- Dal dolore infettivo al dolore vulvare
- Cistite postcoitale ricorrente: il trauma ripetuto e la memoria del dolore
- Paura, allarme e contrazione difensiva del pavimento pelvico
- L’ipertono pelvico e l’infiammazione vulvare secondaria
- Il “cross-talk” tra vescica e vulva: un dialogo di fibre
- Il ruolo del microbiota e la fragilità della mucose
- Spezzare il ciclo
- Conclusione
- Bibliografia
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Dal dolore infettivo al dolore vulvare

Molte pazienti che si rivolgono a me arrivano in studio pensando di avere una cistite postcoitale, ma alla visita possono emergere anche sintomi che non appartengono propriamente a una infezione urinaria…
Infatti sono tante le donne che soffrono di cistiti batteriche ricorrenti, in particolare postcoitali, e che finiscono per sviluppare un dolore vulvare cronico, bruciore persistente o fastidio ai rapporti sessuali che accompagna le cistiti e può anche manifestarsi in assenza di infezione attiva.
Questo passaggio dalla cistite alla vulvodinia non è casuale, ma il risultato di un dialogo complesso tra vescica, vulva e pavimento pelvico, mediato da vie nervose comuni e da meccanismi di difesa che, nel tempo, possono trasformarsi in fonti autonome di dolore e infiammazione, dove l’infezione iniziale diventa il detonatore di una risposta difensiva cronica.
Cistite postcoitale ricorrente: il trauma ripetuto e la memoria del dolore

La cistite batterica postcoitale, una delle forme più comuni e frustranti di infezione urinaria ricorrente, si manifesta entro 24–48 ore dal rapporto sessuale (ma spesso anche dopo un lasso di tempo decisamente maggiore).
Ogni episodio acuto è vissuto come un vero trauma: dolore, bruciore, urgenza, e la sensazione di “punizione” dopo un momento che dovrebbe essere intimo e piacevole.
Purtroppo, con il ripetersi degli episodi, la donna sviluppa una memoria emotiva e corporea del dolore.
Il cervello associa il rapporto sessuale all’arrivo quasi certo della cistite, creando una reazione di allarme anticipatorio: anche solo l’idea del rapporto può attivare una risposta difensiva automatica del corpo.
Paura, allarme e contrazione difensiva del pavimento pelvico

La donna che, dopo ogni rapporto, si ritrova a combattere con una nuova cistite, inizia a temere il ritorno dell’infezione e…a temere il rapporto sessuale!
Questa paura, profonda e istintiva, si traduce in una risposta corporea automatica in particolare durante la penetrazione in cui il pavimento pelvico inizia inconsapevolmente a contrarsi “per difendersi”!
È una reazione inconscia, riflessa e non controllabile con la volontà.
I muscoli del pavimento pelvico, in particolare l’elevatore dell’ano, il pubococcigeo e il bulbocavernoso, si irrigidiscono, si chiudono per proteggere la zona, percepita come vulnerabile o minacciata.
Durante il rapporto, questa contrazione difensiva rende la penetrazione più difficile e dolorosa, e genera un traumatismo delle terminazioni nervose vulvari, in particolare del vestibolo.
Si innesca così un circolo vizioso:
cistite → paura → contrazione → dolore → nuova infiammazione → nuova paura e … nuova cistite!
Ebbene anche nuova cistite, perchè la contrazione dei muscoli pelvici, riducendo l’ampiezza e la capienza dell’introito vaginale, rende la penetrazione traumatizzante per l’uretra e la vescica, innescando un’ulteriore cistite.
L’ipertono pelvico e l’infiammazione vulvare secondaria

Quando il pavimento pelvico rimane contratto a lungo, si sviluppa un vero ipertono muscolare che nel tempo:
- mantiene uno stato di microinfiammazioni e di microtraumatismi persistenti del vestibolo vulvare,
- riduce il flusso sanguigno ai tessuti vulvari,
- causa microischemia e irritazione delle terminazioni nervose vulvari,
- altera il pH e il trofismo della mucosa,
Il risultato è che la vulva comincia ad avvertire bruciore anche senza infezione, sensazioni di spilli e microtagli.
A questo punto, l’origine batterica può anche essere scomparsa, ma il corpo continua a reagire “come se” la minaccia fosse ancora presente.
È l’inizio della vulvodinia.
Il “cross-talk” tra vescica e vulva: un dialogo di fibre

Vescica e vulva hanno vie nervose in comune.
Le fibre nervose sensitive provenienti da questi distretti convergono sugli stessi neuroni del midollo spinale sacrale (S2–S4), da dove partono le fibre del nervo pudendo, del nervo pelvico e del nervo ipogastrico che innervano l’area genitale.
Quando una di queste aree è infiammata, il flusso di impulsi dolorifici può “contaminare” le vie di un altro organo, fenomeno noto come cross-sensitization visceroviscerale.
In pratica, l’infiammazione vescicale può rendere ipersensibili i neuroni che innervano la vulva e viceversa.
È come se il cervello non riuscisse più a distinguere la provenienza del dolore: la vescica “accende” la vulva e la vulva “riaccende” la vescica.
Il ruolo del microbiota e la fragilità della mucose

Le terapie antibiotiche ripetute alterano il microbiota vaginale e urinario, riducendo i lattobacilli che proteggono la mucosa.
Anche la perdita di questo scudo microbico espone la mucosa a microlesioni e irritazioni, che a loro volta stimolano il dolore e l’attività dei nervi ipersensibili.
Questa vulnerabilità biologica amplifica la percezione dolorosa e mantiene attivo il circuito dolore–contrazione–infiammazione.
Spezzare il ciclo

Interrompere questa catena è fondamentale e richiede un approccio a vari livelli:
- Prevenzione infettiva mirata, con profilassi postcoitale (antibiotica e/o con integratori). La profilassi è importantissima, perchè ogni nuovo episodio di cistite riaccende e peggiora la vulvodinia! Sono tante le pazienti in terapia per vulvodinia che a causa di una cistite intercorrente ricominciano a sentire bruciore vulvare. Inoltre assumere D-mannosio, probiotici e ripristinare il microbiota.
- Riabilitazione del pavimento pelvico, per insegnare al corpo a rilassarsi e uscire dalla modalità difensiva. E’ necessario annullare la memoria del dolore e della contrazione, ripristinando un rilassamento consapevole del pavimento pelvico.
- Neuromodulazione del dolore vulvare e vescicale con farmaci o integratori specifici. Quando i sintomi vescicali o vulvari sono invalidanti è necessario desensibilizzare le terminazioni nervose periferiche della mucosa con i farmaci appropriati.
- Educazione e supporto psicologico, per affrontare la paura anticipatoria e spezzare il legame tra dolore e intimità.
Conclusione
La cistite batterica postcoitale può diventare molto più di un’infezione urinaria: può trasformarsi in un evento emotivo e corporeo invalidante.
La paura del dolore e della recidiva attiva una risposta di difesa inconscia — la contrazione del pavimento pelvico — che, se mantenuta nel tempo, alimenta infiammazione e dolore vulvare.
Riconoscere e trattare questo meccanismo di difesa patologica è fondamentale per prevenire l’evoluzione della cistite verso la vulvodinia e restituire alla donna un rapporto sereno con il proprio corpo e la sessualità.




