LA TERAPIA DELLA DISMENORREA: ELIMINARE LE MESTRUAZIONI PER VIVERE UNA VITA SENZA DOLORE

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DOLORE MESTRUALE"Durante le gare di nuoto alle Olimpiadi di Rio del 2016, la nuotatrice cinese Fu Yuanhui dichiarò che la sua cattiva prestazione atletica nella finale della staffetta 4×100 mista era stata causata dall’arrivo delle mestruazioni cominciate la notte precedente la gara". 

La testimonianza di questa campionessa sottolinea come per molte donne la mestruazione rappresenti ogni mese un’esperienza dolorosa e invalidante, che  spesso comporta l’assunzione di molti medicinali e la perdita di giorni di scuola, di lavoro e di vita. 

La causa della dismenorrea sembra essere un aumento anomalo di prostaglandine (sostanze ad azione pro infiammatoria) nel sangue mestruale, che provoca costrizione dei vasi uterini e crampi dell’utero. Le prostaglandine in eccesso inoltre, riassorbite nel circolo sanguigno, possono dare sintomi associati come diarrea, nausea e mal di testa. Il malessere può essere tale da provocare persino svenimento e costringere a letto per giorni.

CHE ARMI ABBIAMO CONTRO LA DISMENORREA?

DOLORE MESTRUALE CURAI farmaci di prima scelta sono rappresentati dai FANS, sigla che sta per farmaci antiinfiammatori ad azione non steroidea (non cortisonici), proprio per la loro attività anti-prostaglandinica. Questi farmaci bloccano la reazione a cascata nella formazione delle prostaglandine e dei loro mediatori chimici; devono quindi essere assunti il prima possibile, prima che la concentrazione di prostaglandine aumenti eccessivamete, la loro produzione sia inarrestabile e il dolore mestruale diventi insopportabile. Se assunti in ritardo sono meno efficaci anche a dosaggio più alto, e gravati di maggiori effetti collaterali.

Spesso però, nonostante le terapie antidolorifiche, il ciclo mestruale e la dismenorrea possono portare nella vita quotidiana una serie di disagi DOLORE MESTRUALE SINTOMIinsopportabili … allora che fare?

In questi casi il blocco dell’ovulazione e/o la soppressione del ciclo mestruale sono una valida scelta terapeutica per il trattamento della dismenorrea.

IL BLOCCO DELL’OVULAZIONE

TERAPIA DELLA DISMENORREA PILLOLA ANTICONCEZIONALEUn recente studio svedese ha dimostrato che la pillola contraccettiva ha un'efficace azione analgesicao per i dolori del ciclo mestruale. Questo è stato il primo studio che ha accertato un effetto di cui si parlava da tempo ma che non era ancora stato dimostrato. La pillola infatti inibisce lo sviluppo follicolare, blocca l’ovulazione e riduce la crescita dell’endometrio in fase premestruale, diminuendo pertanto la produzione di prostaglandine e la quantità del flusso.

Nel 80-90% delle pazienti che presentano dismenorrea la pillola anticoncezionale estro-progestinica ha una buona efficacia. Sono indicate soprattutto le pillole da 28 compresse mensili che hanno solo 2 o 4 pillole inattive e una pausa breve, che non permettono all’endometrio di ispessirsi e provocano un flusso leggero.

E SE LA PILLOLA NON FUNZIONA SUFFICIENTEMENTE? …

SOPPRESSIONE DELLA MESTRUAZIONE

SOPPRIMIAMO LA MESTRUAZIONE!

Effettivamente, nei casi di dismenorrea grave, la soppressione ormonale delle mestruazioni dà la risposta terapeutica migliore.

Ci sono vari modi per non fare arrivare il flusso. Il modo più semplice è quello di prendere la pillola in modo continuo senza fare pause.

Normalmente, se assumo una pillola contraccettiva da 21 compresse, finita l’assunzione, prima di ricominciare il nuovo blister, faccio una pausa di 7 gg che provocherà un abbassamento del livello ormonale con conseguente flusso mestruale da privazione. Eliminando questa pausa, il flusso mestruale con i suoi sgradevoli sintomi non arriverà! Se uso l’anello vaginale (che è sempre un contraccettivo ormonale, badate bene!) e non faccio la pausa di 7 gg fra una introduzione e l’altra dell’anello in vagina, la mestruazione non comparirà! Se prendo una pillola contraccettiva da 28 giorni, salto le ultime 2 o 4 compresse “inattive” (pillole placebo) e continuo iniziando un nuovo blister, il ciclo non arriverà!

Esistono pillole che sono state studiate proprio per la soppressione del ciclo mestruale e funzionano assumendo continuativamente 84 giorni di pillole attive seguite da sette giorni di pillole placebo. In questo modo consentono di avere il ciclo ogni 3-4 mesi riducendo i periodi mestruali da tredici l’anno a quattro. Scusate se è poco!

Da ultimo, la spirale al progesterone generalmente, nel giro di pochi mesi, provoca la comparsa di cicli scarsi e saltuari e la diminuzione della dismenorrea.

Insomma, il segreto è non sospendere mai (o quasi mai) l’assunzione del contraccettivo ormonale!

soppressione della mestruazioneSpesso però, l’opposizione all’uso di questi metodi nasce da lontano, da pregiudizi o false convinzioni su i possibili danni alla salute della donna causati dalla contraccezione ormonale e dalla soppressione della mestruazione.

ALLORA SAPPI CHE:

  • non è vero che se il ciclo mestruale arriva regolarmente vuol dire che la donna è sana.
  • non è vero che il flusso di sangue che viene durante l’assunzione della pillola è come una vera mestruazione e che quindi sopprimerlo può causare danni. E’ semplicemente una perdita di sangue dovuta al calo ormonale: che ci sia o non ci sia è ininfluente. Nel passato per la pillola è stata formulata questo tipo di posologia con la sospensione perché vedere l’arrivo del flusso rassicurava la donna e le dava la certezza di non essere rimasta incinta.
  • Non è vero che più mestruazioni vengono e migliore è la salute della donna. Nel passato le donne avevano molti più figli e allattavano molto di più, per cui al massimo un donna aveva in media 160 cicli nella sua vita, e questo era il vero ritmo “naturale”! Oggi figli non se ne fanno quasi più nè tanto meno si allatta, e questo provoca una media di 400 cicli nella vita (tanti!), con tutti i risvolti negativi che questo può dare, dolori inclusi e maggiore rischio di cancro mammario.

 LA DISMENORREA SI PUO’ CURARE!

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DISMENORREA La dismenorrea è un forte dolore mestruale, che si presenta subito prima del ciclo o durante il flusso, causato da crampi dell’utero.

Se hai la dismenorrea puoi avvertire:

  • Fitte dolorose, spasmi o crampi al basso ventre, in vagina o lateralmente nella zona delle ovaie, costanti o a ondate.
  • un dolore che si può irradiare alla parte bassa della schiena, alla zona renale e alle cosce.
  • Un dolore che può essere accompagnato da spossatezza, irritabilità, nausea, vomito, mal di testa e diarrea.

Sappi che la dismenorrea è molto comune, e nel 20% delle donne può arrivare a essere così forte da rendere impossibili le normali attività della vita quotidiana. 

PERCHE’ VIENE LA DISMENORREA?

dismenorrea flusso mestrualeIn fase premestruale, il calo ormonale che provoca la mestruazione, induce a livello uterino uno stato infiammatorio controllato che ha il compito di provocare il distacco dell’endometrio (la mucosa interna che riveste la cavità uterina) dalle pareti dell'utero, la sua espulsione nel flusso mestruale e la susseguente rigenerazione endometriale.

La causa della dismenorrea sembra essere un aumento eccessivo locale di sostanze infiammatorie (in particolare di prostaglandine) che si liberano dallo sfaldamento endometriale. Questo aumento di prostaglandine causa costrizione dei vasi utercrampi mestrualiini, ipossia tissutale, crampi dell’utero e intenso dolore nel basso ventre, in particolare nella fase iniziale del ciclo. Secondo alcuni autori infatti, le intense contrazioni uterine finiscono col bloccare o ridurre significativamente l'afflusso di sangue all'utero, scatenando una sintomatologia dolorosa simile a quella dell'angina pectoris, in cui l'ostruzione delle coronarie riduce l'apporto di ossigeno e nutrienti al miocardio provocando dolori oppressivi al petto. Sempre le prostaglandine possono provocare, durante il ciclo, diarrea nausea e mal di testa associati alla dismenorrea.

La prima cosa importante da capire quando hai forti dolori mestruali è se la dismenorrea è veramente l’unico disturbo che hai (dismenorrea primaria) o se la dismenorrea è conseguenza di altre malattie ginecologiche (dismenorrea secondaria)! 

LA DISMENORREA PRIMARIA

E chiamata primaria perché non ha causa apparente, ovvero non è associata ad alcuna patologia pelvica identificabile.

Si presenta prevalentemente in età adolescenziale.assenza da scuola e dismenorrea

  • La dismenorrea primaria è la causa più comune di assenza da scuola delle adolescenti.

Comincia poco dopo l’arrivo della prima mestruazione (menarca), in genere 6 – 12 mesi dopo, quando iniziano i cicli ovulatori veri e propri. Il dolore compare con l’arrivo del ciclo e può durare 24 – 72 ore. La dismenorrea primaria tende a migliorare verso i 30 anni e con le gravidanze (ma non mi sentirei di consigliare una gravidanza al solo scopo di ridurre la dismenorrea!).

LA DISMENORREA SECONDARIA

E’ chiamata secondaria perché è causata da alcune malattie pelviche che è importante diagnosticare. Frequentemente compare più tardi rispetto alla prima mestruazione, verso i 30 – 40 anni o più.

Il dolore a volte precedere di alcuni giorni l’inizio del ciclo e può durare fino alla fine della mestruazione. Può essere anche associata a dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali).

La dismenorrea secondaria è causata da:dismenorrea ed endometriosi

  • Endometriosi/adenomiosi 
  • Fibromi
  • Malattia infiammatoria pelvica
  • Dilatazione delle tube
  • Cisti ovariche
  • Varicocele pelvico
  • Aderenze fra organi pelvici
  • Stenosi del canale cervicale (che ostruisce il passaggio del flusso mestruale).

