Guarire l’ipertono del Pavimento Pelvico: come la riabilitazione aiuta a spegnere la difesa.

L’ipertono del pavimento pelvico è una condizione molto più complessa di quanto sembri.
Non si tratta solo di muscoli “troppo contratti”, ma di una risposta di difesa neurofisiologica, generata da circuiti profondi che collegano cervello, midollo e organi pelvici.

Come funzionano i muscoli del pavimento pelvico

I muscoli del pavimento pelvico sono sotto controllo volontario — possiamo contrarli o rilassarli, come qualsiasi altro muscolo scheletrico.
Eppure, in molte donne con dolore pelvico cronico, questi stessi muscoli si comportano come se avessero una vita propria: si irrigidiscono automaticamente, senza un comando o un controllo cosciente.

Questo accade perché, pur essendo innervati dalle fibre somatiche del nervo pudendo (controllo volontario), i muscoli perineali sono costantemente modulati da vie involontarie, appartenenti al sistema limbico e autonomo simpatico.
Quando il cervello percepisce la pelvi come “area vulnerabile” — a causa di stress, trauma, dolore o paura — attiva inconsciamente la risposta simpatica di difesa.

Il meccanismo è preciso e automatico:

  • Le afferenti viscerali, (nervi) provenienti da vescica, vagina o retto stimolano gli interneuroni spinali (neuroni di connessione) che si connettono ai motoneuroni pudendi i quali attivano la contrazione.
  • La scarica del sistema simpatico potenzia questa risposta, facilitando la contrazione dei muscoli elevatori dell’ano e degli sfinteri.
  • Ogni percezione vaginale o viscerale che viene vissuta come potenziale minaccia e amplificata, induce il pavimento pelvico a contrarsi — proprio come quando il muscolo diaframmatico si blocca e non riusciamo a respirare perchè siamo spaventati.

È una contrazione difensiva involontaria, spesso inconsapevole, che serve teoricamente a proteggere la regione pelvica. Ma se mantenuta nel tempo, genera dolore, infiammazione, alterazioni della sensibilità e disfunzioni sessuali o urinarie.

Come la Riabilitazione del pavimento pelvico può “spegnere” l’allarme?

La Riabilitazione del pavimento pelvico è oggi molto più di un lavoro muscolare: è una forma di rieducazione neurofisiologica che agisce su più livelli integrati — corticale, cognitivo ed autonomico.

Esercizi di rilascio e rimappatura corticale

Gli esercizi di consapevolezza e rilascio (come i “Kegel reverse”) non servono a rinforzare, ma a deprogrammare i muscoli.

Sono il primo passo per trasformare una risposta di difesa inconscia in un movimento controllato, morbido e fisiologico.
Durante la contrazione seguita da un rilascio lento e controllato, la paziente riattiva la corteccia motoria e somatosensoriale (cioè i messaggi inviati dal corpo al cervello), riappropriandosi di un’area che il cervello aveva “delegato” ai riflessi di difesa.

Questo processo stimola le vie discendenti inibitorie, riducendo l’eccitabilità dei motoneuroni pudendi — quelli che aumentano il tono di base involontario.
Con la ripetizione, il sistema nervoso crea una nuova memoria motoria: il corpo impara che può rilassarsi, e che il rilascio non equivale al pericolo.

Il ruolo del biofeedback e del comando perineale

Molte pazienti con ipertono non riescono nemmeno a percepire se il pavimento pelvico è contratto o rilassato, nè come fare a rilassarlo.
Il biofeedback elettromiografico (EMG) traduce l’attività muscolare del pavimento pelvico in un segnale visivo o acustico, rendendo tangibile ciò che il corpo non sente più, “sto contraendo…sto rilassando”.

Questo strumento:

  • aumenta la consapevolezza sensoriale,
  • aiuta a riconoscere il tono di base e a ridurlo,
  • rafforza il controllo corticale sul muscolo.

Il lavoro sul comando perineale insegna a distinguere e gestire i diversi gradi di tensione. La paziente impara a contrarre, mantenere, ma soprattutto lasciare andare, quando e quanto vuole, ritrovando la sensibilità e la libertà di movimento pelvico.


Il lavoro sui Trigger Points

La manipolazione dei trigger points (punti dolorosi) riduce la rigidità miofasciale, che altrimenti mantiene un’attivazione costante del muscolo e dei riflessi spinali.

Migliorando la mobilità e riducendo l’irritazione sensoriale dai recettori fasciali, si riduce lo stimolo afferente viscerosomatico (che parte dai visceri) che attiva i motoneuroni pudendi. La mobilizzazione e lo stretching migliorano la perfusione locale, riducono l’ischemia e l’infiammazione muscolare, condizioni che aggravano l’ipertono.

In concomitanza con esercizi di rilassamento, questa terapia accelera la “disconnessione” del loop difensivo: meno contrazione riflessa, più rilassamento consapevole.


Respirazione diaframmatica e attivazione vagale

Il respiro profondo è il ponte fra il sistema volontario e quello autonomo. Il movimento del diaframma si coordina naturalmente con quello del pavimento pelvico:

  • durante l’inspirazione, il diaframma scende e il pavimento pelvico si abbassa e si distende;
  • durante l’espirazione, entrambi risalgono e si rilasciano.

Questa sinergia, spesso perduta nelle persone stressate, è la chiave per ristabilire il ritmo fisiologico tra simpatico e parasimpatico.
La respirazione lenta e diaframmatica stimola il nervo vago, che inibisce l’ipotalamo e riduce l’attività simpatica: il corpo entra in modalità “riposo e recupero”, e il tono pelvico scende spontaneamente.


Dalla difesa alla regolazione

Oggi sappiamo che trattare l’ipertono del pavimento pelvico significa insegnare al sistema nervoso a fidarsi di nuovo. La terapia fisica non si limita a lavorare sul muscolo, ma modula l’intero asse cervello–midollo–pelvi.

Attraverso la Terapia fisica neuromuscolare del pavimento pelvico:

  • esercizi di rilascio consapevole,
  • biofeedback e riabilitazione del comando perineale,
  • rilascio dei trigger points
  • respirazione vagale e tecniche di consapevolezza,

la paziente ristabilisce l’equilibrio tra contrazione e rilascio, tra simpatico e parasimpatico, tra difesa e fiducia.

La guarigione inizia quando il corpo capisce che non serve difendersi più.

Bibliografia

The innervation of the bladder, the pelvic floor, and emotion — J. Quaghebeur et al., Neurourology and Urodynamics, 2021

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