
Perché la nitrofurantoina è spesso la scelta migliore nelle cistiti recidivanti?
La nitrofurantoina è oggi considerata uno degli antibiotici di prima scelta nelle cistiti ricorrenti, soprattutto nelle donne, perché coniuga tre qualità difficili da trovare insieme: efficacia mirata, basso rischio di resistenze e rispetto per il microbiota.
A differenza di molti antibiotici a largo spettro, che alterano profondamente l’equilibrio intestinale e vaginale, la nitrofurantoina agisce quasi esclusivamente dove serve: cioè nella vescica.
Vi spiego perchè la amo!
- Perché la nitrofurantoina è spesso la scelta migliore nelle cistiti recidivanti?
- Lo Spettro d’azione mirato
- La Bassa incidenza di resistenze batteriche
- Una Farmacocinetica ideale per la vescica
- Un'ottima opzione per la profilassi antibiotica
- Precauzioni e limiti
- In sintesi
- Bibliografia
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Lo Spettro d’azione mirato
La maggior parte delle cistiti recidivanti è causata da Escherichia coli, lo stesso batterio che popola l’intestino ma che, in certe condizioni, può risalire l’uretra e colonizzare la vescica.
La nitrofurantoina agisce in modo selettivo contro E. coli, Enterococcus faecalis e Staphylococcus saprophyticus — cioè i principali patogeni nelle infezioni delle bassa vie urinarie.
Non ha invece attività significativa contro i batteri tipici delle infezioni renali (come Proteus, Pseudomonas o Klebsiella).
Questo però non è un limite, ma un vantaggio: basta sapero!

il suo spettro d’azione ristretto riduce la pressione selettiva, cioè la tendenza dei batteri a sviluppare resistenze, e preserva il microbiota vaginale e intestinale.
La Bassa incidenza di resistenze batteriche
Un dato interessante, confermato da decine di studi, è che anche dopo oltre 60 anni di utilizzo, la resistenza alla nitrofurantoina resta inferiore al 5% nella maggior parte dei ceppi di E. coli uropatogeni.

Il motivo sta nel suo meccanismo d’azione multiplo.
La nitrofurantoina, una volta entrata nella cellula batterica, viene trasformata da enzimi detti nitroreduttasi in una serie di metaboliti reattivi che danneggiano DNA, RNA, proteine e membrane del batterio.
Questa varietà di bersagli impedisce al microrganismo di “adattarsi” con una singola mutazione, come accade invece per fluorochinoloni o fosfomicina. È difficile infatti per i batteri sviluppare resistenza verso più target enzimatici insieme.
È quindi un antibiotico che conserva potenza costante nel tempo, anche nelle pazienti che hanno già ricevuto molte terapie!
Una Farmacocinetica ideale per la vescica
La nitrofurantoina viene assorbita bene dai reni, ma viene anche eliminata rapidamente, accumulandosi in concentrazioni molto alte solo nelle urine. Nel sangue e nei tessuti sistemici resta invece a livelli minimi.

Questo significa:
- un’azione mirata sulla mucosa vescicale, dove si annidano i batteri;
- scarsi effetti collaterali sistemici;
- nessuna interferenza con la flora intestinale e vaginale, quindi minor rischio di recidive secondarie dovute a disbiosi.
È, in altre parole, un antibiotico “ecologico”: efficace ma rispettoso dell’ecosistema batterico del corpo.
Un’ottima opzione per la profilassi antibiotica

La profilassi antibiotica è l’uso di antibiotici a basse dosi e in modo preventivo, da assumere nel momento della possibile contaminazione, in assenza di infezione, per evitare che questa si ripresenti.
Laprofilassi antibiotica qindi interrompe sul nascere la colonizzazione batterica, prima che si sviluppi un’infezione vera e propria.
Nelle donne che soffrono di cistiti ricorrenti, la nitrofurantoina è uno dei pochi antibiotici che può essere usato a basso dosaggio per lunghi periodi, con un buon profilo di sicurezza.
Le due strategie più comuni sono:
- profilassi continua: 50–100 mg la sera per 3–6 mesi;
- profilassi post-coitale: 100 mg subito dopo il rapporto sessuale, se la cistite compare in modo prevedibile dopo i rapporti.
Entrambe le strategie sono validate dalle linee guida internazionali (IDSA, NICE, EAU) e mostrano una riduzione significativa delle recidive da subito.
Precauzioni e limiti

Come ogni farmaco, anche la nitrofurantoina ha limiti specifici:
- non va usata se la funzione renale è compromessa (eGFR < 45 mL/min/1,73 m²), perché non raggiunge concentrazioni urinarie efficaci;
- non è indicata per pielonefrite o infezioni complicate, dato che non penetra nei tessuti renali;
- rari effetti avversi cronici (come fibrosi polmonare o epatite da ipersensibilità) si osservano solo in trattamenti molto prolungati.
In sintesi
La nitrofurantoina è la scelta più razionale nelle cistiti recidivanti perché agisce dove serve, mantiene basse le resistenze, rispetta il microbiota e può essere usata anche come profilassi a lungo termine.
È un antibiotico “vecchio” ma ancora attualissimo, che risponde perfettamente all’esigenza moderna di un approccio mirato, sostenibile e personalizzato alle infezioni urinarie femminili.
Bibliografia
NICE NG112, 2018 – Urinary tract infection: antimicrobial prescribing
EAU Guidelines, 2024 – Urinary Tract Infections in Women