SEI PREDISPOSTA ALLA DISMENORREA?

I dati della letteratura scientifica individuano alcune cause predisponenti alla dismenorrea:

  • Età inferiore a 30 anni
  • Basso Body Mass Index (basso peso corporeo rispetto all’altezza)
  • Fumo
  • Alcool
  • Menarca precoce
  • Cicli mestruali lunghi
  • Flusso mestruale abbondante
  • Nulliparità (no gravidanze)
  • Sindrome premestruale
  • Depressione

dismenorrea e visita ginecologicaCOSA DEVE SAPERE IL GINECOLOGO PER FARE UNA CORRETTA DIAGNOSI?

Per capire quale è il tuo problema il ginecologo ti farà delle domande a proposito di:

  • L’età del menarca
  • La lunghezza dei cicli
  • Se il ciclo è regolare
  • La durata del flusso
  • Il tempo di comparsa del dolore rispetto al ciclo
  • La localizzazione del dolore
  • Se sei fumatrice
  • Se hai avuto rapporti
  • La tua storia ostetrica e contraccettiva
  • Se hai perdite vaginali, sanguinamenti anomali, dispareunia, dolore o sanguinamento rettale (tipico dell’endometriosi intestinale)

E poi farà una visita e un’ecografia transvaginale per vedere se ci sono perdite vaginali anomale, se c’è un imene imperforato o un setto vaginale (cosa che succede raramente), se è necessario fare tamponi per evidenziare infezioni, se l’utero è di dimensioni normali, se è fisso o mobile, se ci sono dolori alla palpazione, se ci sono noduli palpabili a livello del setto rettovaginale o dei legamenti uterosacrali (endometriosi), se ci sono masse anomale nella pelvi. In rari casi sarà necessario fare indagini più approfondite quali la laparoscopia diagnostica o la Risonanza Magnetica Nucleare.

A quel punto sarà in grado di diagnosticare se la dismenorrea è primaria o secondaria.

La seconda cosa importante da fare è... ovviamente scegliere la terapia adeguata per te!

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LA TERAPIA DELLA DISMENORREA: ELIMINARE LE MESTRUAZIONI PER VIVERE UNA VITA SENZA DOLORE

dismenorrea cura

TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE SU L’HPV (HUMAN PAPILLOMA VIRUS)

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PARTICELLA VIRALE DI HPV
PARTICELLA VIRALE DI HPV

MILIONI DI DONNE OGNI ANNO  VENGONO IN CONTATTO CON L’HPV... IMPARIAMO AD AFFRONTARLO! 

L’HPV  è un virus molto diffuso: è il microorganismo più diffuso fra quelli sessualmente trasmessi.

Ci sono circa 200 tipi di HPV ma solo una quarantina di ceppi si contrae per contatto sessuale. Il nome completo del virus è Human Papilloma Virus: Human poiché è presente nel genere umano, Papilloma perchè tende a dare formazioni di aspetto papillomatoso detti condilomi o verruche.

LO SAPEVATE CHE…..è vero che il 70 % degli adulti in età fertile si infetta con l’HPV (TANTISSIMI!!), ma....

    • solo il 10 % di questi svilupperà una lesione da HPV....
    • e solo 7/8 donne su 100.000 avranno un cancro del collo dell’utero....
  • e solo 2/3 donne su 100.000 avranno un decesso per questa causa!

CHE POSSIBILITA' HO DI INFETTARMI CON L’HPV (uomo o donna)?

Una grande quantità di adulti sessualmente attivi (di entrambe i sessi) contrae l’HPV. Si stima che circa il 75% della popolazione in età riproduttiva sia stata infettata da uno o più ceppi di HPV. Malgrado ciò i dati scientifici dimostrano che i pazienti non sono consapevoli che questo virus si diffonde per trasmissione sessuale.

La cattiva notirischi hpvzia è che è possibile aver contratto l’HPV e non saperlo, perché questo virus è estremamente diffuso, nella maggior parte dei casi non dà sintomi evidenti e si propaga in modo invisibile.

La notizia buona è che nella maggior parte dei casi l'HPV non dà seri problemi di salute e guarisce spontaneamente nel giro di uno o due anni. Pertanto avere l’infezione da HPV non significa avere una malattia! E se non guarisce spontaneamente grazie alle difese del sistema immunitario.....facendo una buona prevenzione è sempre possibile intervenire in tempo per la cura delle lesioni.

COME POSSO INFETTARMI? HPV E RAPPORTI SESSUALI

L’HPV si diffonde per il contatto con un’area genitale  infetta, attraverso i rapporti sessuali o, più sporadicamente, con il sesso orale e toccando con le mani. Raramente è possibile prendere il virus dal contatto con la sabbia, asciugamani o biancheria intima infetta, palestre, docce ecc. Attualmente sembra che l'HPV non possa essere trasmesso con la saliva (per cui non si trasmette con i baci).

E’ più facile il contagio da donna a uomo che da uomo a donna. E’ molto più diffuso fra le adolescenti che fra le donne adulte o in menopausa (perchè le donne in menopausa hanno meno rapporti sessuali). A volte possono passare anni dal rapporto infettante prima che il virus dia le prime manifestazioni cliniche. Pertanto non è possibile risalire a quando è avvenuto il contagio in quanto il Papilloma virus  a volte rimane silente e asintomatico per anni nell'area genitale, e l'uomo o la donna possono essere PORTATORI SANI senza saperlo, finchè l'infezione non guarisce spontaneamente.

La condizione di portatori sani è la più frequente, ed è la ragione per cui, uomini e donne, non sapendo di avere l'infezione, possono inconsapevolmente diffondere il virus  con i rapporti sessuali non protetti! A maggior ragione, chi invece ha i condilomi, deve essere consapevole che ha un grande potenziale infettivo verso i partners!

CHI E' A RISCHIO DI AVERE L’HPV?

  • Chi ha avuto rapporti molto precoci
  • Chi ha avuto molti partners
  • Chi ha avuto un partner con molte relazioni precedenti
  • Chi fuma (rischio raddoppiato)
  • Gli uomini omosessuali, che hanno un’elevata prevalenza di HPV ano-genitale e lesioni da HPV
  • Le donne omosessuali (rischio che non viene percepito in modo chiaro, per cui spesso queste donne non si sottopongono a screening e attualmente presentano un aumento dell’incidenza di cancro del collo dell’utero)aa

COSA POSSO FARE PER DIMINUIRE IL RISCHcome prevenire hpvIO DI CONTRARRE  O TRASMETTERE L’HPV?

    • Si può decidere di non avere rapporti sessuali!!
    • Si può limitare il numero di partners
    • Si possono evitare partners che abbiano avuto un alto numero di relazioni rischio hpvprecedenti
  • Si deve usare il profilattico! anche se a volte le aree non coperte possono venire lo stesso in contatto con le mucose infette

DUE GRANDI FAMIGLIE : HPV BASSO RISCHIO E HPV ALTO RISCHIO

Gli HPV vengono suddivisi in  due grandi gruppi: basso rischio (LR) e alto rischio (HR).

    • Quelli a basso rischio (LR) sono così chiamati in quanto guariscono spontaneamente più di frequente e in meno tempo. La lesione clinica che possono dare è il CONDILOMA
  • Quelli detti ad alto rischio (HR) invece guariscono spontaneamente meno frequentemente e ci impiegano più tempo, quindi danno un’infezione persistente che può provocare più facilmente la DISPLASIA (lesione precancerosa) e (raramente!) il CANCRO DEL COLLO DELL'UTERO. All’interno del gruppo HPV alto rischio ce ne sono alcuni più aggressivi, che sono i maggiori responsabili del cancro del collo dell’utero (HPV 16 e 18 causano il 70% dei carcinomi invasivi) e di alcuni tumori maligni poco frequenti, quali quello della vagina, della vulva, del pene, del cavo orale e della zona ano-genitale.

COMUNQUE L’HPV, NONOSTANTE L’ESTREMA DIFFUSIONE, CAUSA IL CANCRO SOLO IN UN NUMERO MOLTO BASSO DI DONNE E UOMINI.S

CONDILOMI DONNA
CONDILOMI VULVARI

COSA BISOGNA SAPERE DEI CONDILOMI GENITALI?

  • I condilomi sono generalmente causati dl HPV a basso rischio. Sono delle escrescenze localizzate sulla mucosa genitale dell'uomo o della donna, spesso a forma di piccolo cavolfiore vegetante.
  • Sono altamente infettivi e solo il 20/30% regredisce spontaneamente. Vanno pertanto trattati per motivi di diffusione del virus e per i disagi che i sintomi danno (prurito, bruciore ecc.).
  • ma anche se non vengono trattati non diventano maligni!

CONDILOMI UOMO
CONDILOMI DEL PENE

 

COSA BISOGNA SAPERE DELLE DISPLASIE?

  • La displasia del collo dell’utero è una lesione in cui le cellule epiteliali, a causa della presenza dell’HPV (generalmente alto rischio), crescono in modo anomalo e disordinato.
  • La displasia è denominata anche CIN (Cervical Intraepithelial Neoplasia: cervical perché è sul collo dell’utero; intraepithelial perché è completamente compresa nello strato dell’epitelio e pertanto non è invasiva; neoplasia dal greco: nuova formazione).
  • La CIN, dal nome apparentemente così minaccioso, comprende in realtà una gamma di situazioni che vanno da un minimo ad un massimo di aggressività del tessuto neoformato, con un grading da CIN 1 (basso grado) a CIN 2 e CIN 3 (alto grado).
  • La CIN 1 è un’alterazione reversibile nella maggior parte dei casi, spesso pertanto non va trattata.
  • Tutte le CIN possono potenzialmente regredire e sono curabili.

 

cancro collo dell'uteroCOSA BISOGNA  SAPERE DEL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO?

  • Nel cancro invasivo invece, non solo l’intero spessore dell’epitelio è anomalo e disordinato, ma le cellule anomale hanno oltrepassato la base dell’epitelio e si sono addentrate nel tessuto. 

