CONDILOMA
  • Quelli detti ad alto rischio (HR) invece guariscono spontaneamente meno frequentemente e ci impiegano più tempo, quindi danno un’infezione persistente che può provocare più facilmente la DISPLASIA (lesione precancerosa) e (raramente!) il CANCRO DEL COLLO DELL'UTERO. All’interno del gruppo HPV alto rischio ce ne sono alcuni più aggressivi, che sono i maggiori responsabili del cancro del collo dell’utero (HPV 16 e 18 causano il 70% dei carcinomi invasivi) e di alcuni tumori maligni poco frequenti, quali quello della vagina, della vulva, del pene, del cavo orale e della zona ano-genitale.

COMUNQUE L’HPV, NONOSTANTE L’ESTREMA DIFFUSIONE, CAUSA IL CANCRO SOLO IN UN NUMERO MOLTO BASSO DI DONNE E UOMINI.S

CONDILOMI DONNA
CONDILOMI VULVARI

COSA BISOGNA SAPERE DEI CONDILOMI GENITALI?

  • I condilomi sono generalmente causati dl HPV a basso rischio. Sono delle escrescenze localizzate sulla mucosa genitale dell'uomo o della donna, spesso a forma di piccolo cavolfiore vegetante.
  • Sono altamente infettivi e solo il 20/30% regredisce spontaneamente. Vanno pertanto trattati per motivi di diffusione del virus e per i disagi che i sintomi danno (prurito, bruciore ecc.).
  • ma anche se non vengono trattati non diventano maligni!

CONDILOMI UOMO
CONDILOMI DEL PENE

 

COSA BISOGNA SAPERE DELLE DISPLASIE?

  • La displasia del collo dell’utero è una lesione in cui le cellule epiteliali, a causa della presenza dell’HPV (generalmente alto rischio), crescono in modo anomalo e disordinato.
  • La displasia è denominata anche CIN (Cervical Intraepithelial Neoplasia: cervical perché è sul collo dell’utero; intraepithelial perché è completamente compresa nello strato dell’epitelio e pertanto non è invasiva; neoplasia dal greco: nuova formazione).
  • La CIN, dal nome apparentemente così minaccioso, comprende in realtà una gamma di situazioni che vanno da un minimo ad un massimo di aggressività del tessuto neoformato, con un grading da CIN 1 (basso grado) a CIN 2 e CIN 3 (alto grado).
  • La CIN 1 è un’alterazione reversibile nella maggior parte dei casi, spesso pertanto non va trattata.
  • Tutte le CIN possono potenzialmente regredire e sono curabili.

 

cancro collo dell'uteroCOSA BISOGNA  SAPERE DEL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO?

  • Nel cancro invasivo invece, non solo l’intero spessore dell’epitelio è anomalo e disordinato, ma le cellule anomale hanno oltrepassato la base dell’epitelio e si sono addentrate nel tessuto. 

A questo punto le cellule tumorali possono aggredire l’intero tessuto e anche altri organi più o meno distanti.

CI SONO TESTS PER LA DIAGNOSI DELL’HPV? IL PAP TEST, L’HPV DNA TEST, LA COLPOSCOPIA E LA BIOPSIA

Il numero di cancri invasivi si è drasticamente ridotto negli ultimi decenni grazie alla prevenzione e alla diagnosi precoce per mezzo dello screening con PAP TEST.

  • Tutte le donne dovrebbero eseguire regolarmente il PAP test.
  • Il Pap test evidenzia nelle cellule del collo dell'utero  i cambiamenti causati dalla presenza del virus.
  • Il Pap test evidenzia questi cambiamenti precocemente, permettendo di trattarli prima che si sviluppi un cancro del collo (prevenzione primaria).
  • Negli ultimi anni si è aggiunto un prezioso strumento diagnostico: l’HPV DNA TEST. Questo test si effettua con un tampone che evidenzia la presenza del virus anche nelle pazienti completamente asintomatiche e con pap test negativo; inoltre indica se il virus è un alto o basso rischio e quale tipo di HPV stia infettando il soggetto. Questa è la ragione per cui molti ginecologi hanno cominciato a proporre l’HPV DNA TEST come screening di base alle pazienti di età maggiore di 30 anni. Pap test negativo e HPV DNA TEST negativo garantiscono l’assenza di rischio di cancro del collo dell’utero.
  • La Colposcopia (dal greco antico “kolpos” che vuol dire vagina, “skopos” che vuol dire guardare) è una procedura diagnostica che si esegue per evidenziare la presenza di lesioni precancerose o cancerose a livello della vulva, della vagina e della cervice. L’esame si effettua utilizzando un colposcopio, che è una specie di binocolo posto pochi centimetri al di fuori della vagina. Mediante una speciale ottica e una illuminazione focalizzata, l’esame consente di avere un’immagine ingrandita e particolareggiata dei tessuti in esame. Dopo aver inserito uno speculum nella vagina, l’esame viene eseguito utilizzando particolari soluzioni quali l’acido acetico e la soluzione di Lugol.
  • Durante la colposcopia è possibile eseguire una o più biopsie, ovvero dei piccoli prelievi di tessuto che verranno sottoposti a studio microscopico.aa

