La Vulvodinia (o meglio la sindrome del dolore vulvare) è un fastidio (o dolore) cronico localizzato a livello della vulva, che non è attribuibile a patologie clinicamente identificabili, che compare spontaneamente o è provocato da stimoli lievi e innocui che non giustificano il fastidio percepito dalla donna!
Sino a pochi anni fa i medici pensavano che la vulvodinia non fosse una malattia reale, ma un’alterazione di natura psicosomatica, correlata a stati di ansia e stress! Per questo motivo le pazienti stesse, che non si sentivano capite, erano riluttanti a parlare dei propri sintomi che spesso venivano considerati solo frutto di fantasia, e la diagnosi veniva posta molto raramente. Ancora oggi non viene riconosciuta in molte donne…
SE AVVERTI:
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Bruciore vulvare (come di una sigaretta o di un acido corrosivo sulla vulva) che può arrivare all’ano o al clitoride e all'uretra,
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sensazione di calore anomalo
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Irritazione, come se ci fosse una abrasione, sino ad arrivare alla presenza di microtagli o tagli veri e propri (soprattutto alla forchetta posteriore dopo i rapporti),
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Sensazione di spilli che entrano nella mucosa,
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Scariche elettriche o spasmi in vagina,
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Bruciore uretrale,
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Bruciori vulvari che vanno e vengono,
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fastidio o sensazioni anomale del clitoride
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Sensazione come di avere un livido interno,
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Impossibilità di avere i rapporti per il dolore alla penetrazione, all'ingresso della vagina in basso (forchetta),
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Sensazione di estrema secchezza, prurito, gonfiore o fastidio generalizzati,
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continua sensazione di prurito o di irritazione in un punto della vulva, ma all'osservazione non si evidenzia mai nulla
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Dolore che aumenta stando seduta, magari stando in macchina a lungo
POTRESTI AVERE UNA VULVODINIA!
(i sintomi su riportati sono stati estratti dall'anamnesi di mie pazienti che hanno vulvodinia)
VEDI ANCHE VULVODINIA: LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA
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Facciamo un po’ di chiarezza…
La vulva è la parte esterna dell’organo genitale femminile. E’ composta da più parti che comprendono: le piccole labbra, il clitoride, il vestibolo e l’introito (ingresso) vaginale.
Nella Vulvodinia la localizzazione, la costanza e la severità dei sintomi sono estremamente variabili. Può essere SPONTANEA, ovvero senza una causa scatenante, oppure PROVOCATA, cioè causata da alcune situazioni scatenanti, come il rapporto sessuale o l'uso di assorbenti ecc.
vedi anche classificazione della vulvodinia
La Vulvodinia può essere generalizzata.
In questi casi i sintomi sono presenti in tutta la vulva (possono essere localizzati in qualsiasi area innervata dal nervo pudendo). Il dolore vulvare può essere costante o saltuario, spontaneo o scatenato da un leggero stimolo come uno sfioramento o una pressione. A volte il bruciore vulvare interessa la cute perineale e si accompagna a disturbi rettali, uretrali e spasmo dei muscoli del pavimento pelvico. Spesso non sono presenti segni di eritema (arrossamento).
La Vulvodinia può essere localizzata
E' la forma più frequente e prende il nome dalla zona in cui è presente il dolore (vestibolodinia, clitoridodinia ecc.). Il dolore vulvare, spontaneo o provocato, è localizzato nella maggior parte dei casi nel vestibolo (vestibolodinia) cioè la zona che circonda l’apertura della vagina e va dall'imene alle piccole labbra (linea di Hart), che può essere sede di eritema di vario grado. Il fastidio spesso è rappresentato da una sensazione di bruciore vulvare, e compare dopo uno sfregamento o una pressione, come durante il rapporto sessuale. Anche in questa forma il dolore può essere costante o saltuario, spontaneo o scatenato da un leggero stimolo.
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VEDI ANCHE ANATOMIA E NEUROLOGIA DELLA VULVA E DEL PAVIMENTO PELVICO
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GLI INCREDIBILI SINTOMI DELLA VULVODINIA!