A questo punto le cellule tumorali possono aggredire l’intero tessuto e anche altri organi più o meno distanti.

CI SONO TESTS PER LA DIAGNOSI DELL’HPV? IL PAP TEST, L’HPV DNA TEST, LA COLPOSCOPIA E LA BIOPSIA

Il numero di cancri invasivi si è drasticamente ridotto negli ultimi decenni grazie alla prevenzione e alla diagnosi precoce per mezzo dello screening con PAP TEST.

  • Tutte le donne dovrebbero eseguire regolarmente il PAP test.
  • Il Pap test evidenzia nelle cellule del collo dell'utero  i cambiamenti causati dalla presenza del virus.
  • Il Pap test evidenzia questi cambiamenti precocemente, permettendo di trattarli prima che si sviluppi un cancro del collo (prevenzione primaria).
  • Negli ultimi anni si è aggiunto un prezioso strumento diagnostico: l’HPV DNA TEST. Questo test si effettua con un tampone che evidenzia la presenza del virus anche nelle pazienti completamente asintomatiche e con pap test negativo; inoltre indica se il virus è un alto o basso rischio e quale tipo di HPV stia infettando il soggetto. Questa è la ragione per cui molti ginecologi hanno cominciato a proporre l’HPV DNA TEST come screening di base alle pazienti di età maggiore di 30 anni. Pap test negativo e HPV DNA TEST negativo garantiscono l’assenza di rischio di cancro del collo dell’utero.
  • La Colposcopia (dal greco antico “kolpos” che vuol dire vagina, “skopos” che vuol dire guardare) è una procedura diagnostica che si esegue per evidenziare la presenza di lesioni precancerose o cancerose a livello della vulva, della vagina e della cervice. L’esame si effettua utilizzando un colposcopio, che è una specie di binocolo posto pochi centimetri al di fuori della vagina. Mediante una speciale ottica e una illuminazione focalizzata, l’esame consente di avere un’immagine ingrandita e particolareggiata dei tessuti in esame. Dopo aver inserito uno speculum nella vagina, l’esame viene eseguito utilizzando particolari soluzioni quali l’acido acetico e la soluzione di Lugol.
  • Durante la colposcopia è possibile eseguire una o più biopsie, ovvero dei piccoli prelievi di tessuto che verranno sottoposti a studio microscopico.aa

ESISTONO CURE PER L’HPV?

Non ci sono cure per eliminare il virus dell'HPV dall'organismo!

Purtroppo la medicina ha terapie efficaci contro i batteri (gli antibiotici!!) ma non ha medicine che distruggono i virus. l'HPV può essere eliminato con l'attivazione della risposta immunitaria dell'ospite. Ecco perchè è così importante la prevenzione e l'esecuzione regolare dei test che evidenzino precocemente le alterazioni provocate dal virus. Ci sono però cure per eliminare le lesioni che il virus può causare!

hpv e gravidanza

POSSO TRASMETTERLO  AI MIEI BAMBINI?

No, il virus è poco resistente al di fuori del corpo umano per cui non sono necessari particolari accorgimenti con la biancheria.

STO PROGETTANDO DI AVERE UNA GRAVIDANZA: COME DEVO COMPORTARMI?

La presenza di un’infezione da HPV non viene considerata un ostacolo per la fertilità o per il progetto di una gravidanza. I controlli per HPV vengono eseguiti anche durante la gravidanza e non è necessario espletare il parto mediante cesareo, a meno che non siano presenti lesioni virali che ostruiscano il canale da parto.

CHE COMPORTAMENTO DEVO AVERE CON IL MIO PARTNER SE HO L’HPV? I RAPPORTI SESSUALIhpv e rapporti sessuali

Se si è contratto l'HPV è’ opportuno informare il partner e avere rapporti protetti. I partners che hanno una relazione stabile da tempo probabilmente si sono contagiati reciprocamente senza saperlo, anche se non presentano sintomi. Benchè nell’uomo  sia possibile eseguire la ricerca dell’HPV sulle urine e sul liquido seminale, questi tests non sono molto precisi e possono risultare negativi anche in presenza dell'infezione.  Avere l’HPV non significa che il partner abbia avuto rapporti sessuali al di fuori della relazione,  perché non c’è modo di sapere quando l’HPV è stato contratto e chi lo abbia contratto per primo. Infatti il contagio può avvenire molti anni prima che venga fatta la diagnosi clinica (e molto tempo prima che sia iniziata la relazione!).

POSSIAMO PREVENIRE L’HPV? FAI VACCINARE LE TUE FIGLIE E LE TUE NIPOTI!papilloma virus e vaccino

Il vaccino anti HPV è un potente strumento di prevenzione dell’infezione. Il razionale del vaccino sta nell’interruzione della catena di trasmissione sessuale che diffonde l'infezione virale: se non contraggo il virus perché sono vaccinata non posso diffonderlo a mia volta! I vaccini contro l'HPV, essendo attivi solo contro alcuni genotipi virali, non danno una protezione totale, ma sono efficaci verso i virus più aggressivi e che provocano il maggior numero di cancri del collo dell’utero. Ovviamente, non dando una protezione totale, il pap test deve essere eseguito regolarmente anche dalle donne che hanno assunto il vaccino. L’esperienza fin qui sviluppata ha mostrato che questi vaccini sono innocui, che non hanno provocato effetti avversi importanti e che sono estremamente efficaci. In Italia il vaccino è offerto gratuitamente alle ragazze intorno ai 12/13 anni di età ed è fortemente consigliato anche alle giovani almeno fino al 25° anno. E’ attualmente considerato la grande “strategia di protezione” delle future generazioni verso il cancro del collo dell’utero.

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SU DI ME...

…..C’E’ CISTI OVARICA E CISTI OVARICA!

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Dottoressa, mi devo preoccupare?

Non è il caso di preoccuparsi per una cisti ovarica! A meno che.....

Le cisti cisti ovaricaovariche sono molto comuni. Una cisti è una formazione rivestita da una parete sottile che la racchiude come una capsula, a contenuto liquido o misto (solido/liquido), che si sviluppa a carico di una o di entrambe le ovaie. Le cisti ovariche più frequenti sono quelle funzionali, che  si formano per un alterato funzionamento ovarico.follicolo OVARICO


L’ovaio produce ogni mese una formazione detta follicolo, una specie di piccola cisti ripiena di liquido in cui è racchiuso l’ovulo, che giunge a maturazione verso il 14° giorno del ciclo. Quando il follicolo è maturo si rompe, il liquido e l’ovulo fuoriescono e l’ovulo può essere fecondato nella tuba. Questo processo si chiama OVULAZIONE.

Le cisti ovariche funzionali

A volte il meccanismo che abbiamo descritto "si inceppa" e si viene a formare una cisti ovarica cosiddetta “funzionale”, derivante cioè da un alterato funzionamento del follicolo ovulatorio!E’ il caso tipico in cui il follicolo,CISTI OVARICA invece di andare incontro a rottura, continua ad aumentare di volume sino a formare una vera cisti ovarica funzionale, detta  cisti follicolare.

Altre volte, meno frequentemente, la cisti ovarica funzionale si forma in un momento più tardivo, quando nel corpo luteo che deriva dal follicolo si forma un accumulo di liquido sieroso o di sangue che dà luogo a una cisti luteinica. Raramente la cisti luteinica si può rompere e può provocare un’emorragia all’interno della cavità addominale.

Sintomi delle cisti funzionali follicolari e luteiniche

CISTI OVARICA ECOGRAFIANella maggior parte dei casi le cisti funzionali sono asintomatiche e possono venire diagnosticate per caso, durante una ecografia transvaginale di controllo. Sono a contenuto prevalentemente liquido, senza setti interni, ispessimenti parietali o aree vascolarizzate. Il diametro medio va dai 3 cm ai 6/7 cm, difficilmente sono più grandi. A volte possono provocare dolore pelvico e irregolarità mestruali.

Vanno controllate nel tempo con l’ecografia transvaginale e generalmente si riassorbono dopo qualche flusso mestruale o dopo qualche ciclo di terapia con la pillola anticoncezionale.

Quando preoccuparsi della cisti ovarica

Tranquille!

Se la cisti ovarica ha questi caratteri con buona approssimazione è solamente una cisti funzionale.

ss

Ma ci sono cisti ovariche che non si riassorbono….

.....infatti, sotto il nome di “cisti ovarica” si descrive un insieme disomogeneo di neoformazioni di varia natura, molto banali, meno banali o decisamente serie, che a volte necessitano di un accurato approfondimento diagnostico.....

I TUMORI OVARICI

Un certo numero di formazioni ovariche non deriva da un’alterazione del processo di formazione del follicolo, bensì da una mutazione delle cellule del tessuto ovarico, dando luogo a veri e propri tumori, benigni o maligni.

  • E' un tumore benigno quando la formazione cistica non infiltra i tessuti circostanti e non ha la capacità di diffondersi nel resto dell'organismo.Nella grande maggioranza dei casi (80%) i tumori ovarici sono benigni,  e compaiono prevalentemente in donne al di sotto dei 40 anni.
  • E' un tumore maligno quando la formazione cistica ha la capacità di crescere molto velocemente, si infiltra nei tessuti circostanti e metastatizza a distanza.Una piccola percentuale di tumori ovarici è maligna (15/20%) e compare quasi sempre in donne con età superiore a 40 anni.

Purtroppo tutte le formazioni ovariche, nella fase iniziale della crescita, sono asintomatiche e tendono a dare sintomi tardivamente, quando hanno già sviluppato un comportamento aggressivo.

I TUMORI BENIGNI DELL'OVAIO, cistoadenomi, cisti dermoidi, fibromi

CISTI OVARICA BENIGNAI cistomi o cistoadenomi sono dei tumori benigni dell’ovaio che hanno spesso un aspetto simile alle cisti funzionali, con contenuto acquoso o mucinoso, a volte irregolare o disomogeneo, ma, a differenza di queste, non regrediscono nel tempo e non sono sensibili alla terapia con la pillola contraccettiva.

