
I tamponi cervico-vaginali sono esami diagnostici semplici e molto utili per rilevare la presenza di infezioni a livello della vagina e del collo dell’utero. Permettono di identificare con precisione batteri, miceti, parassiti o virus che possono essere responsabili di sintomi come bruciore, perdite anomale, prurito o fastidi durante i rapporti sessuali, ma anche infezioni silenti, spesso asintomatiche.
In cosa consistono
Durante la visita ginecologica, la specialista preleva dei campioni di secrezione con appositi bastoncini (tamponi), inseriti delicatamente nella vagina e nella cervice uterina, a seconda del tipo di esame richiesto.
La procedura è rapida, indolore e non invasiva, e può essere eseguita in pochi minuti nello studio medico.
Quali infezioni si possono rilevare
I tamponi possono individuare:
- Candida (micosi vaginale).
- Gardnerella vaginalis e altre cause di vaginosi batterica.
- Trichomonas vaginalis, un parassita a trasmissione sessuale.
- Chlamydia trachomatis, Mycoplasma e Ureaplasma (infezioni intracellulari spesso asintomatiche ma potenzialmente dannose).
- Gonococco (Neisseria gonorrhoeae).
- Herpes virus, HPV e altri agenti virali.
- Alterazioni del microbiota vaginale (flora di Döderlein ridotta o squilibrata).
Tipi di tampone
A seconda dei sintomi e del sospetto clinico, si possono eseguire:
- Tampone vaginale: indaga la flora vaginale e le infezioni comuni (Candida, Gardnerella, Trichomonas).
- Tampone cervicale: rileva infezioni a carico del collo dell’utero, spesso a trasmissione sessuale (Chlamydia, Gonococco, Mycoplasma, HPV).
- Tampone per ricerca di HPV: può essere effettuato insieme al Pap test o separatamente.
- Perdite vaginali anomale (abbondanti, maleodoranti, grumose, verdastre, ecc.).
- Bruciore, prurito, dolore intimo.
- Rapporto sessuale doloroso (dispareunia).
- Infezioni urinarie ricorrenti.
- Pap test alterato o HPV positivo.
- Controllo di infezioni sessualmente trasmissibili (IST), anche in assenza di sintomi.
Tampone colturale e tampone in PCR: due metodi diagnostici, due approcci complementari
Quando si esegue un tampone vaginale o cervicale per identificare un’infezione, è possibile analizzare il campione prelevato con tecniche diverse. Le due principali sono:
- Tampone colturale (o esame colturale)
- Tampone in PCR (reazione a catena della polimerasi)
Entrambe servono a identificare batteri, miceti o virus, ma funzionano in modo molto diverso e con finalità specifiche.
Tampone colturale: cresce ciò che c’è
Nel tampone colturale, il materiale raccolto viene messo in coltura su speciali terreni nutritivi che permettono la crescita dei microrganismi presenti.
Dopo 24-72 ore (a volte di più), il laboratorio osserva quali batteri o funghi si sono sviluppati e, se necessario, esegue l’antibiogramma, cioè il test di sensibilità agli antibiotici.
Utile per identificare:
- Candida
- Gardnerella vaginalis
- Streptococchi
- Escherichia coli
- Trichomonas
- Altri batteri comuni
✅ Vantaggi:
- È specifico e fornisce informazioni sull’antibiotico più efficace.
- Utile per infezioni comuni o recidivanti.
❌ Limiti:
- Più lento (richiede tempo per la crescita).
- Non rileva i microrganismi intracellulari o non coltivabili (es. Chlamydia, Mycoplasma).
Tampone in PCR: cerca il DNA
Nel tampone in PCR, il laboratorio analizza direttamente il materiale genetico (DNA o RNA) di specifici microrganismi, anche se sono presenti in quantità minime o non vitali.
Utile per identificare:
- Chlamydia trachomatis
- Mycoplasma hominis / genitalium
- Ureaplasma urealyticum
- Neisseria gonorrhoeae
- HPV
- HSV (Herpes simplex virus)
✅ Vantaggi:
- Altissima sensibilità e rapidità (risultati in 24-48 ore).
- Identifica anche agenti difficili da coltivare.
- Non serve che il patogeno sia “vivo”.
❌ Limiti:
- Non permette di fare l’antibiogramma.
- Può rilevare anche tracce di infezioni già risolte.
In sintesi: quando si usano?
- Il tampone colturale è ideale per infezioni vaginali o vulvari recidivanti (es. candida, vaginosi, batteri intestinali).
- Il tampone in PCR è indicato per lo screening o la diagnosi di infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e agenti intracellulari.
- In molti casi, i due test sono complementari e vengono prescritti insieme per una diagnosi completa.
Quando possono essere indicati
I tamponi cervico-vaginali possono essere prescritti in caso di:
Serve una preparazione?
- È meglio evitare rapporti sessuali, lavande vaginali e ovuli nelle 48 ore precedenti l’esame.
- Non eseguire il tampone durante il ciclo mestruale.
- Non è necessario essere a digiuno né seguire diete particolari.
Quando arrivano i risultati
I referti sono in genere disponibili entro 10 giorni lavorativi, a seconda del laboratorio e del tipo di test. In caso di positività, la ginecologa potrà indicare una terapia mirata (antibiotica, antimicotica o antivirale) e un eventuale controllo post-trattamento.
In sintesi, i tamponi cervico-vaginali sono esami semplici ma fondamentali per mantenere la salute ginecologica. Permettono una diagnosi precisa e tempestiva delle infezioni intime, anche quando non ci sono sintomi evidenti, e aiutano a impostare terapie efficaci e personalizzate.
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