ESISTONO CURE PER L’HPV?

Non ci sono cure per eliminare il virus dell'HPV dall'organismo!

Purtroppo la medicina ha terapie efficaci contro i batteri (gli antibiotici!!) ma non ha medicine che distruggono i virus. l'HPV può essere eliminato con l'attivazione della risposta immunitaria dell'ospite. Ecco perchè è così importante la prevenzione e l'esecuzione regolare dei test che evidenzino precocemente le alterazioni provocate dal virus. Ci sono però cure per eliminare le lesioni che il virus può causare!

hpv e gravidanza

POSSO TRASMETTERLO  AI MIEI BAMBINI?

No, il virus è poco resistente al di fuori del corpo umano per cui non sono necessari particolari accorgimenti con la biancheria.

STO PROGETTANDO DI AVERE UNA GRAVIDANZA: COME DEVO COMPORTARMI?

La presenza di un’infezione da HPV non viene considerata un ostacolo per la fertilità o per il progetto di una gravidanza. I controlli per HPV vengono eseguiti anche durante la gravidanza e non è necessario espletare il parto mediante cesareo, a meno che non siano presenti lesioni virali che ostruiscano il canale da parto.

CHE COMPORTAMENTO DEVO AVERE CON IL MIO PARTNER SE HO L’HPV? I RAPPORTI SESSUALIhpv e rapporti sessuali

Se si è contratto l'HPV è’ opportuno informare il partner e avere rapporti protetti. I partners che hanno una relazione stabile da tempo probabilmente si sono contagiati reciprocamente senza saperlo, anche se non presentano sintomi. Benchè nell’uomo  sia possibile eseguire la ricerca dell’HPV sulle urine e sul liquido seminale, questi tests non sono molto precisi e possono risultare negativi anche in presenza dell'infezione.  Avere l’HPV non significa che il partner abbia avuto rapporti sessuali al di fuori della relazione,  perché non c’è modo di sapere quando l’HPV è stato contratto e chi lo abbia contratto per primo. Infatti il contagio può avvenire molti anni prima che venga fatta la diagnosi clinica (e molto tempo prima che sia iniziata la relazione!).

POSSIAMO PREVENIRE L’HPV? FAI VACCINARE LE TUE FIGLIE E LE TUE NIPOTI!papilloma virus e vaccino

Il vaccino anti HPV è un potente strumento di prevenzione dell’infezione. Il razionale del vaccino sta nell’interruzione della catena di trasmissione sessuale che diffonde l'infezione virale: se non contraggo il virus perché sono vaccinata non posso diffonderlo a mia volta! I vaccini contro l'HPV, essendo attivi solo contro alcuni genotipi virali, non danno una protezione totale, ma sono efficaci verso i virus più aggressivi e che provocano il maggior numero di cancri del collo dell’utero. Ovviamente, non dando una protezione totale, il pap test deve essere eseguito regolarmente anche dalle donne che hanno assunto il vaccino. L’esperienza fin qui sviluppata ha mostrato che questi vaccini sono innocui, che non hanno provocato effetti avversi importanti e che sono estremamente efficaci. In Italia il vaccino è offerto gratuitamente alle ragazze intorno ai 12/13 anni di età ed è fortemente consigliato anche alle giovani almeno fino al 25° anno. E’ attualmente considerato la grande “strategia di protezione” delle future generazioni verso il cancro del collo dell’utero.

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