Raramente alcuni cistoadenomi possono essere bordeline, ovvero avere un comportamento biologico al limite fra maligno eCISTI OVARICA BENIGNA benigno.

Le cisti dermoidi (o teratomi cistici maturi, dal greco téras 'mostro' e la desinenza -oma dei tumori), producono  tessuti di varia natura come sebo, occhi, denti, peli o capelli, e sono abbastanza ben riconoscibili all’ecografia transvaginale.

I fibromi ovarici sono delle formazioni solide che si formano raramente a carico dell'ovaio, hanno generalmente un volume modesto, e sono in genere asintomatici.

I tumori benigni dell'ovaio in genere crescono, inesorabilmente! 

Nella maggior parte dei casi sono asintomatici quindi, quando vengono diagnosticati, sono già di grosse dimensioni. A volte danno sintomi come dolori addominali, dolori ai rapporti, minzione frequente (per la pressione esercitata sulla vescica), gonfiore addomMarcatori tumore ovaricoinale e nausea. In questi casi i markers tumorali sono negativi ma...queste formazioni devono essere asportate chirurgicamente!

I TUMORI MALIGNI DELL'OVAIO, il carcinoma ovarico 

CISTI OVARICA MALIGNACi sono infine i tumori maligni, il 90% dei quali è rappresentato dal cancro ovarico che costituisce la principale causa di morte per tumore ginecologico e la quinta per tumore nella popolazione di sesso femminile nei paesi sviluppati.

L'aspetto ecografico del cancro ovarico è ben diverso dall'aspetto della cisti funzionale classica. Si osserva in genere una massa cistica irregolare, con setti interni ispessiti, formazioni papillari aggettanti nel lume, zone solide vascolarizzate, vasi anomali intracistici.  La grande maggioranza delle donne con tumore ovarico presenta sintomi non specifici.

I più frequenti sono:

  • malessere addominale o dolore, gonfiore addominale,
  • senso di pressione, crampi,
  • difficoltà a mangiare o rapido senso di sazietà anche dopo un pasto leggero,
  • nausea, diarrea, stitichezza,
  • aumento della frequenza e/o urgenza urinaria,
  • perdita o aumento di peso inspiegabile,
  • perdita dell’appetito,
  • sanguinamento vaginale anomalo.  

Questi sintomi NON INDICANO OVVIAMENTE  la presenza di un tumore ovarico, ma è buona prassi fare un approfondimento, in particolare se si tratta di sintomi di nuova insorgenza che durano da più di tre mesi e che si presentano più di 12 volte in un mese.

CISTI OVARICA MALIGNA MARKERS

Se sono presenti almeno due sintomi con le caratteristiche sopra descritte è raccomandata una valutazione ginecologica con l’ecografia transvaginale e il dosaggio dei markers tumorali CA125 e CA19.9.ss

COME DICEVAMO…….C’E’ CISTI OVARICA E CISTI OVARICA!

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Il successo della donna medico che sa parlare con il paziente:

"Le dottoresse ascoltano i malati, si fanno raccontare i sintomi di ieri e di oggi e si fanno un quadro clinico più completo"

di DANIELA MINERVA

La realtà, invece, è fatta di relazioni affrettate, frasi spezzate, spiegazioni abborracciate. Ed è fatta, in Italia, di regole capestro: 12 minuti per una prima visita, in oncologia ad esempio, è la realtà dei nostri ospedali. Lo impongono i direttori generali per calmierare i costi, lo subiscono i medici, ne soffrono i pazienti. Non solo. Il lavoro di Harvard indica che al successo delle dottoresse contribuisce la capacità di coniugare la medicina con l’attenzione alle condizioni di vita dei loro assistiti. Di guardare fuori dall’ospedale, là dove le persone vivono e dove avrà necessariamente luogo la gran parte dei gesti e dei comportamenti che determineranno se guariscono o no. Se una persona vive sola, se abita in una zona isolata o in città, se mangia decentemente, se ha accesso a terapie di supporto (dal fisioterapista al sessuologo): l’esito dello schema terapeutico che gli verrà prescritto dipende largamente da tutto ciò. Anche queste sono informazioni necessarie per decidere che cura prescrivere, e per costruire un percorso che porti alla guarigione. Le donne ci stanno più attente. Difficile dire perché, ci obbligherebbe a scomodare la storia evolutiva del cervello femminile, l’evoluzione della socialità, della maternità, della ricerca del cibo. Ma quel che preme, oggi, è la lezione del grande studio pubblicato su Jama: 12 minuti non bastano, e l’ospedale è solo uno dei tanti teatri dove si decide la sorte di un malato. Le donne sono in pole position, ma è la medicina che deve cambiare

DUNQUE….PENSI DI AVERE UN CICLO EMORRAGICO?

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mestruazioni
L'ORRIDO SANGUINAMENTO!!

Quando chiedo a una paziente: “il tuo ciclo mestruale e’ molto abbondante?” Conosco gia' il tipo di risposta che ricevo!  So già che una mi dirà: “Si, devo cambiare un assorbente ogni poche ore!” E un’altra dirà: “No, devo cambiare un assorbente ogni poche ore”. 

Entrambe rispondono la stessa cosa, ma ognuna percepisce la pesantezza del ciclo a modo proprio!

Perciò, che cosa è esattamente un ciclo troppo abbondante?S

LA MENORRAGIA

Il termine medico per un ciclo emorragico è MENORRAciclo mestruale abbondanteGIA. La menorragia è una alterazione della quantità del flusso mestruale che ha queste caratteristiche: un flusso di almeno 7 giorni, in cui una donna perde più di 80 ml di sangue.

La prima definizione è facile, bisogna solo contare i giorni sul calendario. Per quanto riguarda la seconda.…è molto più difficile da valutare!! (a meno
cos'è un ciclo mestruale abbondanteche uno non strizzi i propri assorbenti dentro un contenitore graduato, nel qual caso avrebbe bisogno più di uno psichiatra che di un ginecologo…)!

Per cui, come fanno le  donne a sapere veramente se il ciclo mestruale è abbondante? Se riempi un assorbente e lo cambi ogni ora? Oppure se si riempiono i pantaloni di sangue?….. Probabilmente in questi casi hai un ciclo più abbondante del normale! E probabilmente hai bisogno di consultare la ginecologa.Sintomi mestruazioni emorragiche

I SINTOMI DELLE MESTRUAZIONI EMORRAGICHE

Se hai uno o più di questi sintomi è probabile che tu abbia un flusso troppo abbondante.

  • Se cambi uno o più assorbenti o tamponi completamente inzuppati ogni ora, per più ore consecutive;
  • Se hai la necessità di usare una protezione doppia (doppi assorbenti) nel tentativo di controllare il flusso mestruale;
  • Se hai la necessità di alzarsi la notte per cambiare l’assorbente;
  • Se noti l’espulsione di coaguli ematici col flusso per più giorni;
  • Se l’eccessivo flusso ti costringe a una grande diminuzione delle attività quotidiane;
  • Se hai sintomi di anemia, come affaticamento, stanchezza e respiro affannoso.

a

UnCome funziona il ciclo mestruale po’ di spiegazioni….

Nel ciclo mestruale normale l’ovulazione (ovvero la formazione mensile di ovociti) induce la produzione bilanciata di Estrogeni e Progesterone. In particolare, il Progesterone è l’ormone maggiomente responsabile della regolarità dei cicli.

Al contrario, nei cicli mestruali in cui non si verifica l’ovulazione (cicli anovulatori), viene prodotto scarso Progesterone, con conseguente alterazione della regolarità e della quantità del flusso mestruale.

Esistono due particolari situazioni, considerate normali, in cui è frequente avere un ciclo anovulatorio:

  • Nelle adolescenti che hanno avuto da poco la prima mestruazione. In questo caso ci possono essere cicli abbondanti e irregolari perché la situazione ormonale deve ancora stabilizzarsi. Queste fluttuazioni naturali del ciclo mestruale sono spesso temporanee e nella maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente nel giro di qualche anno. Se la situazione non va incontro a risoluzione, queste giovani devono essere studiate e valutate per iniziare un'adeguata terapia.
  • Nelle donne che si avvicinano alla menopausa.

aMa la menorragia può essere segno di cause più importanti……a

QUALI CAUSE DELL'EMORRAGIA MESTRUALE?

In molti casi la causa della menorragia rimane sconosciuta, ma esistono alcune condizioni che possono provocare questo distormoni-femminiliurbo.

  • Alterazione dell’equilibrio ormonale. In un ciclo normale, il naturale equilibrio fra Estrogeni e Progesterone regola la crescita dell’endometrio, la mucosa che riveste la cavità uterina interna, che si sfalda e viene espulsa durante la mestruazione. Se compare uno squilibrio fra questi due ormoni, l’endometrio si sviluppa troppo e può provocare un sanguinamento mestruale eccessivo.
  • Disfunzione ovarica. Se le tue ovaie non funzionano correttamente e non stanno producendo ovociti, non viene nemmeno prodotta una sufficiente quantità di Progesterone, come durante un normale ciclo ovulatorio, e questo può provocare menorragia.disfunziona ovarica
  • Fibromi uterini. i fibromi sono tumori benigni dell’utero, molto frequenti soprattutto dopo i quarant’anni; possono stirare e sollevare l’endometrio, ostacolare la contrazione delle fibre muscolari del miometrio, causare emorragie e altri sintomi quali dolori pelvici, senso di peso e aumento della frequenza urinaria.
  • Polipi endometriali. Sono delle piccole formazioni benigne che si sviluppano dalpolipi endometrialil’endometrio. Si formano frequentemente in donne in età fertile a causa di alti livelli di estrogeni. Avendo una ricca vascolarizzazione, possono anch’essi dare emorragia e/o spotting ematico.
  • Adenomiosi. E’ una condizione in cui il tessuto ghiandolare dell’endometrio si invagina e introflette nel muscolo uterino (miometrio), causando spesso cicli abbondanti e dolorosi. E’ più frequente in donne di età media che hanno avuto gravidanze.