Nella Vulvodinia i sintomi (dolore, bruciore cronico, dolore puntorio ecc.) durano da più di tre mesi, possono comparire spontaneamente senza nessuna causa apparente, oppure al minimo sfioramento, inserendo un tampone vaginale, facendo jogging, andando in bicicletta o semplicemente camminando. A volte la donna non riesce neanche a stare seduta e ha sollievo solo stando distesa a letto, al caldo, a gambe divaricate e senza indumenti intimi.
I fastidi possono variare durante la giornata e tendono a peggiorare la sera, in vicinanza della mestruazione, con il freddo e l’umido e in periodi di maggiore stress psicologico.
Il rapporto sessuale è dolorosissimo per la donna affetta da vulvodinia! E frequentemente, dopo i rapporti, compare disuria (difficoltà a urinare) e bruciore urinario senza l’evidenza clinica e microbiologica di una cistite batterica.
La particolare intensità dei sintomi, il coinvolgimento della vita affettiva e sessuale, l’alterazione globale della qualità della vita possono condurre la donna con vulvodinia a forti stati depressivi.
La vulvodinia può avere delle comorbilità
ovvero può essere associata ad altre sindromi: sindrome del dolore vescicale (cistite interstiziale), sindrome del colon irritabile, sindrome della fatica cronica, sindrome temporo-mandibolare, fibromialgia (con dolorabilità alla palpazione dei 18 punti della sindrome fibromialgica).
vedi anche la diagnosi della vulvodinias
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LE CAUSE
La Vulvodinia è una sindrome dolorosa complessa multifattoriale, che si manifesta con sintomi molto vari, e i medici ancora non hanno la certezza di quali siano le cause esatte.
L’IPERATTIVAZIONE DEL MASTOCITA E L’IPERTONO DEL MUSCOLO ELEVATORE DELL’ANO
Si ipotizza che il meccanismo patogenetico venga innescato da una condizione infiammatoria ripetuta e persistente causata da condizioni varie (ad esempio cistiti recidivanti, vaginiti recidivanti soprattutto da candida, irritazioni da sostanze chimiche, irritazioni meccaniche come sfregamenti, microtraumi ripetuti da attività sportiva troppo intensa tipo spinning step e bicicletta, trattamenti terapeutici invasivi, rapporti sessuali dolorosi, contratture croniche dei muscoli pelvici da stress, stipsi cronica, emorroidi e ragadi anali, interventi ginecologici come episiotomia). L'infiammazione nel tempo si svincola dalla causa che l’ha generata continuando ad agire anche in assenza della noxa iniziale.
L’infiammazione persistente, causata dalle condizioni suddette, produce un aumento eccessivo e incontrollato di cellule mediatrici del processo infiammatorio (mastociti) e di sostanze pro-infiammatorie. L'iperattivazione dei mastociti a sua volta incrementa il processo infiammatorio in un circolo vizioso senza via di uscita.
L'iperattivazione dei mastociti causa inoltre la proliferazione eccessiva e disordinata delle piccole fibre nervose periferiche del nervo pudendo presenti a livello vulvare. Le fibre nervose diventano più dense, più superficiali, sono ipersensibili e fanno percepire come doloroso anche uno stimolo lieve. Questa sensazione dolorosa viene chiamata iperalgesia o allodinia ed è caratteristica del dolore neuropatico (dolore che viene dall'alterazione del nervo periferico).
La vulvodinia è associata inoltre spesso alla contrattura del muscolo elevatore dell’ano (uno spasmo del piano muscolare del pavimento pelvico che circonda la vagina, la vulva e il retto), che può essere primaria, quindi preesistente e in parte causa della vulvodinia, oppure secondaria, quindi provocata dal dolore vulvare (che a sua volta, in un circolo vizioso, provoca vulvodinia!). La modalità di comparsa di questi disturbi non è sempre da vulvodinia>>a contrattura, ma può essere invertita, iniziando con la contrattura del pavimento pelvico ed esitando nell'infiammazione cronica.
Nelle pazienti affette da Vulvodinia esisterebbero alcuni fattori predisponenti, quali una maggiore suscettibilità, su base genetica, alle infiammazioni croniche del vestibolo, al dolore cronico generalizzato, all'iperreattività del sistema muscolare locale, alle infezioni vulvovaginali, in particolare alle micosi. Un ruolo importante ha anche la carenza ormonale che compare in menopausa. Possono essere presenti fattori psicogeni predisponenti quali traumi psichici, abusi fisici o sessuali, traumi affettivi.