    SPIRALE INTRAUTERINA
    SPIRALE INTRAUTERINA
  • Spirale (IUD ovvero Intra Uterine Device). Il ciclo emorragico è un  effetto collaterale che può comparire usando la spirale come contraccettivo. A volte diventa necessario rimuovere lo IUD per ripristinare un ciclo mestruale di quantità normale.
  • Complicazioni della gravidanza. Non dimentichiamo che un singolo ciclo emorragico, magari ritardante, può essere il primo sintomo di un aborto in atto o di una gravidanza extrauterina.
  • La causa più importante di emorragia è il cancro dell’endometrio, soprattutto nelle donne che ricominciano ad avere perdite di sangue dopo l’inizio della menopausa. Questo tipo di cancro è raro in donne che abbiano ancora le mestruazioni e si presenta quasi sempre in menopausa. A volte anche il cancro della cervice uterina può causare eccessivi sanguinamenti.
  • Difetti della coagulazione. Alcune malattie della coagulazione sanguigna, ereditarie o acquisite, possono evidenziarsi con sanguinamenti mestruali anormali.
  • Farmaci. Alcuni farmaci, come le terapie anticoagulanti o le terapie antiinfiammatorie prolungate, possono provocare cicli abbondanti e lunghi.
  • Altre patologie. Esistono alcune condizioni mediche, come alterazioni della funzionalità tiroidea o renale o epatica ecc., che possono essere associate a menorragia.

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dott.ssa Cinzia Pajoncini ginecologa roma

In ogni caso, rivolgiti al ginecologo se compaiono:

  • Sanguinamenti vaginali così forti a causa dei quali devi cambiare assorbente o tampone ogni ora per tante ore.
  • Sanguinamenti fra un ciclo e l’altro o sanguinamenti vaginali irregolari.
  • QUALSIASI TIPO DI SANGUINAMENTO VAGINALE DOPO LA MENOPAUSA.

 

Preparandoti alla visita ginecologica….

visita ginecologica roma

Alcune domande fondamentali da fare alla ginecologa sono:

  •  I miei cicli sono realmente emorragici?
  • Ho bisogno di effettuare qualche analisi?
  • Che tipo di trattamento mi consiglia?
  • C’è qualche effetto collaterale a questi trattamenti?
  • C’è uno stile di vita che devo adottare che mi possa aiutare con i miei sintomi?

La ginecologa ti chiedera’ probabilmente….

  • Quando hai avuto il tuo ultimo ciclo?
  • Quando hai avuto la prima mestruazione?
  • Come sono cambiati i tuoi cicli nel tempo?
  • Hai dolore al basso ventre, o dolore e gonfiore al seno durante il ciclo?
  • Quanto dura il tuo ciclo?
  • Quanto frequentemente cambi l’assorbente o il tampone quando hai le mestruazioni?
  • Hai dolore forte o crampi durante il ciclo?
  • Sei affaticata durante il ciclo?
  • Hai avuto cambiamenti del peso corporeo recentemente?
  • Quanto esercizio fisico fai?
  • Sei stata stressata in questo periodo?
  • Hai rapporti sessuali?
  • Stai usando un metodo contraccettivo?
  • Tua madre aveva sintomi simili?
  • I tuoi sintomi limitano la tua normale vita quotidiana? Per esempio, non vai a scuola o al lavoro quando hai il ciclo?
  • Stai facendo terapie per altre malattie, attualmente?

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QUALI LE COMPLICAZIONI DEL CICLO EMORRAGICO?

Il sanguinamento eccessivo causato da cicli troppo abbondanti o troppo prolungati può coCOMPLICAZIONI DEL CICLO EMORRAGICO: carenza di ferrondurre ad altre condizioni mediche:

  • Carenza di ferro. In questo tipo di anemia, molto comune, il tuo sangue contiene poca emoglobina. L’emoglobina trasporta l’ossigeno a tutti i tessuti del corpo e per formarsi ha bisogno di una molecola di ferro. Il ferro si abbassa a causa della perdita da eccessivo sanguinamento. I segni di questa deficienza sono il colorito pallido, la stanchezza e l'affaticabilità. Sebbene l’alimentazione abbia un ruolo importante nell’assunzione del ferro, il problema viene complicato dalla presenza di flussi troppo abbondanti. Una anemia severa può provocare inoltre affanno, tachicardia, cefalea e vertigini.COMPLICAZIONI DEL CICLO EMORRAGICO: dismenorrea
  • Dismenorrea. La menorragia può essere accompagnata da forti dolori mestruali e crampi (dismenorrea), al punto da richiedere terapia antidolorifica o chirurgica.

a

COME DIAGNOSTICARE I PROBLEMI LEGATI AL CICLO TROPPO ABBONDANTE? 

La ginecologa ti farà una visita accurata e ti prescriverà analisi del sangue alcuni esami:

  • Analisi del sangue. Per valutare l’anemia, la carenza di ferro, le anomalie della coagulazione, le alterazioni degli ormoni sessuali, le alterazioni della tiroide ecc.
  • Il pap test. Con questo esame vengono prelevate delle cellule dal collo dell’utero e analizzate per eviecografia pelvicadenziare infiammazioni o alterazioni che possono portare al cancro della cervice.
  • L’ecografia transvaginale. E’ l’ecografia che studia l’utero, le ovaie e l’intera pelvi.
  • L’Isteroscopia. E’ uimages isteroscopian esame che si rende a volte necessario e che permette di visualizzare direttamente la cavità uterina. Si effettua inserendo all’interno dell’utero, attraverso il canale cervicale, delle sottilissime fibre ottiche collegate a una telecamera.

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LA TERAPIA DELLA MENORRAGIA

Prima di iniziare una terapia devono essere valutati un insieme di elementi:

  • La causa e la severità della menorragia
  • La tua capacità di tollerare alcune terapie e procedure
  • La possibilità che il tuo ciclo si possa normalizzare spontaneamente
  • La pianificazione di eventuali gravidanze
  • Decidere di rimuovere le cause evidenti che provocano la menorragia (polipi, fibromi ecc.)

Le terapie includono:

  • Terapia marziale. Devi prendere regolarmente integratori a base di ferro per cercare di prevenire l’anemizzazione.terapia ciclo emorragico
  • Terapia antidolorifica per i dolori mestruali
  • Terapia antiemorragica: Acido Tranexamico. E’ un composto antiemorragico che riduce in maniera efficace il flusso mestruale senza interferire con l’assetto ormonale. Deve essere assunto durante il ciclo, prima che diventi emorragico.
  • pillola e ciclo emorragicoContraccettivi orali. La pillola, oltre a essere un ottimo contraccettivo, regolarizza i cicli e riduce sensibilmente il flusso e la dismenorrea.
  • Progesterone (orale o vaginale). Assunto 10/12 giorni prima del ciclo, l’ormone progesterone corregge lo squilibrio ormonale, regolarizza il ciclo e riduce il flusso.
  • La Spirale al Progesterone. E’ uno IUD inserito nell’utero (lo applica la ginecologa e dura 5 anni!) che rilascia un tipo di progesterone (Levonorgestrel) in microdosi, e a contatto con l’endometrio lo manda in atrofia e diminuisce notevolmente il flusso mestruale.
  • Terapia chirurgica. Se le terapie mediche non sortiscono un effetto accettabile può essere necessario ricorrere alla terapia chirurgica per l’ablazione dell’endometrio o l’isterectomia.
  • Trattamento delle malattie sistemiche che possono dare menorragia. Quando la menorragia è un segno di un’altra condizione patologica presente (ad es. malattie della tiroide) il trattamento della patologia primaria riduce il sanguinamento.

In conclusione avere le mestruazioni troppo abbondanti è molto comune.quando preoccuparsi del ciclo abbondante

Può rappresentare una variante occasionale del ciclo normale o può essere dovuta a condizioni mediche che richiedono il ricorso ad un consulto ginecologico.

NON SOTTOVALUTATELO!!

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UNA MALATTIA CHIAMATA DOLORE PELVICO CRONICO

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dolore pelvicoCi sono donne che hanno dei fastidi della zona pelvica veramente insopportabili!  …Sono dei dolori viscerali, dei bruciori vulvari che si irradiano alla vescica,  che non permettono di stare seduti tranquillamente perchè il peso sul perineo provoca uno spasmo, avere un rapporto neanche a pensarci, solo l'idea del dolore vulvare fa raggomitolare le gambe in un atteggiamento di protezione..... che possono coinvolgere tanti organi con un effetto di sommazione, la vescica, l’uretra, la vagina, la vulva, l’ano, il retto, il perineo ecc.. Partono da un singolo punto ma si diffondono, si allargano, vanno e vengono a ondate….E questi dolori fanno stare veramente male, danno un malessere, in un modo speciale, un male che ti prende il cervello e che senti che non ti dà scampo…che ti leva l’equilibrio della vita. Si vive nell’attesa timorosa della ricomparsa del dolore… basta, lasciami in pace!...Ma cosa sta succedendo?

Ma come si fa a trovare un'unica causa a sintomi che possono essere così diversi, che originano da organo ma si manifestano in un punto lontano?

E’ DIFFICILE FARSI CAPIRE DAGLI ALTRI SE NON È CHIARO NEANCHE A ME COSA MI STA CAPITANDO!cause dolore pelvico

Infatti è proprio l’assenza di una riconoscibile alterazione che rende questa “malattia” così difficile da capire, da classificare, da diagnosticare! La tentazione più frequente è di cercare di dare frettolosamente un nome a questo dolore, sotto le voci più comuni e rassicuranti, malattie comprensibili e curabili tipo cistite, vaginite, strappi muscolari, colite e pertanto imbottirsi di antibiotici, antimicotici, antispastici o antidolorifici!

Perché viene questo dolore? COSA E’ QUESTO DOLORE? Le visite specialistiche generalmente non mettono in evidenza condizioni patologiche chiare. E non c’è niente di peggio di un nemico a cui non sai dare un nome, che non sai quando e come ti attaccherà, che non sai come descrivere. Guardare gli occhi increduli del medico che ti ascolta, e che non trova nulla di alterato nel tuo corpo! Non ci sono rossori, né tagli, né ragadi, nè perdite, né infezioni, né tumori, né, né…..

diagnosi dolore pelvicoEcco, è il né, né, che deve insospettirci!!

E’ proprio l’assenza di evidenti cause che deve spingerci a sospettare la causa primaria di tutto ciò! E infatti il primo passo verso la diagnosi si fa cominciando a capire che dietro questa sfaccettata e variegata serie di sintomi spesso c’è un unico movente….

IL DOLORE PELVICO CRONICO

QUALI SONO I SINTOMI PIÙ TIPICI DEL DOLORE PELVICO CRONICO?

COS’E’ IL DOLORE PELVICO CRONICO?

Il DOLORE PELVICO CRONICO (DPC) è un fastidio cronico o persistente, percepito nell’area pelvica, che dura da più di 6 mesi. E’ una condizione di difficile inquadramento e poco compresa, in cui spesso non è possibile identificare alcuna patologia pelvica organica. I sintomi possono essere vescicali, uretrali, sessuali, intestinali, ginecologici e del pavimento pelvico; possono essere sia spontanei che provocati, spesso sono rappresentati da una ipersensibilità accentuata; l’intensità e la diffusione dei disturbi possono modificarsi nel tempo.

L’ipotesi attualmente più accreditata è che il DPC sia dovuto alla concomitanza di più situazioni algogene pelviche, viscerali, muscoloscheletriche e neuropatiche.  La sua prevalenza nella popolazione femminile adulta è del 17%. Sebbene sia più frequente nel periodo della fertilità, l’intensità del dolore pelvico cronico aumenta drammaticamente in menopausa.

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DI DOLORE PELVICO CRONICO?

Le cause scatenanti il dolore pelvico cronico nella donna possono essere veramente molteplici: endometriosi, infezioni pelviche, tumori maligni, interventi per il prolasso e l'incontinenza, interventi per riparare i danni da parto ecc.; ma almeno il 30% dei casi di dolore pelvico cronico rimane senza causa apparente!

IL MECCANISMO DEL DOLORE PELVICO

Perchè dolore pelvico

Il dolore fisiologico (nocicettivo) nasce, nella maggior parte dei casi, dalla stimolazione delle terminazioni nervose sensoriali presenti negli organi viscerali, attivate dallo stimolo doloroso. Con una descrizione molto sintetica diciamo che, seguendo le fibre sensitive del nervo periferico mediante ulteriori fasci nervosi ascendenti, lo stimolo arriva sino alla corteccia cerebrale e il dolore viene percepito dall’individuo.

Il dolore acuto nocicettivo è pertanto una esperienza utile e protettiva, finalizzata ad allertare il corpo sulla presenza di stimoli pericolosi o potenzialmente tali, presenti nell’ambiente o nell’organismo stesso.

Sin qui è tutto normale.

QUANDO IL DOLORE PELVICO DIVENTA CRONICO...

Tuttavia, quando la causa stimolante il dolore e l’infiammazione tissutale persistono a lungo, può avvenire il passaggio da dolore acuto fisiologico a dolore cronico. Il dolore cronico non rappresenta la sola estensione temporale del dolore acuto ma va considerata una risposta da mal adattamento al dolore. IL DOLORE DIVENTA ESSO STESSO UNA MALATTIA!

L'IPOTESI DELL'IPERATTIVAZIONE MASTOCITARIA

COME ACCADE TUTTO CIO'? 

Recenti studi hanno documentato che la stimolazione dei nocicettori è provocata dall'infiammazione locale dei tessuti legata all’attivazione di alcune cellule dette mastociti, principali mediatrici del processo infiammatorio.

IPERATTIVAZIONE MASTOCITARIA e dolore pelvicoA livello pelvico, i mastociti possono essere resi operanti da una ampia serie di cause come infezioni ripetute (Candida, Escherichia Coli, Chlamydia, Ureaplasma ecc.), traumi fisici o chimici (laser, bruciature), traumi derivanti dal rapporto sessuale (micro abrasioni), dal parto (episiotomia), attività sportiva troppo intensa, contratture croniche dei muscoli pelvici da stress, stipsi cronica, emorroidi e ragadi anali, ecc.. 

L’attivazione dei mastociti determina la liberazione di sostanze mediatrici dell’infiammazione (istamina, bradichinina, fattori vasoattivi) che causano il bruciore, il dolore, il calore, l’edema e la lesione funzionale del tessuto coinvolto.  Inoltre sono in grado di aumentare l'eccitabilità delle fibre nervose sensoriali e di amplificare i meccanismi del dolore. In particolare, la liberazione del Nerve Growth Factor (NGF), stimola la crescita delle fibre nervose che dalla periferia arrivano al midollo spinale. Nel dolore pelvico cronico si osserva una iperattivazione mastocitaria e una concentrazione di NGF altissime, fino a 50 volte i cos'è l'iperattivazione mastocitaria valori normali. La grande concentrazione del NGF da una parte provoca un’esagerata crescita, superficializzazione e arborizzazione delle terminazioni sensitive del nervo pudendo, responsabile di gran parte della innervazione della zona pelvica, aumentandone le connessioni con le vie nervose ascendenti. Dall’altra stimola la ulteriore degranulazione dei mastociti con ulteriore aumento del NGF, in un circolo vizioso autoperpetuantesi. La conseguenza è che dal neurone si genera un segnale nervoso molto più potente e persistente.

Il dolore muta da nocicettivo a dolore neuropatico!

L’eccessivo incremento e aumento delle terminazioni nervose e delle vie ascendenti conduce ad un aumento della percezione dolorosa, alla iperalgesia diffusa e all’ampliamento delle aree di dolore spontaneo tipiche del dolore neuropatico (sensibilizzazione periferica). La soglia del dolore si abbassa per cui si avverte dolore anche in caso di stimolazioni normalmente non dolorose (allodinia).

sensibilizzazione centrale e dolore pelvicoA tutto ciò si aggiunge un meccanismo di sensibilizzazione centrale. L'incremento dei segnali del dolore e la persistenza del loro arrivo al cervello concorrono alla riduzione della soglia centrale del dolore, creando una via preferenziale in cui lo stimolo doloroso periferico si amplifica e tende a persistere anche quando lo stimolo primario che l’ha provocato scompare, divenendo indipendente e dando luogo alla cronicizzazione del dolore.

Il dolore neuropatico è pertanto un dolore patologico, attivato anche da stimoli dolorosi di lieve entità, senza più una funzione protettiva, generato senza che ci sia stata la necessaria stimolazione dei nocicettori periferici. Rappresenta quindi un’alterazione patologica dell’elaborazione del dolore, causata da un danno al sistema nervoso. 

L'IPOTESI DELL'IPERTONO DEI MUSCOLI DEL PAVIMENTO PELVICO

IPERTONO DEI MUSCOLI DEL PAVIMENTO PELVICOQuesta ipotesi suggerisce che i sintomi del dolore pelvico cronico nascano da un "mal di testa nella pelvi"! Cioè da un tensione muscolare cronica, che è il tipico fattore scatenante del classico mal di testa.

La maggior parte dei casi lo spasmo del pavimento pelvico inizia a causa della tendenza esagerata di alcuni soggetti a focalizzare nella zona pelvica una condizione di tensione. Questa tensione può essere mentale o fisica. Può essere dovuta all'impatto di un forte stress, oppure la concomitanza di più situazioni di stress minore. Una volta attivato lo stress, l'ansia e l'atteggiamento istintivo di iperprotezione dell'area pelvica alimentano il dolore e lo stato disfunzionale, in un circolo vizioso autoperpetuantesi.

I muscoli del pavimento pelvico sono strutture dinamiche, che passano dall'attivazione al rilassamento e viceversa durante tutto il giorno. Quando sono in fase di rilassamento le cellule muscolari si rigenerano, vengono ossigenate e nutrite in modo appropriato. I muscoli del pavimento pelvico non sono fatti per essere continuamente contratti.  Quando si instaura uno stato contrazione troppo protratta, tendono ad accorciarsi e indolenzirsi. Immaginiamo di tenere una mano chiusa a pugno per un'ora: diventerà di colore bluastro a causa dell'interruzione del flusso sanguigno e comincerà a indolenzirsi. Ora immaginiamo di tenerla contratta per una settimana, o per un mese costantemente, 24 ore al giorno, o per un anno. Quando alla fine apriremo il pugno, cosa succederà? Ci saranno fastidi, il dolore, spasmo, l'incapacità di muovere le dita. Sarà necessario sicuramente muoverle piano piano, massaggiare i muscoli, stirare ciascun dito recuperare la funzione e dare sollievo dal grande stato di contrazione precedente. Ma soprattutto sarà indispensabile non cominciare a contrarre i muscoli di nuovo per non reinnescare il meccanismo di sofferenza precedente. Similmente, lo stato di contrazione cronica del pavimento pelvico riduce il flusso sanguigno dell'area pelvica, instaura un ambiente inospitale e dannoso, crea delle zone di dolore localizzato nei muscoli perineali.  Si realizza una condizione di infiammazione cronica del nervo pudendo, dei i vasi e di tutte le strutture anatomiche che attraversano la pelvi. Lo spasmo cronico dei muscoli perineali gradualmente conduce alla cronicizzazione dei sintomi dolorosi pelvici. Il segno clinico più costante si osserva con la visita ginecologica, durante l'esplorazione vaginale e rettale, in cui la palpazione del diaframma pelvico evidenzia l'ipertono muscolare e genera un forte dolore in zone localizzate chiamate trigger points. 

IN CONCLUSIONE, IL DOLORE PELVICO CRONICO È CARATTERIZZATO DA UNA IPERPERCEZIONE DEL DOLORE, DA UN ATTEGGIAMENTO DI DIFESA CHE PROVOCA LO SPASMO DEI MUSCOLI PELVICI E DALL'ALTERAZIONE DELLA SOGLIA SISTEMICA DEL DOLORE.

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LE SINDROMI DEL DOLORE PELVICO CRONICO

LE SINDROMI DEL DOLORE PELVICO CRONICO (SDPC) sono costituite dalla combinazione dei vari sintomi associati al dolore pelvico cronico, che sono presenti quando non ci sono segni di infezioni o altre patologie locali che possano esserne la causa. 