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LA DIAGNOSI
Primo passo! Nel sospetto di Vulvodinia è importante escludere la presenza di infezioni vulvovaginali clinicamente significative, facendo dei tamponi cervico-vaginali completi. Altrimenti non è possibile escludere che i sintomi siano causati da infezioni vaginali croniche. Ricordiamoci che la diagnosi di vulvodinia può essere fatta quando si escludono le altre cause organiche che provocano disturbi vulvari: cistiti e vaginiti, dermatiti e dermatosi, patologie neoplastiche e altre patologie neurologiche.
La diagnosi si effettua toccando delicatamente alcuni specifici punti della zona

vestibolare con la punta di un cotton fiock (Test di Friedrich). Questi contatti provocano una sensazione di dolore o bruciore vulvare esagerati. E' inoltre molto importante evidenziare: dolore evocato da modesta pressione; dolore provocato dalla pressione dei trigger points dell'elevatore dell'ano in vagina.
vedi anche il questionario di valutazione della vulvodinia
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PERCHE’ E’ IMPORTANTE FARE LA DIAGNOSI IL PRIMA POSSIBILE?
Non potete immaginare quante donne abbiano sintomi da vulvodinia e non ne siano consapevoli! E nessuno ha spiegato loro la causa di tutti i disturbi che avvertono...
La vulvodinia colpisce fino al 18% delle donne, anche se la percentuale potrebbe essere sottostimata. Gli studi scientifici affermano che l’età di insorgenza è giovanile, usualmente nella terza e quarta decade della vita.
In realtà ho visitato donne con vulvodinia che avevano dai 16 anni ai 67! Con i sintomi più vari e insidiosi che può interpretare solo chi conosce bene questa patologia.
E' IMPORTANTE LA TEMPESTIVITA' DELLA DIAGNOSI PERCHÉ LA VULVODINIA TENDE A CRONICIZZARE,
se non viene diagnosticata in tempo e se non viene sottoposta a trattamento.
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GUARIRO’ MAI?
Si, guarire è possibile. Ci vuole molta forza, costanza, determinazione e….. un buon medico!
La terapia è multimodale, poichè deve correggere tutti i meccanismi patogenetici coinvolti che hanno scatenato i sintomi. Non esiste quindi un protocollo standard per curare la Vulvodinia ma la terapia va personalizzata e regolata secondo un feedback continuo tra medico e paziente.
La terapia mira a ridurre l’iperattività del mastocita, a modulare l'eccessiva risposta al dolore, a rilassare i muscoli del pavimento pelvico, curare le disfunzioni psicologiche della sindrome dolorosa, rimuovere le patologie che possano avere innescato il meccanismo infiammatorio iniziale.
I presidi terapeutici più importanti sono:
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Eliminare ogni fattore potenzialmente irritante che possa causare bruciore vulvare (prevenire vaginiti e cistiti, evitare step, spinning, bicicletta, rapporti ecc.)
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Consigliare adeguate norme igienico-comportamentali (evitare pantaloni stretti, biancheria sintetica, perizoma ecc.). Può essere consigliata una biancheria in maglina di seta naturale medicata che ha una azione antiinfiammatoria e antimicotica/antibatterica.
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Effettuare un dieta a basso contenuto di ossalati per eliminare il loro effetto irritante
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Usare sempre un lubrificante durante i rapporti
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Usare farmaci che riducano l'iperattività del mastocita (Palmitoiletanolamide, acido alfa-Lipoico, acidi omega3, Flower pollen extract, gel antiinfiammatori locali)
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Utilizzare farmaci che blocchino le vie nervose del dolore:
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Antidepressivi Triciclici (es.amitriptilina)
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Anticonvulsivanti (es.gabapentina)
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Antidepressivi SSNRI (es. venflaxina)
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Utilizzare farmaci miorilassanti antispastici (es. Baclofene)
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Elettrostimolazione Antalgica (Tens)
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Trattamento dei Trigger Points dolorosi sec. il Protocollo di Standford
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TECAR TERAPIA del pavimento pelvico
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Infiltrazioni sottomucose vestibolari di cortisonici+anestetici locali
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Tecniche di blocco del Nervo Pudendo
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Terapia Cognitivo-Comportamentale con EMDR
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