Le più frequenti sono la sindrome della vescica dolorosa o cistite interstiziale, la sindrome dolorosa vulvare o vulvodinia, la sindrome dolorosa perineale.

la sindrome dolorosa vulvare o vulvodinia,Il termine “sindrome” indica già che, sebbene esista un meccanismo scatenante periferico, la neuromodulazione del sistema nervoso centrale può essere il fattore più importante.

La percezione del dolore nella SDPC può essere focalizzata su un singolo organo, su più organi o essere anche associata con sintomi sistemici, come la Sindrome da stanchezza cronica o la Fibromialgia. E’ spesso collegata a un vissuto cognitivo, comportamentale, sessuale ed emozionale alterati.

Le sindromi associate al dolore pelvico cronico presentano una elevata comorbilità. Il 40-60% delle donne con sindrome del colon irritabile manifestano anche sintomi di cistite interstiziale e il 26% delle donne con cistite interstiziale manifesta sintomi di vulvodinia.

Poichè l’incremento dei segnali del dolore e la persistenza del loro arrivo al cervello concorrono alla riduzione della soglia centrale del dolore, questo può spiegare la crescente centralità del dolore nella vita delle persone affette dal dolore pelvico cronico, l’instaurarsi di un circolo vizioso di depressione, ansia, paura del dolore, incapacità di affrontare i propri problemi quotidiani, alterazione della vita di relazione, rifiuto del rapporto sessuale per paura del dolore.

A questo punto il dolore è diventato una sindrome autonoma, con pesante impatto sulla vita di relazione e sugli aspetti psicologici e sociali  della vita della donna.

conseguenze dolore pelvico

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CANCRO OVARICO IN AUMENTO DOPO LA MENOPAUSA

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Spessdonne in menopausao le donne che hanno superato la menopausa mi dicono: “ormai, a questa età…..ho un minore rischio di ammalarmi di tumore, per cui non è così importante per me fare la prevenzione ginecologica….”

 

NULLA DI PIU’ FALSO!

 


cancro ovaricoIl rischio di cancro ovarico aumenta con l’avanzare degli anni (anche se può comparire a qualsiasi età) e generalmente questo tumore si presenta dopo la menopausa: 8 donne su 10, affette da cancro dell’ovaio, hanno più di 50 anni d’età, e l’incidenza maggiore del tumore è a 70 anni!

Il cancro ovarico è il secondo tumore ginecologico dopo il cancro dell’utero, e una donna su 70 è destinata ad ammalarsi di questa malattia. La sopravvivenza è bassa: se facciamo un paragone, a cinque anni dalla diagnosi di tumore della mammella è vivo il 92 % delle donne affette, ma a cinque anni dalla diagnosi di cancro dell'ovaio solo il 39 % delle donne sopravvive.

Dagli anni ’80, fortunatamente, l’incidenza del cancro dell’ovaio è in diminuzione, e nell’ultimo decennio, negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, si stima una riduzione di questa malattia di circa il 2% annuo.

 

QUALI SONO LE CAUSE DEL CANCRO OVARICO?

La causa precisa è ancora sconosciuta, ma esistono alcuni fattori che aumentano il rischio di questa malattia e alcuni che lo diminuiscono.familiarità tumore ovarico

Fattori che aumentano il rischio

  • L’età
  • La storia familiare di cancro ovarico. Se hai due o più familiari (madre, sorella o figlia) che hanno avuto un cancro della mammella o dell’ovaio.
  • Se hai un'alterazione genetica ereditaria. Se i familiari ammalati hanno meno di 50 anni è possibile che il cancro ovarico sia legato a un’alterazione genetica ereditaria. I geni BRCA 1 e BRCA2 sono infatti corrbrca1 brca2 e cancro ovaricoelati alla comparsa di cancro ovarico e mammario. Ma solo il 10% di tutti i cancri ovarici sono causati da queste alterazioni genetiche ereditarie.
  • L’ovulazione e la fertilità. Con l’ovulazione, ogni mese, quando un ovocita matura, la superficie dell’ovaio si rompe per consentire la fuoriuscita e l'espulsione dell’uovo nella tuba. Durante questo processo la superficie dell’ovaio viene danneggiata e ogni volta deve andare incontro a processi riparativi. E proprio questo meccanismo ripartivo che si ripete mensilmente che può causare un maggiore rischio di alterazioni genetiche cellulari oncogene. Questa teoria spiegherebbe perchè il rischio di cancro ovarico diminuisca se la donna prende la pillola anticoncezionale (che blocca l’ovulazione) o se ha più gravidanze (e quindi meno cicli ovulatori) o lunghi periodi di allattamento (che sopprimono l’ovulazione).
  • Le terapie per l'infertilità. Non c’è una prova sicura che le cure per l’infertilità aumentino il rischio di tumore ovarico anche se è di comune convinzione, a causa dell'effetto stimolante sull'ovulazione, che possa aumentare il rischio. In ogni caso si pensa che l’infertilità, di per se, possa incrementare il rischio di questo cancro.
  • La terapia ormonale sostitutiva. La terapia ormonale in menopausa provoca un aumento del cancro dell’ovaio. Però, cinque anni dopo la fine della terapia sostitutiva, il rischio si azzera e torna all’incidenza che hanno le donne che non l’assumono.
  • L’endometriosi
  • L’obesita’

Fattori che diminuiscono il rischiopillola e cancro ovarico

  • La pillola anticoncezionale e il blocco dell’ovulazione. Qualsiasi situazione che blocchi il processo ovulatorio aiuta a diminuire il rischio di cancro ovarico.
    • Gravidanza e allattamento
    • Uso degli anticoncezionali ormonali
    • L’asportazione delle ovaie (e delle tube)
  • La dieta e lo stile di vita. Avere una alimentazione sana e bilanciata, a basso tenore di grassi, associata a esercizio fisico regolare, diminuisce il rischio di cancro dell’ovaio.

 

CHE SINTOMI PUÒ DARE IL CANCRO DELL’OVAIO?

Purtroppo il cancro ovarico ha sintomi scarsi e tardivi, per cui spesso viene scoperto tardi e la prognosi è severa. I sintomi del cancro ovarico sono molto aspecifici e somigliano a quelli di altre patologie benigne. Inoltre, diventano evidenti quando il tumore è già uscito dall’ovaio e ha invaso le strutture adiacenti. Comunque i primi sintomi che possono comparire sono: dolore e gonfiore persistenti dell’addome, dolore allo stomaco, nausea.

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ALLORA CHE FARE?

Facciamo l’ecografia transvaginale tutti gli anni! Soprattutto in menopausa!!

L’ecografia transvaginale è l'esame che per primo puecografia-transvaginaleò evidenziare un’alterazione a carico delle ovaie, prima che compaiano i sintomi. In caso di dubbio aggiungiamo il marker tumorale CA125.

Questi due test utilizzati insieme sono il miglior screening iniziale del cancro ovarico (anche se non esiste un metodo diagnostico perfetto!).

Ricordate sempre che il pap test non è di aiuto nella diagnosi di cancro ovarico!

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Come scegiere il contraccettivo giustoScegliere un sistema contraccettivo non è una vaga opportunità a cui pensare distrattamente fra un impegno di lavoro e una happy hour, oppure fra un compito in classe e un concerto metal!

Ogni donna, a qualsiasi età, dovrebbe decidere di controllare in modo affidabile la sua capacità riproduttiva, perché i figli si fanno al momento giusto e con le persone giuste. E una gravidanza non deve capitare per caso.capacità riproduttiva

Quindi durante la visita ginecologica io chiedo sempre alle mie pazienti che sistema contraccettivo usano o intendono usare.


Per prima cosa chiariamo un punto importante: fra i metodi contraccettivi veri non è compreso il coito interrotto! 

Questa pratica, a dir poco inaffidabile e stressante, è assolutamente insicura nel suo effetto anticoncezionale.  E’ infatti all’origine di un grande numero di gravidanze “indesiderate”. Voi credete che le persone che non vogliono una gravidanza abbiano, sconsideratamente, rapporti liberi al momento dell’ovulazione? No! Nessuno è così pazzo, generalmente (salvo pochi casi). In molti invece credono di fare una cosa corretta usando il coito interrotto. E,  guardando con orrore il loro test di gravidanza positivo, si chiedono: -non è possibile, come è successo? Siamo stati così attenti!- Ecco, attenti. Questo non è un metodo anticoncezionale.

Deciso che dobbiamo assolutamente utilizzare un “vero” sistema contraccettivo, vediamo quali sono i sistemi e in che modo intelligente sceglierli e utilizzarli. Molte volte questa scelta è lasciata un po’ al caso mentre conoscendo bene le caratteristiche dei vari metodi riusciamo ad adattarli alle nostre esigenze di vita e di età.contraccettivi_anticoncezionali

Da un punto di vista didattico potremmo dividere i metodi in:

  • ormonali (varie combinazioni di ormoni assunti per bocca, attraverso la pelle o per via vaginale)
  • meccanici (profilattico, spirale intrauterina),
  • meccanici/ormonali (la spirale intrauterina al progesterone)
  • i metodi cosiddetti naturali

Ma questa divisione non ci dice molto sul perché o sul quando usare l’uno o l’altro ……

Per cui io affronterò il problema da un altro punto di vista: CHE CONTRACCETTIVO È MEGLIO USARE A 18 ANNI? E A 35 ANNI? A 42 ANNI POI? Perche ogni anticoncezionale ha le proprie peculiarità e vantaggi. E non tutti hanno la stessa
sicurezza.....!!

CHE COSA SEcontraccettivo a 18 anniRVE A UNA RAGAZZA DI 18 ANNI?

Serve un anticoncezionale che le dia la massima sicurezza: che le dia una protezione continua, perché i giovani sono sessualmente molto vivaci e hanno rapporti frequenti e ripetuti; che sia facile da usare in tutte le situazioni, tenuto conto che “l’alcova” spesso non è il letto!

SERVE UN CONTRACCETTIVO ORMONALE!  Che può essere assunto per bocca come la pillola, o inserito in vagina come l' anello vaginale, o messo sulla pelle come il cerotto. Se preso correttamente la protezione contraccettiva è altissima  (indice di Pearl 0.9-1).

Fra i vari tipi di pillola consiglio quella da 28 giorni che si prende in modo continuativo, che aiuta a non fare confusione dimenticandola nella pausa fra una confezione e l’altra, e che complessivamente ha un dosaggio ormonale uguale a quella di 21 giorni.  Per mantenere la sua efficacia va presa con regolarità e per ricordare di prenderla tutte le sere alla stessa ora è comodo utilizzare una sveglia sul cellulare.

Anche lanello vaginale’anello vaginale è un ottimo anticoncezionale ormonale. È un sottile anello di silicone che viene posizionato in vagina alla fine del ciclo e lasciato li per 3 settimane: non si vede, non si sente, ma soprattutto non si può dimenticare di assumerlo, ed è veramente a basso dosaggio. Ricordiamoci però che è riportato dalla casa farmaceutica una minima quantità di espulsioni spontanee, per cui va controllato regolarmente infilando un ditino in vagina mentre ci si lava o prima del rapporto.

Il cerotto ormonale, che si applica sulla pelle una volta a settimana, ha avutcerotto ormonaleo delle critiche da parte dell’FDA (Food and Drug Administration, l’Ente Americano che controlla i farmaci) perché rilascia una quantità di ormoni maggiore della pillola convenzionale e perché dà un rischio di trombosi vascolare leggermente superiore alle altre pillole.

Infine non dimentichiamo il contraccettivo ormonale di emergenza, la cosiddetta pillola del giorno dopo (che ormai si dovrebbe chiamare la pillola dei 5 giorni dopo perché la sua efficacia anticoncezionale dura sino a 5 giorni!), che viene in nostro aiuto in estremis, quando il patatrac è bello e fatto!

MITI DA SFATARE!

A questa età la pillola (quelle a basso dosaggio moderne) non fa venire la cellulite! pillola e cellulitePuò dare un po’ di gonfiore delle mammelle (che a volte è molto desiderato…!). Non provoca infertilità, non aumenta il rischio di tumore, migliora la pelle (riduce i punti neri e di conseguenza diminuisce la comparsa di foruncoli), nella maggior parte dei casi  stabilizza l’umore bloccando i picchi ormonali del ciclo della donna. Riduce il flusso mestruale e diminuisce la dismenorrea (dolore mestruale). Non va però d’accordo con il fumo …. perchè pillola e fumo insieme aumentano il rischio di trombosi vascolari.

E allora,  il preservativo a 18 anni non serve? CERTO CHE SI, E' IMPORTANTISSIMO!preservativo

Non tanto per l’utilizzo anticoncezionale, visto che ha una sicurezza contraccettiva molto più bassa della pillola perché si può rompere o sfilare durante il rapporto (indice di Pearl 5/15), ma in quanto è una formidabile barriera protettiva contro le malattie sessualmente trasmesse, in particolare contro l’HPV che attualmente ha una spaventosa diffusione fra i giovani, legata alla promiscuità sessuale. Per cui è utilissimo usarlo all'inizio di una relazione quando non ci si conosce ancora bene (dall’inizio alla fine del rapporto mi raccomando, non solo nel momento finale!), oppure in qualsiasi rapporto quando si voglia avere una efficace protezione dalle infezioni, perché…..tu puoi anche essere al tuo primo rapporto, ma magari lui ha già incontrato decine di donne, a volte senza usare mai il preservativo!! (A proposito: sapevate che esiste il profilattico femminile?)

 

contraccettivi a 40 anniCHE  COSA SERVE A UNA DONNA DI 30-40 ANNI,

che ha una relazione stabile, che non vuole figli per ora ma, magari se arriva un bebè non è una tragedia e .…magari, scopre pure di essere contenta se succede…?

In questi casi il profilattico ha un’ottima funzione anticoncezionale.

La coppia stabile ha una conoscenza e una padronanza del proprio comportamento sessuale che permette di utilizzare nel modo migliore questo sistema: si conoscono i tempi e le modalità del rapporto, si ha confidenza, si dorme insieme, si hanno progetti insieme….

E se invece la relazione stabile non c'è? .… si continua con un buon contraccettivo ormonale!

E’ considerato di buon senso, comunque, non prendere la pillola per un periodo di anni troppo lungo (oltre i 15-20aa di assunzione) in quanto l’impatto metabolico  della pillola dopo i 30 anni di età non è lo stesso che a 18 anni.

CCCspirale intrauterina

COSA SERVE DAI 40 ANNI IN SU, DOPO AVER FATTO I FIGLI....

(....perché si presuppone che se si devono avere figli questo avvenga prima dei 40 anni .…. altrimenti si rischia di non riuscire a farli!).

Dopo i 40 anni l’uso molto prolungato di contraccettivi ormonali potrebbe "pesare troppo" su gli equilibri metabolici e cardiovascolari che cominciano ad alterarsi con l' età.contraccettivi dopo i 40 anni

La cosa migliore è quindi passare ad un contraccettivo diverso, che non rilasci ormoni, che sia in un certo senso più “pulito”, ugualmente affidabile e comodo. La spirale intrauterina (IUD, Intra Uterine Device) può rispondere a questi requisiti. 

Lo IUD è un piccolo pezzo di plastica con un filamento di argento o di rame, posizionato all’interno dell’utero. Quando le pazienti mi dicono “mi fa impressione l’idea di un corpo estraneo nell’utero” mi viene da sorridere, pensando a quanto in fondo è innocua una spirale, che non rilascia sostanze e non altera gli equilibri ormonali come una pillola, e non interferisce con il rapporto come il profilattico!

Il funzionamento è basato principalmente su due meccanismi: La spirale impedisce che gli spermatozoi riescano a raggiungere e fecondare l'ovulo alterandone i movimenti e riducendo la loro sopravvivenza in utero. La spirale inoltre modifica il rivestimento interno dell’utero (endometrio) rendendolo inadatto alle gravidanze, impedendo che l’ovulo, nel caso venga fecondato, possa impiantarsi e svilupparsi nell'utero. La sua efficacia contraccettiva è alta, di poco inferiore a quella della pillola (Indice di Pearl 0.5-2). A volte però può presentare alcuni svantaggi: in qualche caso con la spirale il flusso aumenta e può comparire spotting (piccolo sanspirale medicata al progesteroneguinamento pre o post mestruale). Se i cicli della donna sono già lunghi e ravvicinati, oppure molto abbondanti, questo diventa un problema. Inoltre è riportato l'1% di espulsioni spontanee dall’utero.

Ma …. il grande potenziamento di questo metodo si è avuto con l'uscita sul mercato di una spirale medicata al progesterone, che oltre ad avere un’azione anticoncezionale simile alle spirali tradizionali, rilascia ininterrottamente nella cavità uterina una piccola dose di progesterone. Questo ormone manda in atrofia l'endometrio e diminuisce di conseguenza in modo drastico la quantità del flusso. Attualmente la spirale al progesterone viene considerata un presidio terapeutico di prima scelta nel trattamento della meno-metrorragia.

nncontraccettivo naturale

UN ULTIMO SGUARDO SUI COSIDDETTI METODI
NATURALI.

In questo articolo ho voluto fare un po’ di chiarezza su quei metodi che hanno un’affidabiltà tale da poter essere consigliati dal ginecologo. Esistono poi altri sistemi, quali il metodo Ogino-Knaus, la temperatura basale e il metodo Billings, che si basano sulla individuazione del periodo fertile. Questi metodi esercitano un certo controllo sulle nascite ma sono estremamente operatore-dipendente (significa che devi saperli usare bene, devi conoscere bene i segnali del tuo corpo e sperare che questi siano costanti e non cambino mai!)  e poco efficaci (Indice di Pearl troppo alto!).

bb

INIZIA DUNQUE A USARE UN BUON CONTRACCETTIVO ADATTO PER TE !

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IL MATRIMONIO SULLE ‘MONTAGNE RUSSE’ FA MALE AL CUORE

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Cinzia Pajoncini - MioDottore.it


OGNI MATRIMONIO HA ALTI E BASSI, MA SE UNA RELAZIONE È COSTANTEMENTE SULLE MONTAGNE RUSSE LA SALUTE DELLA COPPIA NE RISENTE.

Nel mirino degli scienziati i MATRIMONI AMBIVALENTI: cioè quei rapporti non sempre conflittuali ma neanche sempre di grande intesa e sostegno. Sentire che il partner a volte è inaffidabile e incostante nel gMatrimonio-in-crisiarantire il suo supporto, o che ha atteggiamenti negativi, può avvelenare la salute.

Lo studio, pubblicato da ricercatori della Brigham Young University, è rimbalzato sulle pagine del 'New York Times', anche perché fino a poco tempo si parlava diffusamente dei grandi benefici legati al matrimonio. Oggi gli scienziati affermano che non basta essere sposati perché la salute dei partners se ne giovi ……

I risultati sono stati ottenuti dallo studio di 94 coppie eterosessuali di Salt Lake City, sposate in media per 5,4 anni; entrambi i partners lavoravano, a tempo pieno o part-time, e non c'erano figli che vivevano in casa.images

I ricercatori hanno registrato il termometro affettivo, scoprendo che il 23% delle coppie aveva relazioni positive, con bassi livelli di negatività. Il restante 77% aveva rapporti più ambivalenti.

Proprio le persone con rapporti ambivalenti presentavano valori di pressione sistolica più alti durante il giorno. Insomma, il ben noto beneficio cardiovascolare, dato dalla stabilità matrimoniale, potrebbe non essere così solido nel caso di nozze ambivalenti!

"Essere a volte comprensivi e dare sostegno, e invece altre volte comportarsi in modo opposto, è peggio che essere sempre costantemente poco comprensivi" commenta Arthur Aron dell'Interpersonal Relationship Lab della Stony Brook University di New York.

Il problema può essere legato all'imprevedibilità dell’atteggiamento del partner. Quando sai che il compagno non è affidabile ti ci abitui, ma se a volte si comporta in un modo e altre volte nel modo opposto è molto più difficile".

(Roma, 27 ottobre - AdnKronos Salute)

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